Piccole auto «pulite» dal '92 di Fabio Galvano
Piccole auto «pulite» dal '92 Accordo ira i ministri dell'Ambiente Cee sulle riduzioni degli scarichi Piccole auto «pulite» dal '92 Le norme varranno inizialmente solo per i nuovi modelli - Messe in minoranza Olanda, Danimarca e Grecia che chiedevano misure ancora più rigide DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES—Anche per le piccole cilindrate, dopo mesi di contrasti fra i partner comunitari, è scattata l'operazione «auto pulita». I ministri Cee dell'Ambiente, riuniti ieri a Bruxelles, hanno ricomposto su basi più salde l'elusiva maggioranza architettata nel giugno scorso ma silurata un mese dopo dalla Francia. Ora non ci sono più riserve: dal 1° ottobre 1992 tutti i nuovi modelli di cilindrata inferiore ai 1400 ce (e nei dodici mesi successivi anche quelli già in produzione) dovranno rispettare rigorose norme di emissione per ciò che riguarda monossido di carbonio, idrocarburi incombusti e ossido d'azoto: le stesse, di fatto, che i ministri Cee avevano già varato per le medie cilindrate (fra 1400 e 2000 ce), mentre per le grandi cilindrate limiti ancora più severi sono già entrati In vi| gore dal 1° ottobre scorso. Più che un confronto scientifico, è stata una battaglia politica. Alla fine nove Paesi hanno,messo in minoranza chi voleva una normativa più stringente: Olanda, Danimarca e Grecia. Fra i nove figurano la Francia, che ha fatto rientrare il suo no di luglio (di ispirazione Peugeot) sufficiente a creare con gli altri tre Paesi una «minoranza di blocco», e la Germania, che in nome del compromesso ha rinunciato alla sua richiesta di limiti più severi. Ma tutto ciò non sarebbe stato possibile senza alcune alchimie, che hanno preso la forma di due dichiarazioni a verbale. La prima è della Commissione Cee, che già aveva avviato una procedura d'infrazione contro l'Olanda, dopo la decisione del governo dell'Aia di introdurre dal 19 gennaio prossimo incentivi fiscali volti a favorire le auto «pulitissime», cioè con emissioni secondo le norme americane. Tali norme sono più strette di quelle votate ieri dall'Europa dei Dodici, quindi inaccettabili per molti produttori d'auto di piccola cilindrata, che preferiscono ridurre le emissioni con la messa a punto di motori a carburazione povera (come la Fiat ha già fatto con i Fire, adeguati con anni d'anticipo alla norma comunitaria) anziché attraverso l'uso del costoso convertitore catalitico. L'esecutivo comunitario, per coagulare la necessaria maggioranza, si è impegnato a chiedere un parere d'urgenza alla Corte di Giustizia di Lussemburgo. La seconda alchimia è una dichiarazione a verbale depositata da Francia e Spagna. Per soddisfare 1 suoi produttori di utilitarie, Parigi insiste che nel rispetto di 'imperativi industriali» e in nome di «una ragionevole stabilità» l'accordo debba durare almeno cinque anni prima che si parli di una successiva fase con norme ancora più restrittive: la direttiva Cee, invece, indica che dal 1991 potrà aprirsi il dibattito. Per ogni «prova», un complesso sistema di collaudo a regimi diversi di funzionamento e in condizioni variabili, i motori delle piccole cilindrate non dovranno emettere più di 30 grammi di monossido di carbonio e 8 grammi fra idrocarburi e ossido d'azoto (per le grandi cilindrate quei limiti sono rispettivamente di 25 e 6,5 grammi). Le norme americane, alle quali si erano ispirati sia il fronte del no, sia il Parlamento europeo, prevedono 20 e 5 grammi. Rispetto alla situazione attuale, le nuove norme ridurranno mediamente del 48 per cento le emissióni di monossido di carbonio e del 58 per cento quelle di idrocarburi e del velenosissimo ossido d'azoto. Fabio Galvano
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