Ravaioli :«Un progetto europeo»

Ravaioli: «Un progetto europeo » Il sindaco accusa: «L'assessore si è comportato con troppa leggerezza> Ravaioli: «Un progetto europeo » Perché la differenza di 250 miliardi? - Risponde: «E' logico: il primo era uno studio di massima. Il , secondo un preventivo chiavi in mano» - Si cerca uno sbocco alla crisi: pentapartito ancora possibile La storia infinita del metrò e dei progetti «congelati», apre un nuovo capitolo, un'altra crisi oscura che rimescola politica e amministrazione. E' una crisi annunciata: da mesi, su ogni decisione importante, nascono dubbi e sospetti. L'atteggiamento di Ravaioli, che non ha chiarito in aula il mistero o l'equivoco nato sui costi del metrò, ha contribuito ad aumentare la tensione. L'assessore è sul banco degli imputati. Il sindaco lo accusa di leggerezza: "Doveva chiarire in aula. Non lo accuso di aver preso sottogamba la questione del metrò. Se conosceva i particolari dei conti economici, doveva mettere al corrente la giunta, spiegare perché la stima era di 600 miliardi e non più di 300», sostiene Maria Magnani Noya. Perché Ravaioli non ha voluto parlare dì costi, quando tutto il Consiglio lo chiedeva? "Perché sarebbe finita così comunque — risponde —. Io ho l'abitudine di misu¬ rarmi con le cose, invece che con la politica. Ma debbo muovermi in un meccanismo politico che ha dimostrato di non funzionare e che tutti vogliono modificare, ma soltanto a parole. Sono pochi a pensarla come me: martedì notte io e il sindaco ci siamo sentiti molto soli». Ma dove differiscono i due progetti? Possono davvero giustificare tanta distanza fra i preventivi? Ancora Ravaioli: "E'logico: il primo era uno studio di massima, con due tronconi di gallerie senza neppure gli allacciamenti elettrici. Il secondo un progetto esecutivo "chiavi in mano", con lutti gli annessi e connessi. Un'ottima scelta: rapido nell'esecuzione, la più veloce realizzazione in Europa, in linea con i prezzi correnti». L'assessore, che queste cose non le ha dette in aula, oggi conferma le dimissioni: 'Resteranno un punto fermo finché rimarrà l'attuale situazione, che genera incertezze su ogni scelta». Sulla sua decisione e sulla sua posizione, si sta aprendo il confronto fra i partiti. La prima uscita è della sua segreteria: "Una parte della maggioranza ha ostacolato in aula le posizioni assunte unanime- mente dalla giunta sulla metropolitana. Si pone il problema dell'alleanza, indebolita dalle divisioni interne dei maggiori partiti. Il pri ritiene che queste difficoltà debbano essere chiarite per garantire a Torino, non una governabilità di comodo, ma l'attuazione dei progetti attesi da 20 anni». Una difesa ad oltranza dell'assessore e del pentapartito -unica coalizione possibile», che si scontra subito con le posizioni del psi. n segretario Cantore chiede subito un confronto per verificare quanto è successo e far ripartire un metrò 'Che rischia di cadere per leggerezze dì altri» e la capogruppo Franca Prest, 'Stupita dalle dichiarazioni dei repubblicani che tentano di addossare ad altri partiti le responsabilità dei propri assessori», invoca 'Chiarezza nelle procedure e nei rapporti col Consiglio comunale». Le formule sono ancora aperte, n pri insiste sul pentapartito; i socialisti, per ora, non lo rinnegano e la de conferma col segretario Deorsola: 'Fiducia alla coalizione e al sindaco, a patto che si faccia in fretta, perché la città non può attendere. Possiamo discutere anche dei nomi, purché tutto si risolva». Le prime ipotesi di cambiamento vengono dal psdi, con il segretario Giangrande: •Pentapartito? Non a tutti i costi e all'infinito: basta con i rinvìi, il banco di prova sono il metrò, il centro storico, i parcheggi e l'urbanistica». E le grandi spinte a cambiare radicalmente le maggioranze sono di marca pei, sull'onda del successo di martedì notte. Giorgio Ardito, segretario della federazione: «La giunta, di fatto, non esiste più da tempo: è bene e giusto che si dimetta. Le elezioni del '90 sono vicine, c'è caos nella città e nell'amministrazione. Ci sono cose urgenti da fare: il pel, come forza di maggioranza relativa, è disponibile a far sì che non vadano sprecati 5 anni di mandato amministrativo: