Medvedev: sono circa 50 milioni le vittime del terrore staliniano

Medvedev: sono circa 50 milioni le vittime del terrore staliniano Un articolo dello storico sulla rivista «Moskovskie Novosti» Medvedev: sono circa 50 milioni le vittime del terrore staliniano Fucilazioni, deportazioni e repressione dal 1927 al '53 • D dibattito per la «settimana della coscienza» NOSTRO SERVIZIO MOSCA — Lo stalinismo ha lasciato dietro dì sé circa 50 milioni di vittime tra fucilati, deportati e repressi nei campi di prigionia: è la stima che lo storico Roy Medvedev indica per la prima volta su un giornale sovietico, il settimanale di punta della perestrojka Moskovskie novosti. Nessun calcolo, neanche approssimativo, era mai comparso su un organo d'informazione sovietico ed ora appare, in tutta l'aridità delle cifre, la dimensione di una delle più grandi tragedie della storia. Il settimanale, tra i promotori della «settimana della coscienza», una settimana iniziatasi sabato scorso, ha dedicato nel numero di ieri otto delle sue dodici pagine a ricordi, testimonianze, giudizi e commenti sugli anni bui del dittatore georgiano, nel tentativo di ricostruire il filo storico degli eventi interrot to da decenni di silenzio. -E' impossibile redigere una lista completa delle vittime della repressione fin quando non verranno aperti gli archivi —r scrive Medvedev — ma è ingenuo pensare che essi siano spariti o distrutti. Gli archivi esistono ma verranno forse aperti soltanto tra decenni». La prima ondata delle repressioni jdl massa risale, .secondo Medvedev, agli anni 1927-1928 quando «decine di migliaia» di seguaci di Trotzki e Zinoviev furono incarcerati o deportati. Molti di essi vennero rilasciati tra il '30 e il '33 per essere di nuovo arrestati e nella gran parte dei casi fucilati, nel '37, insieme ad altre «decine di migliaia» di «deviazionisti» di destra. Alla fine degli anni '20 vennero inoltre arrestati «centinaia di migliaia» di exborghesi, nazionalisti e sovversivi, come all'epoca venivano eufemisticamente chia¬ mati tutti coloro che non erano in linea con Stalin. Dopo 1 «deviazionisti», continua Medvedev, fu la volta dei kulak! sui quali il terrore staliniano si abbattè con particolare ferocia: dieci milioni di essi scomparvero nel nulla in pochi anni. In totale, prima del '37, le vittime delle repressioni staliniane si aggiravano intorno ai 18 milioni di persone. Dopo il "37,,iri>ujj,6Qr lo anno, altri 8 milioni cadono sotto i colpi del terrore, ed entro il 1938 vengono deportati dalle Repubbliche baltiche e dalle zone occidentali dell'Ucraina e della Bielorussia altri 2 milioni di persone. Prendono allora l'avvio le grandi deportazioni di massa che colpiscono anche varie minoranze etniche caucasiche: durante il loro trasferimento in Siberia muoiono non meno di un milione di donne, vecchi e bambini. Durante la seconda guerra mondiale vengono successiva¬ mente incarcerate o deportate -almeno dieci milioni di persone», in primo luogo quelli che erano rimasti nei territori occupati o finiti prigionieri di guerra. Tra il '47 e il '53 la morsa si allenta e sebbene gli arresti non fossero più di massa, colpirono qualcosa come un milione di persone. Per molti cittadini sovietici ]astima,diMedvedev;delinea per la prima volta il profilo di una tragedia che non è stata ancora assorbita dalla coscienza storica del Paese. Prova inconfutabile è l'interesse che la «settimana della coscienza» sta riscuotendo. Il pubblico sembra come scosso da una carica di corrente, elettrizzato, quasi euforico mentre ascolta e dibatte argomenti che ha sempre «sentito» ma che mai ha potuto discutere collettivamente e con personalità ufficiali. Paola DeUe Fratte

Persone citate: Medvedev, Roy Medvedev, Stalin, Trotzki, Zinoviev

Luoghi citati: Bielorussia, Mosca, Siberia, Ucraina