La scuola divorzia dai «Promessi Sposi» di Maria Grazia Bruzzone

La scuola divorzia dai «Promessi Sposi» L'opera del Manzoni non più obbligatoria nel futuro biennio unitario La scuola divorzia dai «Promessi Sposi» Accantonata anche l'«Eneide» • Un romanzo moderno o un articolo di giornale al posto dei classici - Il linguista De Mauro: nessun dramma • Asor Rosa: il problema è quali testi adottare - Binni: perché non promuovere Leopardi? ROMA—Eneide e Promessi Sposi, amati e odiati da tante generazioni di ginnasiali, non saranno più obbligatori nel nuovo biennio unitario. Agli insegnanti si chiederà di scegliere testi «numerosi» purché «completi». Come dire qualsiasi cosa: dal romanzo moderno alla novella all'articolo di giornale. I duecentocinquanta esperti nominati da Galloni hanno concluso nei giorni scorsi il loro lavoro di consulenti e hanno steso la prima bozza dei programmi del futuro biennio, che dovrebbe prolungare la scuola dell'obbligo, unificando almeno alla base la miriade di licei, istituti e indirizzi frutto di un ordinamento scolastico del 1925. Il curriculum di italiano, già abbozzato a grandi linee dalla «commissione Falcucci», è il più definito. Su di esso, al contrario dei programmi di storia e di scienze sperimentali, l'adesione sembra totale. E' probabile dunque che, legge permettendo, quei classici sui quali si sono comunque formati milioni di italiani saranno abbandonati? -E'possibile ma non vedo il dramma», risponde Tullio De Mauro. L'eminente linguista che fa parte della commissione Galloni spiega la filosofia generale del nuovo programma di studio. Primo obiettivo è formare negli studenti «abilità linguistiche» di base: parlare, ascoltare, leggere e scrivere. Seconda viene la riflessione razionale sulla lìngua, quello che una volta era lo studio della grammatica e oggi guarda ai vari usi pratici del linguaggio. -L'adesione al testo rimane comunque uno dei cardini del nuovo curricolo di italiano — sostiene De Mauro —. Siamo convinti che l'educazione letteraria passi di qui più che da una approssimativa storia della letteratura». Nostalgie per i classici perduti non ne ha neppure Alberto Asor Rosa, cattedra di Letteratura italiana alla Sapienza di Roma. Ma perplessità sì. "Abolire uno o due testi obbligatori per rendere la scelta pluralista e aperta mi pare una cosa accettabile e forse anche giusta, nella prospettiva di un nuovo biennio. Non credo a un vincolo stretto fra quei due libri e una formazione letteraria». Asor Rosa mette però le mani avanti. "Il problema è vedere poi cosa si sceglie. Far leggere /'Orlando Furioso può funzionare. Ma se sostituiamo l'Eneide con Ignazio Silone andiamo male», dice, avanzando forti dubbi sulla reale preparazione degli insegnanti a un compito nuovo e non facile. Aggiunge: "Nello sconvolgimento il rischio di decisioni arbitrarie e squalificanti non è piccolo». Asor Rosa non è neppure d'accordo sulla formazione letteraria come semplice adesione ai testi: -L'opera letteraria va letta come tale, con tutti i riferimenti del ca¬ so. Ridurlo semplicemente a a un testo di lingua sarebbe sbagliatissimo», afferma non risparmiando frecciate contro i linguisti -che nell'elaborazione dei nuovi programmi di italiano sono intervenuti in misura massiccia». Cauto, quasi remoto al di sopra delle parti, è invece il parere di Walter Binni, uno dei più illustri italianisti. •Penso che sia possibile trovare anche altri testi adatti a una degna formazione dei giovani. I Canti del Leopardi per esempio. Ricordo che qualcuno diceva una volta che se l'Italia fosse stata un po' meno manzoniana e un po' più leopardiana, le cose sarebbero andate diversamente. E naturalmente non si riferiva solo ai valori letterari». E gli insegnanti? Cosa ne pensano coloro che con i giovani sono in contatto diretto e quotidiano? Agata Moretti (madre del regista Nanni) ha insegnato materie letterarie per quarantaquattro anni, molti dei quali al liceo ginnasio «Visconti» di Roma. A suo parere l'Eneide non andrebbe eliminata. "Caso mai va fatta leggere in una forma non completa, insieme alllliade e aM'Odissea di cui gli studenti ormai ignorano del tutto l'esistenza. Al liceo classico molti non sanno neppure che "pie veloce" è un attributo di Achille». Dei Promessi Sposi, poi, la professoressa Moretti ha un ricordo ottimo: «E' un testo ricchissimo, dal quale si possono avviare infiniti ragionamenti svila lingua, la letteratura, ma anche sulla storia, la mentalità di un'epoca. La mia esperienza è che piace molto anche ai ragazzi». Sul futuro è possibilista. -Sono per la libertà, ma bisogna che i professori sappiano quel che fanno. Pavese andrebbe bene: ma è certo più difficile di Manzoni». Maria Grazia Bruzzone

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