« Per ora la società resta com'è »

«Per ora la società resta com'è » «Per ora la società resta com'è » Gerbi conferma le trattative per l'ingresso di forze fresche: «Ci sono prospettive valide» • Tra i candidati c'è Blangino, commerciante di carni, che però si defila - Possibile il ritorno di Moggi TORINO — Cosa accade al Torino? Anzi, cosa non accade? Perché all'indomani della sconfitta di Pescara, e di voci varie su una nuova presidenza, o quanto meno sull'arrivo di nuovi soci «grossi», c'è un silenzio perlomeno strano, anche se probabilmente opportuno. La squadra è rimasta con Radice a Porto San Giorgio, in vista della trasferta di Roma. I dirigenti hanno lasciato l'allenatore con i suoi ragazzi. 'Vorremmo che sentissero almeno lo stimolo di impegnarsi a fondo per lui», ha detto De Finis, che giovedì, sacrificando il lavoro, si porterà presso i granata, insieme col dg Bonetto. La prestazione di Pescara ha provocato sbalordimento più che sdegno. Ma adesso il tempo dello sdegno è in arrivo. De Finis ha chiesto silenzio-stampa: «Per quel che riguarda me personalmente, e per quel che riguarda la società e la squadra». Ha accettato di parlare, poco, di ima eventuale nuova sistemazione sociale: 'Non avrebbe senso adesso — e penso di poterlo dire a nome del presidente Gerbi, oltre che mio — andare via: con la squadra in difficoltà, uno scarico di responsabilità anche minimo potrebbe essere assimilato ad una fuga». Ha aggiunto: «Ho avuto nel passato anche freschissimo amare esperienze, con promesse di aiuti che poi non sono arrivati, dopo che su queste promesse avevamo basato molte cose, molte azioni. Ora voglio procedere cautamente». Gerbi, allora. Il presidente ha am¬ messo che, peraltro come da un bel' po' di tempo, ci sono trattative per fare entrare nel Torino forze fresche, a tutti 1 livelli: 'Ma non è il caso di parlarne adesso. Magari se ne parlerà presto, ci sono prospettiva valide, ma il momento giusto non è arrivato. E' vicino, forse». Gerbi parla del futuro più di De Finis, forse per allontanarsi da un presente che gli ha offerto, si fa per dire, un Torino dal gioco da lui definito Hndcgno». Era circolata ieri l'altro e ancora ieri la voce di un imminentissimo arrivo nel Torino: Oscar Blangino, grosso commerciante di carni, stabilimenti nella cintura torinese, e proprietario della importante scuderia Veranna (trottatori), fede granata Blangino è stato visto nello spogliatoio dopo Juve-Napoli. Lui ha confermato: «Si, ero lì su invito di Moggi, il manager del Napoli ma per me proprietario di una cavalla, Impudent LB, che mi ha venduto. Tutto qui». E la presenza anche di Marzocchi, vicepresidente della Doma, l'agenzia con sede a Vaduz, Liechtenstein, che ha trattato i passaggi dei calciatori sovietici Kidiatullin a Tolosa e Dasaiev a Siviglia, che ha qualche rapporto con Zavarov (voleva portarlo a Parigi per salutare Dasaiev) che ha creato la squadra ciclistica professionistica delròrss per il Giro '89 e che sta trattando il varo della Formula 1 a Mosca? Blangino: «E'un amico mio, ho con lui rapporti d'affari perché importo ani¬ mali da macello dall'Est europeo». Tutto chiaro? Sembrerebbe di sì, ma c'è da dire che lo stesso Marzocchi ci ha chiesto, allarmato e non stupito, da dove veniva la notizia di un interessamento della Doma al Torino. Qualcosa è nell'aria, Gerbi non ha mai parlato così tanto di lasciare. Moggi, amico di Gerbi (sì) e di Marzocchi, lascia intendere che potrebbe anche tornare a Torino, e non alla Juventus... Intanto, sembra che abbia guadagnato benino vendendo la cavalla (comprata per 100 milioni e venduta per 140, n. d. r.). Che arrivi da Mosca o (più probabile) da Milano, la notizia di un qualcosa di nuovo al Torino sembra imminente. Come altre volte, è vero. Ma noi non possiamo non registrarla. Se son solo rose, e non di più, sfioriranno. All'attivo della società la compostezza dei dirigenti, di fronte agli sbandamenti della squadra. Non è colpa di Gerbi o di De Finis se Muller e Skoro non fanno gol, ma i dirigenti intendono riflettere non per decidere di non fare nulla, ma per intervenire e fare qualcosa. Radice non è in pericolo, gli si offre una settimana per conversare con gli atleti, cercare di capire, cercare se necessario di spiegarsi. Una squadra viva, sanguigna e in carne, attira di più le attenzioni concrete. Anche se non deve trattarsi necessariamente dell'arrivo di un commerciante di bistecche. g. p. o.