De Mita convince i giudici di Giovanni Bianconi

De Mita convince i giudici Organici, informatica, edilizia: misure straordinarie entro gennaio De Mita convince i giudici I vertici dell'Associazione magistrati: «Rispetto al passato impegni precisi, non vaghe promesse» • Il presidente del Consiglio: «La trattativa non si interromperà anche se proclamerete lo sciopero» ROMA — Lo sciopero minacciato dai giudici, molto probabilmente, non ci sarà. Dopo l'incontro di ieri con De Mita e Vassalli il vertice dell'Associazione magistrati proporrà venerdì alle toghe riunite in assemblea di non incrociare le braccia, n governo si è impegnato a varare provvedimenti straordinari per assumere il personale ausiliario richiesto, reperire nuovi uffici e aule di giustizia, introdurre l'informatica nei processi. E i giudici gli daranno tempo Ano a gennaio, data del prossimo vertice, per tradurre in pratica queste promesse. Uno degli «estremisti» dell'Anni, il vicesegretario Antonio Martone, esce da palazzo Chigi col sopì.-': sulle labbra: -Mi pare che ci siano le condizioni per un rinvio dello sciopero», dice. Ma parla a titolo personale. Il presidente dell'Anm Bertoni, anche lui fautore della «linea dura», spiega: «La decisione finale spetta all'assemblea dei giudici che noi rappresentiamo. Posso dire però che stavolta ci troviamo di fronte a qualcosa di più delle promesse del passato. Abbiamo degli impegni che il ministro metterà per iscritto'. A scrivere, il Guardasigilli Vassalli ha già cominciato. Entro domani consegnerà ai giudici un documento che specificherà dove e come il governo intende intervenire per esaudire le richieste dei giudici. Alla stesura del «programma» contribuiranno anche alcuni rappresentanti dei magistrati. Come i giudici, anche Vassalli, al termine dell'incontro di palazzo Chigi, appare sorridente e tranquillo: «Sto andando a lavorare sulle richieste dell'Anm, che ho sempre considerato fondale-. Ma dove troverete i fondi per fare le riforme auspicate dai giudici? •/ soldi in questo momento non sono un problema', risponde il ministro. I soldi per le riforme, ha infatti assicurato De Mita a ministro e giudici, si troveranno, a dispetto di un bilancio della giustizia sempre più risicato: solo 3814 miliardi per il 1989, lo 0,78 per cento dell'intero bilancio nazionale, da cui il ministro del Tesoro Amato vorrebbe tagliare 660 miliardi. Stavolta però è il presidente del Consiglio in persona a garantire. «A De Mita abbiamo posto espressamente il problema dei finanziamenti, e lui ci ha risposto che non ci sono problemi-, dice ancora Martone. 'Del resto — aggiunge —, per assumere i duemila ausiliari in più che noi chiediamo bastano 60 miliardi, un'inezia'. In realtà il governo, per reclutare i dattilo¬ grafi e i segretari giudiziari invocati dai giudici, tirerà al risparmio pescandoli, fin dove è possibile, negli altri ministeri fra il personale in esubero. Si cercherà soprattutto nelle pieghe della Pubblica istruzione, fra gU insegnanti in sovrannumero. In questo modo non ci saranno aggravi di spesa per lo Stato. Fra oggi e domani Vassalli incontrerà il suo collega della Funzione pubblica Cirino Pomicino proprio per verificare quanta gente si potrà rastrellare dagli altri ministeri. Il resto delle assunzioni verrà fatto con procedure straordinarie. Tempi e strumenti attraverso cui realizzare il reclutamento dovranno essere indicati nel documento del Guardasigilli. Quel testo sarà letto all'as¬ semblea dei giudici che dovrà pronunciarsi sulla risposta del governo. I magistrati si sono presentati ieri a palazzo Chigi con cinque punti da inserire all'ordine del giorno. Oltre al personale ausiliario, all'edilizia e all'introduzione dell'informatica, hanno chiesto una radicale revisione delle circoscrizioni giudiziarie e la corsia preferenziale per l'appovazione, in Parlamento, della riforma del processo civile. -Queste ultime due questioni — ha detto De Mita ai rappresentanti dell'Anm —, sono di competenza del Parlamento'. Sul resto, invece, in tre ore di colloquio cominciato con qualche battuta scherzosa sulla sconfitta subita nel campionato di cai- ciò dall'Avellino e finito con l'impegno a rivedersi in gennaio, sarà il governo a darsi da fare. -Nel campo dell'edilizia — dice Bertoni —, si può risolvere subito il problema di Roma. Basta destinare al tribunale le caserme in disuso che ci sono in centro, per esempio il palazzo dei mutilati ed invalidi». Per i giudici più oltranzisti, la trasformazione delle caserme in tribunali potrebbe essere proprio quel segnale di buona volontà da parte del governo necessario a revocare la minaccia di sciopero. 'Non servono leggi, basta un semplice atto amministrativo che, se arrivasse prima di venerdì, potrebbe sbloccare la situazione', dice Achille Toro, giudice civile di Roma, uno dei capi delle toghe in rivolta. Al ministero di Grazia e giustizia replicano che le pratiche per l'utilizzazione di quel palazzi sono quasi concluse. Quanto all'informatizzazione dei processi, «il software applicativo nel civile — dicono al dicastero di via Arenula—è già in funzione nel distretto di Roma, mentre quello per il penale è quasi pronto'. Il ghiaccio fra magistrati e governo, insomma, è rotto. E De Mita sembra intenzionato a proseguire sulla via del dialogo. «Per qualsiasi problema tornate da me — ha detto congedandosi dai dirigenti dell'Anm —. Io mi aguro che non arriviate a proclamare lo sciopero, ma se anche ciò dovesse accadere, la trattativa non si interromperà». A qualcuno queste parole sono sembrate una presa di distanza da Cossiga, che aveva ipotizzato l'incostituzionalità di un'astensione dal lavoro dei giudici. «Se commettessimo un reato non credo che il presidente del Consiglio ci riceverebbe ancora», dice il segretario dell'Anm Bruti Liberati. Giovanni Bianconi

Luoghi citati: Roma