Mellini: so chi è il giudice che fece passare il divorzio

Mellini: so chi è il giudice che fece passare il divorzio n deputato radicale rivela: mi fece il nome lo stesso Andreotti Mellini: so chi è il giudice che fece passare il divorzio Si tratterebbe di Michele Fregali, un magistrato morto da tempo ROMA — Fu Michele Fragali il giudice della Corte Costituzionale che diciassette anni fa, come sostiene ora Giulio Andreotti, si rivelò determinante per il salvataggio della legge sul divorzio? Fu lui ad essere «ricattato» dal direttore di un giornale che 10 indusse a cambiare parere in extremis? L'interrogativo è d'obbligo perché l'alto magistrato, già presidente di sezione della Cassazione e che divenne anche vice presidente della Consulta, è da tempo deceduto e non può quindi difendersi. Ma tutto lascia supporre che il misterioso personaggio sia proprio Michele Fra gali, sempre che, naturalmente, siano vere le rivelazioni di Andreotti contenute nel suo ultimo volume •L'Urss vista da vicino» e anticipate da Panorama. L'autore sostiene che la votazione della storica sentenza dell'Alta Corte del 5/8 luglio '71 sulla legittimità della legge Fortuna-Baslini passò con un solo voto di scarto, 8 a 7. Nel suo libro Andreotti ha evitato di fare esplicitamente 11 nome del giudice: «si dice il peccato, non il peccatore», ma ha detto di conservare le prove del ricatto a cui l'alto magistrato sarebbe stato sottoposto, n ministro degli Esteri si è limitato a ricordare che, dieci giorni dopo il deposito del verdetto, sul suo quindicinale «Concretezza» il giudice «ricattato», e collaboratore della rivista, scrisse un articolo di aperta critica della «contestata» sentenza della Consulta, intitolato: 'La legge sul divorzio e la Costituzione», firmandosi M. V. Una sigla di pura fantasia dal momento che non corrisponde alle iniziali di nessuno dei quindici giudici. Solo quattro giudici sono tuttora viventi: Ercole Rocchetti, Vincenzo Michele Trimarchi, Enzo Capalozza e Francesco Paolo Bonifacio. Tutti hanno escluso una qualsiasi loro identificazione con il misterioso personaggio descritto da Andreotti. Gli altri undici sono, invece, nel frattempo deceduti: l'aìlora presidente Giuseppe Branca, il relatore Giuseppe Verzl ed altri nove componenti del collegio: Giuseppe Chiarelli, Giovanni Battista Benedetti, Luigi Oggioni, Angelo De Marco, Vezlo Crisafulli, Nico- la Reale, Paolo Rossi, Michele Fragali e Costantino Mortati. Proprio su questi due ultimi nominativi si erano accentrati i maggiori «sospetti» subito dopo le rivelazioni di Andreotti. Ieri, però, è caduta l'ipotesi che il misterioso personaggio fosse il professor Costantino Mortati. Uno dei suoi ex assistenti, il noto costituzionalista toscano Alessandro Pizzorusso, ha smentito una simile illazione: "Escludo categoricamente che il giudice Mortati possa identificarsi con il misterioso personaggio descritto dal ministro Andreotti. Proprio il professor Mortati, infatti, ii batté, ma invano, per rendere manifesta alla Corte Costituzionale l'opinione dissenziente di uno o più giudici, messi in minoranza al momento della votazione di una sentenza». Sempre ieri ha preso invece consistenza l'ipotesi che il giudice in questione fosse il professor Michele Fragali, palermitano, nominato dal plenum della Cassazione giudice costituzionale il 20 luglio '60. A fare esplicitamente il suo nome è stato il deputato radicale ed avvocato matrimonialista Mauro Melimi: «E' stato proprio Andreotti a confidarmelo alcuni anni fa. In quell'occasione mi disse che il giudice Fragali aveva cambiato opinione sulla legittimità del divorzio rispetto a quanto aveva scritto in un suo articolo». Ma per quale motivo il professor Fragali avrebbe tradito in extremis il fronte antidi¬ vorzista? Secondo Melimi non vi sarebbe alcun «giallo», né alcun ricatto da parte del direttore di un giornale (con ogni probabilità della capitale): "Il giudice Fragali, un galantuomo e un magistrato scrupolosissimo, prese posizione a favore delal legge Fortuna-Baslini perché subì l'influenza di alcuni amici giuristi che dovevano divorziare e si convinse con argomenti giuridici della bontà di questa tesi». Ad avallare questa ipotesi vi è anche la considerazione che il 9 luglio '71, cioè il giorno dopo il deposito della sentenza che confermava la cessazione degli effetti civili di un matrimonio concordatario, il professor Giuseppe Branca doveva lasciare il vertice della Consulta. E il naturale candidato alla sua successione era proprio il professor Fragali, che vantava la maggiore anzianità di servizio tra i quindici giudici. Pertanto il suo voto a favore della legittimità del divorzio potrebbe essere stato concordato con il presidente Branca che, da convinto laico, voleva lasciare la sua impronta su una sentenza di così grande rilievo prima della scadenza del mandato e non voleva rischiare un clamoroso boomerang. Ma, inaspettamente.il 22 novembre '71 fu eletto presidente della Corte il professor Giuseppe Chiarelli. Al giudice Fragali andò solo un voto. Forse il fronte antidivorzista gli contestò il voltafaccia di quattro mesi prima. Pierluigi Franz

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