La Bocconi laurea i manager pubblici
La Bocconi laurea i manager pubblici Il progetto copre una grave carenza italiana La Bocconi laurea i manager pubblici Sulla scia dell'Elia francese il corso preparerà i «grandi burocrati» MILANO — Un terremoto sta per scuotere la principale Università privata italiana, la Bocconi. Un terremoto positivo, una crisi di crescita. Sono iniziative che vanno oltre l'orto accademico per incidere nella società: nella cultura economica, nell'efficienza dei servizi, nella capacità di affrontare gli attuali e i prossimi impegni internazionali. Ne parla 11 rettore, Luigi Quatti, che proprio ieri è stato festeggiato per i suol 35 anni di insegnamento: ecco la medaglia d'oro del ministero come benemerito della scuola e della cultura, ed ecco i due volumi con i 107 scritti di allievi in suo onore. La prima notizia riguarda la nascita di un corso di laurea in pubblica amministrazione, che in Italia non c'è ancora. L'istituzione più ricordata è la francese «Ecole nationale d'administration» (Ena), tempio degli alti burocrati di Stato. «Afa noi vorremmo far meglio», dice Elio Borgonovi, docente di economia delle amministrazioni pubbliche, responsabile del progetto. «Perché l'Ena non ha docenti propri, ma solo i "grand commis"di Stato. E perché l'Ena tende a prolungare l'organizzazione già esistente nella burocrazia. Mentre il mondo è cambiato e cambia moltissimo. L'Ena perciò è in crisi, e lo sarà sempre di più». «Il nostro obiettivo — continua Borgonovi—è, al contrario, avviare una struttura aperta di studi, pronta ad accogliere e a favorire via via le novità. L'importante è far vedere come si può giungere all'efficienza, alla produttività delle pubbliche ammi¬ nistrazioni, dai Comuni ai ministeri. E'un fatto di gestione, di tecniche manageriali. Già adesso i nostri corsi sono frequentati da più di 2000 manager pubblici all'anno, come segretari comunali e medici delle Usi». Non si sa ancora quando inizierà esattamente questo corso di laurea. «Fra non molto», assicurano Guatri e Borgonovi. Altre iniziative. C'è sempre più bisogno di tener presente la dimensione economica nelle varie professioni. E' per questo che la Scuola di direzione aziendale (Sda) della Bocconi sta apprestando nuovi corsi di formazione, non solo per laureati in economia, ma per medici, ingegneri, fisici, chimici, e così via. Nelle industrie alcune figure-chiave devono saper congiungere le specifiche competenze tecniche con competenze economiche. Per non disperdere le risorse, per far quadrare i bilanci. Così negli ospedali, nelle Usi. I nuovi master sono per queste nuove figure professionali. E la stessa Sda diventerà internazionale. Nel '90 ci saranno corsi in lingua inglese con corpo docente misto, italiano e straniero. Verranno studenti dall'estero, sarà più forte l'integrazione culturale. E' poi in arrivo la revisione degli attuali corsi di laurea. Si tratta in pratica di aggiornare gli studi di economìa e commercio, per adeguarli alle nuove esigenze della realtà nazionale e internazionale. Il rettore Guatri dice che gli anni di studio dovrebbero restare quattro, ma che poi al termine di essi dovrebbe Innestarsi un segmento di specializzazio¬ ne, quello dei vari master. E' prevedibile, sulla base di quanto avvenuto in passato, che i nuovi orientamenti della Bocconi costituiranno un riferimento per la revisione dei piani di studio nelle facoltà di Economia e commercio delle Università statali. «E' da un anno che non si sa più nulla — ricorda il rettore — della riforma delle facoltà di Economia e commercio perseguita dal ministero». Tutto questo fascio di innovazioni viene realizzato con un piano di Investimenti per 100 miliardi. •Pagheremo noi — precisa Guatri — senza chiedere una lira a nessuno. Abbiamo saputo moltiplicare il nostro patrimonio investendo in Borsa, in titoli di Stato, in immobili, in quote di società». Dal Comune è attesa entro breve tempo la concessione di nuove aree vicine («che non sono gratuite, che pagheremo» ) per completare il «campus» universitario, fornito così di zone d'insegnamento, zone di ricerca, pensionati per studenti. Questo degli studenti è un discorso importante. Dopo il numero chiuso, istituito cinque anni fa, è scomparso il fenomeno degli abbandoni. «Nelle altre Università — rileva Guatri — si laurea uno studente su tre, con enorme spreco di denaro pubblico». Quest'anno le domande di iscrizione erano 5100; gli ammessi sono stati 1840. Le tasse sono diversificate, divise in 11 fasce di reddito. E il 42% degli studenti proviene da fuori della Lombardia. Cinque anni fa era il 22%. Questo vuol dire che la Bocconi è ormai un'Università nazionale. Claudio Al tarocca
Persone citate: Borgonovi, Elio Borgonovi, Guatri, Luigi Quatti
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