Italia-Argentina, via agli aiuti
Italia-Argentina, via agli aiuti Il presidente Alfonsin a Roma, oggi sarà ricevuto da Cossiga Italia-Argentina, via agli aiuti ROMA — Sta finalmente decollando, dopo un anno di surplace burocratico, il trattato di cooperazione fra Italia e Argentina indicato come nuovo modello di cooperazione Nord-Sud. C'è voluta, infatti, la visita ufficiale del presidente Alfonsin per dare una decisa accelerata all'intesa, arenatasi finora nelle pastoie amministrative a Roma e a Buenos Aires, che doveva offrire all'anemica economia argentina il salvagente di cinque miliardi di dollari in crediti d'aiuto e investimenti nel prossimo quinquennio. Ieri sera, ricevendo a Palazzo Chigi il presidente argentino, De Mita gli ha dato un benvenuto non solo rituale promettendo che il trattato di «relazione associativa particolare» verrà ratificato dal Parlamento entro gennaio. Il presidente del Consiglio ha offerto un accordo per la ristrutturazione di una parte del debito argentino verso l'Italia. De Mita ha lasciato quindi il posto al sottosegretario agli Esteri Susanna Agnelli per la firma dell'intesa sul riscadenzamento al '92 di una tronche del debito argentino attorno ai 105 milioni di dollari ormai giunta in scadenza, mentre è stata rinviata in extremis per motivi tecnici la concessione di una nuova linea di credito per circa 130 miliardi di lire che doveva aggiungersi ai crediti all'esportazione stabiliti un anno fa. In concreto, da questa visita l'Argentina si attende una sollecita messa in opera dei crediti d'aiuto (a un tasso simbolico dell'1,75 per cento su 20 anni) per 600 milioni di dollari stanziati per il biennio '88-89 e di un'analoga cifra per i successivi due anni. Inoltre, ieri è stata decisa anche l'istituzione di un «segretariato permanente» per ac¬ celerare la realizzazione del trattato, ossia per valutare la fattibilità e il finanziamento dei progetti di collaborazione. Perché questo stadio di concretezza non è stato raggiunto prima? Ci sono state lungaggini da parte argentina (il trattato è stato approvato dal Congresso di Buenos Aires solo in agosto) e anche da parte italiana. Ma secondo il punto di vista prevalente a Roma, in questi mesi l'intesa ha stentato a partire perché l'Argentina intendeva privilegiare, nella scelta dei progetti, le grandi opere di infrastruttura mentre l'Italia ricercava specialmente interventi nel settore industriale. Ora con la missione romana di Alfonsin, queste dissonanze di interpretazione sugli obiettivi e sul campo d'azione del trattato sembrano sgombrate e fra il centinaio di progetti presentati ieri quelli più prossimi alla realizzazione riguardano Telettra e Italtel (impianto di telecomunicazioni a Buenos Aires), Montedison, Eni, Intermetro, Impregilo, Snamprogetti. Con De Mita (e prima con il Pontefice che l'ha ricevuto in Vaticano, e poi con Craxi) il presidente argentino ha voluto ampliare il discorso anche ad altri temi. Quello più urgente, per Buenos Aires, è il fardello del debito estero (oltre 55 miliardi di dollari) che sacrifica e monopolizza tutte le risorse della disastrata economia argentina, Alfonsin ha sollecitato, così, la collaborazione dell'Italia per ottenere dai Paesi creditori del Nord industrializzato soluzioni non centrate soltanto su alchimie finanziarie che inaridiscono le possibilità di ripresa degli Stati più indebitati. Alfonsin sarà ricevuto oggi al Quirinale, p. pat.
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