Insicuri e poco «privati»

Insicuri e poco«privati» Centinaia di circoli cittadini nel mirino della pretura Insicuri e poco«privati» Come il Teatro Club di via Bogino (chiuso ieri), altri locali risultano non in regola - E molti, approfittando di norme meno severe, svolgono invece attività pubblica come discoteche o birrerie C'è preoccupazione nel mondo dei circoli privati. A Torino sono centinaia, dalla discoteca alla birreria, dal centro culturale a quello teatrale, e tutti rischiano la chiusura per motivi di sicurezza. Ieri, anticipando l'ordinanza del sindaco, ha chiuso i battenti il Teatro Club di via Bogino 9, un circolo jazzistico. •Stiamo già lavorando per metterci in regola — dice Angelo Testa —. La nostra attività culturale, comunque, non si ferma: alcuni spettacoli li terremo nel teatro di Grugliasco»: . Nella stessa situazione del Teatro Club si trova il Cabaret-Voltaire, mentre il Centro culturale Sala degli Intradossi, sentita l'aria che tira, da tempo ha preferito evitare guai spostando altrove tutti gli spettacoli per mantenere nella sede «storica»—un sottochiesa — solo le iniziative nelle quali è possibile limitare drasticamente il numero dei partecipanti. Ma 11 malessere-è generale perché, sostengono gli interessati, nes¬ suno sa cosa fare per essere in regola. In realtà le norme ci sono, e anche chiare, ma se venissero applicate alla lettera in città, molto probabilmente di circoli privati ne rimarrebbero ben pochi. , Avere lo status di circolo privato, infatti, comporta una serie di vantaggi che non sono riconosciuti ai locali pubblici: sgravi fiscali e, soprattutto, la possibilità di sottrarsi alle dispendiose, ma necessarie misure di sicurezza richieste a chi dà spettacoli aperti al pubblico. «Alleggerito» da questi doveri, il circolo privato viene però utilizzato spesso per mascherare ristoranti, birrerie, discoteche insicure. Ma offre anche interessanti attività culturali — come il Teatro Club chiuso ieri — le quali, forse, nel rispetto letterale della legge, non avrebbero mal visto la luce. I titolari di circoli privati sostengono che è sufficiente avere meno di 100 persone in sala, e tutte tesserate, per sottrarsi alla legge che regola i locali pubblici. «Ma quando pubblicizzano su giornali e tv private le loro iniziative, quando staccano biglietti al botteghino, quando gestiscono i loro locali come un'impresa, che circolo privato è? Il gioco delle 100 persone vale solo se si rispettano tutti i crismi del privato-, dicono in pretura, dove incaricato di seguire queste vicende è il giudice Fernanda Cervetti. «Non possiamo certo inviare a ognuno un pro-memoria sulle caratteristiche che deve avere un circolo — aggiungono in prefettura —. Afa queste regole sono contenute in una circolare inviata da tempo a tutti i Comuni-, Intanto, il 26 novembre, alla Cascina Brero, nel parco della Mandria, l'Aics (Associazione italiana cultura e sport) ha organizzato una sorta di seminario per i propri iscritti (una quarantina di circoli solo in città) per spiegare loro a quali regole attenersi per non correre il rischio di vedersi chiudere il locale. •Ormai aprire un club destinalo ai soli iscritti o aperto al pubblico — dice Massimo Arri, vicepresidente Aics — richiede tali investimenti che ai nostri soci diciamo chiaramente di ighoI rare il limite dei 100 posti».

Persone citate: Brero, Fernanda Cervetti, Massimo Arri

Luoghi citati: Torino