L'erbicida sarà morbido di Gianfranco Quaglia

L'erbicida sarà morbido L'annuncio a Vercelli al convegno mondiale sulla risicoltura L'erbicida sarà morbido Allo studio fitofarmaci che siano soprattutto dei «bioregolatori», senza effetti collaterali verso gli organismi utili - Nuove varietà di riso per assecondare i gusti dei consumatori DAL NOSTRO INVIATO VERCELLI — C'è una grande fame di riso. La produzione mondiale (470 milioni di tonnellate), più che raddoppiata negli ultimi vent'anni, è ancora insufficiente a soddisfare le esigenze del consumo. A questa tendenza non sfugge la Comunità europea, dove l'Italia è il Paese leader con 1160 per cento delle coltivazioni concentrate' attorno a Vercelli, Novara e Pavia. La battaglia per la conquista dei nuovi mercati si è già iniziata: e non è combattuta soltanto sul campo (con l'aumento della superfìcie) ma soprattutto in laboratorio, dove la ricerca sta mettendo a punto il riso del futuro. Di questi temi si è parlato per tre giorni nella massima assise mondiale dedicata a questo cereale, il decimo convegno internazionale sulla risicoltura, che si è svolto a Vercelli. Agricoltori, tecnici e genetisti di tutti i continenti si sono confrontati sù un tema che non è solo agricolo, ma investe il vasto panorama dell'alimentazione. In particolare si è parlato del settore risicolo nella sfida della completa unificazione delMec (il 1992). n professor Dario Casati, preside della facoltà di agraria dell'Università di Milano, ha svolto una approfondita indagine sulla situazione del riso in Europa e sugli scenari che si stanno delineando: •Siamo di fronte a un consumatore sempre più esigente. Il futuro sembra segnato da risi a grana lunga e cristallina: tutto ciò può comportare l'introduzione di varietà totalmente nuove o provenienti da altri paesi, oltre al miglioramento di quelle esistenti». La «rivoluzione» varietale imposta dalle esigenze del consumatore è già cominciata. La Spagna coltiva riso «Indica», di provenienza sub-tropicale, che risponde al requisiti richiesti. L'Italia ha introdotto questa varietà ma le condizioni climatiche costituiscono ancora un freno a una coltivazione su larga scala. Proprio in questi giorni è stato inaugurato a Mortara (Pavia) il nuovo Centro ricerche (costo sette miliardi, interamente autofinanziato dall'Ente nazioni e risi). Una specie di «Università del riso» che diventerà punto di collegamento computerizzato con gli organismi di tutto il mondo. Qui quaranta fra tecnici e ricercatori stanno mettendo a punto in campo e in laboratorio le varietà del futuro. Ma la grande sfida della risicoltura italiana e mondiale non è legata solo all'aumento di produzione e al miglio¬ ramento della qualità. A Vercelli si è parlato a lungo di impatto ambientale e dei danni derivati dall'uso massiccio dei fitofarmaci, n professor Angelo Bianchi, direttore dell'Istituto sperimentale di cerealicoltura di Roma, è intervenuto anche su questo tema: 'Siamo sulla buona strada. L'industria è impegnata in un lavoro di revisione delle metodiche finora seguite per scoprire nuovi principi attivi che avranno un'attività biologica elevatissima e meccanismi di azione specifica, con minor impatto verso l'ambiente e assoluta mancanza di effetti collaterali verso gli organismi utili. Il concetto che si va facendo strada è quello di considerare i nuovi fitofarmaci non più come biocidi bensì come bioregolatori. In altre parole: "pesticidi morbidi"». E si andrà anche verso la combinazione di metodi di lotta chimici e tecniche colturali e biologiche. Bianchi ha citato alcuni esempi tra quelli più significativi di applicazione delle biotecnologie: dall'impiego di prodotti microbici come controllo degli insetti nocivi alla possibilità di sfruttare la resistenza ai fitofarmaci perla'protezione delle piante. Gianfranco Quaglia Una moderna mietitrebbiatrice nella fase finale delle operazioni per la raccolta del riso

Persone citate: Angelo Bianchi, Dario Casati