«I miei consigli a Bush»

«I miei consigli a Bush» Kissinger analizza le prospettive del neopresidente «I miei consigli a Bush» «La tattica non basta, bisogna avere senso storico» - «Non'spetta ai leader trattare sul disarmo» - «Aiutare Gorbaciov? Soltanto a certe condizioni» Manfred Geist, direttore del Welt am Sonntag di Amburgo, ha intervistato Henry Kissinger. Ecco, tra le altre, le risposte dell'ex segretario di Stato sulle prospettive della nuova Presidenza Bush. Come affronterà il neopresidente Bush i problemi che sta per ereditare? Dovrà subire una tremenda pressione, perché il personale dell'attuale amministrazione difenderà la vecchia politica. Ma il nuovo Presidente ha un'opportunità unica per dare un contributo alla pace permanente, non soltanto alle relazioni pubbliche, ma a un reale mutamento delle relazioni: ciò richiederà una politica più moderata di quella che ha caratterizzato l'Occidente negli anni recenti. Il neopresidente ha impegnato tutta la vita per ottenere ciò che ora ha raggiunto. Ha un elevato senso del servizio pubblico, che conosco per esperienza personale. Il servizio pubblico per lui è un dovere radicato. Come interpreterà queste cose, adesso che è lui a poter decidere? In qualità di leader politici si è sempre circondati, e specialmente nel nostro sistema, da esperti di questioni tattiche e di breve termine. Dopo un po' emerge la tendenza a credere che la storia sia raccontata dal telegiornale della sera. Ma in realtà la gente vive molto più a lungo nella storia che in un titolo di giornale, e ad essere ricordato dalla storia è chi ha preso posizione, spesso contro una forte opposizione, e non i tattici, buoni soltanto ad affrontare i problemi quotidiani. La decisione più importante che il neopresidentc dovrà prendere, sia tacitamente sia esplicitamente, è- quale dovrà essere la sua posizione fondamentale. Ma Bush riuscirà a fare ciò? Penso ne abbia la capacita, ma le circostanze.glielo permetteranno? Ecco la questione principale. - Il neopresidente ha detto di voler incontare presto Gorbaciov. Che cosa si aspetta da questo incontro? Se ho capitò bene, Bush ha detto di voler incontrare Gorbaciov per discutere un indirizzo comune. Come ho già detto, ciò potrebbe essere utile: un incontro filosofico in cui passare in rassegna gli obiettivi e magari le strategie. Ma un meeting di negoziati, diciamo sui'colloqui per la riduzione delle armi strategiche (Start), pone due problemi. Primo, non penso sia compito dei capi di governo negoziare cose simili. Questa fu la principale difficoltà di Reykjavik. Se c'è disaccordo, non esiste nessun altro a cui appellarsi. E molte questioni sono troppo tecniche per essere siglate da capi di governo. Il neopresidente dovrebbe avere un'opportunità per definire la sua agenda prima di affrontare trattative dettagliate, e soprattutto dovrebbe giungere a un accordo con i suoi amici europei Che cosa si aspetta dai negoziati Start? Chiunque abbia studiato la materia concorderà che il meglio che si possa dire su tutti questi accordi è che non cambiano la situazione. Tali intese trovano difensori all'interno degli Stati per il fatto che non cambiano le cose. Quando faremo un accordo che cambi la situazione? In quanto agli Start presi isolatamente, il mio timore è che siano parte di un processo di delegittimazionc delle armi nucleari. Ciò renderebbe più complicato l'inizio di una guerra nucleare da parte delle democrazie. E finché per le democrazie è necessario poter iniziare una guerra nucleare, se vogliono difendere l'Europa gli Start condurranno sia a una revisione del concetto di sicurezza (a prescindere da come avvenga il riequilibrio) o alla paralisi! Così preferirei vedere gli Start più legati a negoziati sul disarmo convenziona¬ le. Ma poi il disarmo convenzionale va messo in relazione ai temi politici del futuro dell'Europa. Tuttavia il Presidente Reagan ha dichiarato la fine della guerra fredda,,. La politica del Presidente Reagan negli ultimi 18 mesi non mi ha trovato concorde. Cosa che ho scritto sui giornali con un certo garbo ma che anche i politici europei vanno dicendo. Se l'Urss volesse dimezzare il budget militare contribuendo, così alla propria riforma, non avrei alcuna obiezione a un nostro apporto all'evoluzione sovietica. Ma per noi, dire che la pace potrà essere raggiunta aiutando l'Unione Sovietica a diventare forte e che non bisogna fare nient'altro, oppure che non c'è altro di significativo da fare, vuol dire scansare le responsabilità. Che cosa pensa dell'idea che bisogna aiutare Gorbaciov perché diventando più liberale il suo sistema sarà meno minaccioso? Questa idea riflette una serie di assunti non provabili, la maggior parte dei quali è con traria all'esperienza storica. Fin da quando i Romanoff salirono al potere, la Russia ha esteso i suoi confini di secolo in secolo e ha conglobato in un modo o nell'altro i suoi vicini, Ha subito anche molte invasioni. Ma la chiave è che il concetto russo di sicurezza prevede l'impotenza dei vicini. Questo è un problema fon damcntalc. Adesso tutto ciò deve cambiare. Questo non si (mitica che l'Unione Sovietica non abbia legittimi interessi di sicurezza nazionale, il contrario anzi. Ma tali interessi devo no trovare posto in un sistema di equilibrio, perché questa è l'unica protezione per gli altri Ecco la sfida politica dei nostri tempi. Dire che automaticamente la trasformazione del sistema sovietico .porterà la pace, significa davvero che i sovietici ci stanno ricattando. Significa che stiamo pagando un tributo a una Russia debole. Penso sia un grosso errore. Ripeto: se l'Unione Sovietica dimostra mutamenti significativi in politica estera, e se modifica il suo sistema militare in modo da renderlo meno minaccioso, allora potremo prendere in considerazione la cooperazione economica. Una delle ultime proposte è stata un summit europeo con la Nato sul disarmo convenzionale. Pensa che Gorbaciov abbia un disegno preciso? No. Guardiamo i problemi di Gorbaciov. Deve affrontare la revisione del sistema governativo e quella del sistema economico. Questo deve portargli via 15 ore al giorno. Così per me è pienamente plausibile che stia manipolando la politica estera per due scopi: uno, per accumulare successi che rinforzino la sua immagine presso la gente o i gruppi dirigenti interni. E lo ha fatto bene. Ha praticamente paralizzato la «Strategie Defense Initiative» (Sdi) attraverso il negoziato. Ha imposto certe idee, come l'orientamento difensivo delle forze convenzionali. Ho già cercato di stabilire che cosa significhi la riduzione delle forze convenzionali, ma c una cosa molto difficile. Non ci sono esempi nella storia che dimostrino che sia mai stato fatto qualcosa di simile. Ciò ha già condotto ad anni in cui non è successo nulla se non un alternarsi di numeri che potrebbe continuare all'infinito. Nel processo potrebbe essere sfuggito il punto fondamentale: qualsiasi riduzione delle forze sovietiche nell'Europa orientale, abbastanza rilevante da ridurre la minaccia per l'Euro pa occidentale, diminuirebbe anche la capacità di repressione sovietica nell'Est comuni sta. Sono disposti ad accettare una simile conseguenza? La questione è fondamentale. . •> Henry Kissinger - Copyright «L A. Times Sindacato e per l'Italia «La Stampa»