Nello scandalo delle Ferrovie erano d'oro anche le coperte

Nello scandalo delle Ferrovie erano d'oro anche le coperte Pei, psi e sindacati chiedono le dimissioni del presidente Ligato Nello scandalo delle Ferrovie erano d'oro anche le coperte Si indaga su un parlamentare - Graziano, l'industriale che vinse l'appalto, forse rifugiato in Usa ROMA — Dopo le federe e le lenzuola, le coperte. Si allarga lo scandalo che coinvolge il vertice delle Ferrovie, promettendo altri capitoli a sorpresa, mentre si accende la polemica fra i partiti che chiedono le dimissioni del presidente Lodovico Ligato e dell'intero consiglio d'amministrazione. Intanto, una quarta persona, delle sei colpite da mandato di cattura del giudice Vitaliano Calabria, si consegna ai carabinieri e raggiunge a Regina Coeli i colleghi Giovanni Notarangelo, Antonio Bifulco e Guido Miele. E' l'ingegner Luigi Tornatore, dirìgente dell'istituto sperimentazioni dell'Ente ferrovie, costituitosi nella tarda serata di venerdì. All'appellò mancano ancora: Alfonso De Felice ' Condemi, ispettore capo ag- ' giunto del servizio approvvigionamenti, e l'ingegner Elio Graziano, ex presidente dell'Avellino calcio e «fornitore eccellente» di parures di federe e lenzuola «usa e getta» per 140 miliardi di lire. Dicono che sia già al sicuro negli Stati Uniti. Di Condemi, invece, non si hanno notizie. Ma non è escluso che dopo un weekend da latitanti possano farsi vivi lunedì, giorno in cui i giudici Calabria e Paraggio (pubblico ministero) daranno inizio agli interrogatori. Per primo toccherà al presidente Lodovico Ligato al quale i magistrati hanno inviato una comunicazione giudiziaria con l'ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato. Avvisi di reato sono stati ricevuti anche dal direttore generale delle FS, Giovanni Coletti, da esponenti del consiglio d'amministrazione e da alti funzionari dell'ente. A metterli nei guai, oltre a una denuncia presentata da Antonio Ayroldi, un industriale concorrente di Graziano, fu anche un volantino della cellula pei ufficio e servizi compartimentali, sezione pei ferrovieri di Roma. Nel volantino, come poi docu¬ mentarono consegnando al giudice i documenti relativi, i militanti comunisti accusavano l'azienda di aver commesso addirittura un altro imbroglio pur di favorire Graziano. Per acquistare a peso d'oro le parures dell'industriale campano furono svendute a poche lire migliaia di coperte appena comprate. Di cinquantamila coperte di lana giacenti nei magazzini, pagate 43.300 l'una, più di ventimila vennero cedute alla ditta «General sea work» di Nettuno per la irrisoria cifra di sei milioni e 540 mila lire. Una perdita secca di 800 milioni dal momento che ogni coperta fu rivenduta a sole 327 lire. cddplvlmrdlm Di questo aspetto dell'inchiesta si sta occupando ancora il solo pubblico ministero Vittorio Paraggio che indaga anche su altri appalti delle FS, dal 1979 ad oggi. La prima fornitura di federe e lenzuola di carta alle Ferrovie da parte di Graziano risale infatti a quell'anno: cinque miliardi in tre anni. E già allora la magistratura apri un'indagine preliminare su segnalazione di una rivista, il settimanale OP di Mino Pecorelli, il giornalista legato ai servizi segreti, ucciso in circostanze che non sono state ancora chiarite nel marzo di quello stesso anno. L'inchiesta non ebbe però seguito e riprese vigore solo o scorso anno in seguito all'esposto di Antonio Ayroldi che pure aveva offerto alle FS un prodotto più qualificato di quello di Graziano ad un prezzo inferiore del 30 per cento. Quali canali aveva seguito l'ingegnere campano, appassionato di plastica e di calcio, per aggiudicarsi l'intero stock di fornitura e per mettere le mani sui 140 miliardi in palio? C'è chi parla oltre che di tangenti, di un padrino politico. Sembra che un piccolo incartamento deiRuggero Conteduca (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Luoghi citati: Calabria, Roma, Stati Uniti, Usa