Un «G7» segreto salva il dollaro

Un «G7» segreto salva il dollaro i Grandi si sono incontrati lunedì al Louvre Un «G7» segreto salva il dollaro Bush ha spedito Mulford a Parigi - La moneta rimbalza a 1295,1 lire DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Una riunione clandestina dei sottosegretari al Tesoro e alle Finanze dei Cinque o dei Sette, lunedi scorso a Parigi, ha salvato il dollaro che ieri si è stabilizzato dopo i più massicci interventi coordinati delle banche centrali in sua difesa degli ultimi nove mesi. Lo ha svelato il New York Times e lo ha confermato la tesoreria Usa con una laconica nota sul suo numero due Mulford: 'Il sottosegretario è stato in Europa», ha precisato il comunicato, «per alcune discussioni coi colleghi sul mantenimento della politica di collaborazione economico. I grand commis della finanza pubblica occidentale hanno agito da autentici 007, riunendosi in segreto e in numero imprecisato al Louvre: erano sicuramente presenti tra gli altri il tedesco Tietmeyer e il giapponese Gyoten. La tesoreria ha smentito che la riunione si sia svolta con l'esclusione premeditata di uno o due Paesi membri del gruppo: «Se qualcuno dei Sette era assente», ci ha detto un funzionario, -senza dubbio è stato consultato in un'altra maniera». La sorprendente notizia ha aiutato i mercati dei cambi, che anche ieri si sono trovati in difficoltà all'apertura, nonostante la ripresa del dollaro di giovedì. E' successo questo. Alle 7 del mattino, in un'intervista alla tv, il ministro del Tesoro Brady, confermato in carica i giorni scorsi da Bush, ha cercato di minimizzare la crisi del dollaro. Brady ha smentito che la causa della tempesta monetaria sia il deficit del bilancio americano; che per placarla ci sia bisogno di aumentare i tassi d'interesse; e che gli operatori finanziari manchino di fiducia nel prossimo presidente. «/ mercati sono per loro natura speculativi e volubili» ha sostenuto, «il dollaro comunque rimane allo stesso livello del gennaio '87, non c'è da preoccuparsi». L'atteggiamento del ministro è sembrato incurante, e le banche sono state costrette a porvi rimedio con un altro intervento coordinato a difesa del dollaro, più modesto però di quello di 24 ore prima. Il nuovo capo di gabinetto di Bush, Sununu, si è inoltre affrettato a riassicurare gli operatori, in un'altra intervista alla tv, proclamando che «ta nostra prima mossa sarà la riduzione del deficit». Ciò spiega perché sulla piazza di New York il dollaro abbia recuperato meno terreno che sulle piazze europee: sia giunto per esem¬ pio a 1290 lire anziché a 1295, a 122 yen e mezzo anziché a 123 e a 1,73 marchi e mezzo anziché a 1,74. Spiega anche perché a Wall Street l'indice Dow Jones dei titoli industriali, partito bene, si sia poi praticamente fermato, compiendo solo piccole oscillazioni. E spiega infine perché Bush, parlando alla National Geographlc Society, abbia sconfinato nell'economia, ribadendo che 'l'obiettivo più immediato è il risanamento del disavanzo Usa» e che nei prossimi giorni 'verranno assegnati tutti i ministeri finanziari del nuovo governo». H Presidente eletto dovrebbe annunciare oggi o lunedi la nomina di Darman a ministro del bilancio (Darman è l'ex sottosegretario al Tesoro, il braccio destro dell'eminenza grigia del prossimo governo, il segretario di Stato Baker) e quella dell'economista Boston di Harvard a suo consigliere economico. In realtà, la spedizione di Mulford a Parigi è stata il battesimo intemazionale dell'amministrazione Bush. Sebbene Ronald Reagan sia ancora in carica a tutti gli effetti, i mercati volevano una garanzia dal suo successore. Per rispettare l'etichetta, Bush gliela ha data ma nella clandestinità. Mulford ha finto di partecipare alla riunione dell'Ocse indetta nella capitale francese, 'dove ha compiuto solo una fugace apparizione» ha scritto il New York Times, e ha trascorso invece la maggior parte del tempo al Louvre. Ennio Carette George Bush

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