La Cee: dure sanzioni per la guerra dei Tir di Bruno Gianotti

La Cee: dure sanzioni per la guerra dei Tir Ultimatum ai Paesi che frenano i traffici La Cee: dure sanzioni per la guerra dei Tir La Svizzera blocca i «mezzi pesanti», l'Austria impone «balzelli» STRASBURGO — H Parlamento europeo minaccia ritorsioni contro Svizzera e Austria, accusate di imporre' troppe limitazioni e pesanti balzelli al transito dei Tir della Cee: se non alleggeriranno le loro misure, potrebbero essere ripagate di eguale moneta. Cioè: limitazioni di peso per gli autocarri svizzeri sul territorio europeo, «numero chiuso» e nuòve tasse per quelli austriaci. Tutta la questione è legata alle grandi rotte commerciali tra il Nord e il Sud Europa, strozzata dal valichi alpini e da un ostacolo insuperabile: la limitazione di peso (28 tonnellate, e solo di giorno, contro le 46 per 24 ore del resto d'Europa) imposta dalla Confederazione fin dal 1972, Attraverso le Alpi s'è mosso nell'87 un traffico di quasi 60 milioni di tonnellate, a bordo di 3 milioni di veicoli. Le previsioni di sviluppo sono allarmanti: una nuova invasione di Tir arriverà con l'apertura delle frontiere, nel 1992, ma l'ondata è destinata a diventare travolgente entro il Duemila. Tutte le prolezioni, confermate nei giorni scorsi dal rapporto italiano del Nobel Wassili Leontief, parlano di raddoppio. Di fronte a un quadro allarmante, per le conseguenze economiche e ambientali, il Parlamento europeo, con 270 voti favorevoli e 7 contrari, mercoledì ha approvato una risoluzione che chiede alla Commissionetrasporti di intraprendere azioni di rappresaglia contro i Paesi Terzi (Svizzera, Austria, Jugoslavia). Per l'8 e 119 dicembre è già fissato un incontro, a Bruxelles, tra la commissione e il governo austriaco. Ma la Svizzera, ancorata al rigidi concetti di sovranità riazionale, non ha la t'rmram'a lrrtenziòrie '«M'aprire 1 suol confini ai «bestioni» in ^«a^gia esimei gfaftw ratte1, La Cee ha chiesto, più volte un Corridoio autostradale Nord-Sud, da Basilea é Zurigo a Chiasso. Adolf Ogi, ministro elvetico dei Tra sporti, ha risposto che non è pensabile: «Finirebbe col creare un pericoloso aumento di traffico e di inquinamento in tutta la fascia circostante: non siamo di¬ sposti a sconvolgere mèzza Confederazione», ed ha proposto un nuovo asse ferroviario. La soluzione dovrà essere scelta in un arco di ipotesi che vanno dalla direttrice Loetschberg-Sempione, al Gottardo, allo Spluga: tempo minimo di realizzazione, 13 anni; costi che oscillano fra gli 8 mila ed i 16 mila miliardi. Per gli svizzeri è la scelta migliore: le merci potranno essere trasferite dai Tir ai vagoni negli scali di confine ed attraversare la Confederazione sui binari, senza conseguenze per l'ambiente e la tranquillità dei Cantoni. Ma la Cee e gli autotrasportatori premono per costringere la Svizzera a cedere. Gli italiani sono i più numerosi (230 mila Imprese di trasporto) e tra 1 più accesi sostenitori delle sanzioni: 'Ogni autocarro svizzero ha 2 carte di circolazione. Una interna, per le 28 tonnellate; vft&'peri'èstèro,' che consente di - circolare ■fon una rnaWilòtaTéfliìd a I 46 tonnellate. Basterebbe imporre le stesse loro limitazioni», suggerisce Gaudenzio Marrocchi, segretario generale dell'Anita, l'organizzazione che raggruppa 35 mila Imprese di trasporto. La voce dei trasportatori italiani si leva alta anche contro l'Austria: se non si attraversa la Svizzera, il grosso del traffico è costretto ad infilarsi nella strettoia del Brennero ed a proseguire su un corridoio obbligato fino a Kufstein. Il governo austriaco fissa ogni anno un contingente; fisso di mezzi pesanti autorizzati al transito: per l'88,160 mila tedeschi, 90 mila olandesi, 230 mila italiani, in cambio di altrettanti per i propri camionisti. 'Ma quelli austriaci sono "triangolari", servono per un itinerario Austria-Italia-Germatiia», precisano alla Marani Trasporti di Cesena, un'azienda che rifornisce di ortofrutta il mercato germanico. E, varcata la frontiera austriaca, il trasportatore italiano comincia a sborsare scellini supplementari. Ancora la Marani: .'Passare la dogana tra le 16 e le 8, fuori orario di servizio, costa 123 scellini; altri 340 scellini (360 i giorni/estivi) costa un"so~"!\ vrappèso" bttre le 40 tqn- Sellate:'pòi c'è la tassa di 'assaWiòfm scellinilpW1' 122 chilometri; infine iipè-'J daggió autostradale: 480 ' scellini». In tutto, 244 chilometri dell'attraversamento Obbligato andata-ritorno in territorio austriaco possono costare sui 3.500 scellini, circa 370 mila lire: un balzello a senso unico contro cui si muoverà la Cee. Bruno Gianotti

Persone citate: Adolf Ogi, Gaudenzio Marrocchi, Leontief