Famiglie divise davanti alle bare di Uber Dondini

Famiglie divise davanti alle bare La moglie di Mantella è stata colta da malore e trasportata in ospedale Famiglie divise davanti alle bare Dopo la benedizione in chiesa, nessun contatto fra i parenti dei cinque carabinieri uccisi L'arcivescovo di Ravenna: «Un momento difficile, ma la gente ha sempre fiducia nell'Arma» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE RAVENNA — Cinque bare avvolte nel tricolore allineate nella «appella della camera mortuaria dell'Ospedale Civile di Ravenna. Butte'barf-| diere il berretto d'ordinanza delle cinque vittime a ricordare che ci si trova di fronte ai carabinieri uccisi con due sventagliate di mitra nella caserma di Bagnara di Romagna. Di fronte alla morte, e in attesa che i magistrati chiariscano le cause di quel tragico mezzogiorno di fuoco nella stanza del comandante, l'Arma non ha voluto fare distinzioni fra Antonio Mantella di Vibo Valentia, il carabiniere scelto di 31 anni che probabilmente ha sparato contro i compagni 111 colpi di mitraglletta prima di uccidersi con l'ultimo colpo di pistola, e gli altri quattro carabinieri: il brigadiere Luigi Chianese di Mlnturno, provincia di Latina, comandante della stazione di Bagnara di Romagna, il carabiniere scelto Angelo Quaglia di Controguerra di Teramo ed i due ragazzi che stavano svolgendo il servizio ctt leva::Daniele. Fabbri di 25 anni di Cesena e Paolo Camesasca di' 21 'anni 'df Giussano di Milano. Per tutti e cinque il Comando generale dell'Arma aveva inviato un grande cuscino di fiori, a tutti i familiari dei cinque carabinieri sono giunte identiche parole di conforto e di cordoglio del comandante generale dell'Arma, generale di Corpo d'Armata Jucci, del comandante della divisione Podgora competente per 11talia centrale, generale Mirenna, del comandante della brigata regionale, generale Sassi, e degli altri ufficiali della Legione bolognese e del gruppo di Ravenna L'arcivescovo ravennate monsignor Ersilio Tonini, dopo aver abbracciato a lungo i congiunti delle vittime, ha benedetto le salme ed ha quindi invitato a pregare peri carabinieri ravennati: ha chiesto che venga superato quanto prima un momento così difficile ed ha garantito all'Arma l'intatta fiducia della gente. ■• ** Poco prima, mentre le bare erano ancora aperte nella cèlla mortuaria dell'obitorio dell'ospedale, non vi era stato alcun contatto fra 1 parenti dei cinque carabinieri. Ognuna delle famiglie si era raccolta attorno alla propria bara, ignorando quelle degli altri. Madri, mogli, fratelli e sorelle sono rimasti chiusi nelle stanzette, a pregare e piangere. Le incertezze sulle cause della sparatoria hanno impedito alle cinque famiglie di cercare conforto appoggiandosi gli uni agli altri. Eppure quei cinque carabinieri fino a mercoledì mattina erano amici, o almeno tutto il paese li considerava tali. Uscivano a cena insieme (anche lunedì e martedì) nella trattoria del paese, al mattino andavano al bar a prendere il caffè e poi a fare la spesa finito il servizio. Era successo così anche mercoledì. Uno strazio indicibile circondava la bara con la salma di Antonio Mantella. La madre del giovane carabiniere calabrese, sospettato di avere ucciso i suoi commilitoni prima di rivolgersi contro là pistola calibro 9 per l'ultimo colpo, ha continuato per ore e con tenerezza a rivolgere domande al figlio morto. Ogni tanto cedeva ad una crisi di pianto, ed era inconsolabile. La moglie di Mantella, Maria Di Mottola, col volto distrutto da questi due giorni di dolore, è stata ripetutamente colta da malore ed infine è stata accompagnata su un'autolettiga all'ospedale ravennate, dove le sono stati somministrati tranquillanti. Poi la bara è stata chiusa per l'ultimo viaggio. I parenti del carabiniere ausiliario Daniele Fabbri, giunti numerosi dalla vicina Cesena, hanno fatto quasi quadrato attorno alla bara con il loro congiunto. Sconvolti dal dolore, hanno cercato di respingere più volte gli inservienti delle pompe funebri che volevano sigillare la bara. Tutti i parenti delle vittime avevano lo sguardo segnato dal dolore mentre venivano rivolte loro paróle Ai conforto dal parroco del paese: genitori e mogli volevano soprattutto portar via al più presto le salme e raggiungere i paesi di origine. Per i cinque carabinieri morti mercoledì infatti non ci sarà un unico funerale, dopo la benedizione data dal vescovo ieri pomeriggio. Per l'ultimo addio alle vittime del mezzogiorno di fuoco nella caserma di Bagnara di Romagna ci saranno adesso cinque funerali diversi in cinque angoli distanti l'uno dall'altro dell'Italia. Le bare con i corpi dei cinque carabinieri, dopo la prima cerimonia, sono partite nel pomeriggio per i paesi d'origine. Qualche chilometro insieme, poi i carri funebri si sono divisi all'ingresso dell'autostrada Uber Dondini

Persone citate: Antonio Mantella, Daniele Fabbri, Ersilio Tonini, Jucci, Luigi Chianese, Mantella, Maria Di Mottola, Paolo Camesasca