Viaggia in treno la fortuna di Graziano di Fulvio Milone

Viaggia in treno la fortuna di Graziano Viaggia in treno la fortuna di Graziano Le aziende dell'ex presidente dell'Avellino forniscono alle Ferrovie lenzuola e prodotti per l'igiene - Nell'87 l'imprenditore fu arrestato per la truffa del dòpo-terremoto NAPOLI—Titolo: -Attacco dei metalli nobili». C'è chi dice che la ricerca è considerata ormai un classico in molte università europee. L'autore è Elio Oraziano, In- ' gegnere chimico 'laureato alla Sorbona, Parigi», come ha sempre tenuto a precisare, sposato, un figlio. Deve molto a quello studio, l'ingegnere, ma la sua fortuna appare legata soprattutto alla scoperta di un nuovo solvente per la rimozione di particelle elettrostatiche dalle parti meccaniche dei treni. Ai treni, e alle Ferrovie dello Stato, Elio Graziano, 58 anni, un figlio, *selfmade man» dal carattere aggressivo e irruento, più d'una volta nei guai con la giustizia, deve molto. I binari sono stati al centro della sua vita sin da quando era in fasce, n padre, infatti, era un modesto ferroviere, il suo stipendio bastava appena a mantenere la numerosa prole: sei figli. Nessuno avrebbe mai immaginato che da quella famiglia di origine irpina sarebbe uscito il titolare di un impero finanziario dal fatturato annuo di oltre quattrocento miliardi. Due stabilimenti sono a Fisciano, in provincia di Salerno, e a Pratola Serra, a pochi chilometri da Avellino. Altri due ne ha aperti in Piemonte, a Borgofranco e a Novara. E nessuno avrebbe mai immaginato che un giorno quel vivace ragazzone, anch'egll per un breve periodo impegato nelle Ferrovie dello Stato, sarebbe vissuto in una faraonica villa nel quartiere più esclusivo di Salerno, Sala Abbagnano. Il grande salto Elio Graziano lo tenta quando decide di abbandonare il posto di ferroviere. Frequenta per alcuni anni l'Università di Bologna, quindi espatria in Francia. Qui elabora lo studio sui metalli nobili e scopre la formula magica. Sta di fatto che, da allora, la fortuna vede in Elio Graziano uno dei suol figli prediletti. Tornato a casa, fonda una società dopo l'altra. Si lancia in spericolate operazioni finanziarie, fa il costruttore ma presto dirotta quasi tutte le attività nel settore chimico. E i treni, ancora una volta, sembrano essere la costante della sua vita fortunata: ottiene commesse a iosa, oltre a fornire l'ente di 'tessuto non tessu¬ to», riesce a piazzare saponette e carta igienica. Crea un gruppo finanziarlo, la «Idaff-Icg». Una delle sue fabbriche, l'«lsochlmlca», è specializzata nella decoibentazione delle vetture ferroviarie: sostituisce l'amianto contenuto nelle vetture con materiale antirombo e anti-vibrante. Nella prima metà degli Anni Ottanta Oraziano è una potenza finanziarla, sia nell'Irplnia devastata dal terremoto sia nel Salernitano. Ma è proprio in quel periodo che la fortuna comincia a non mostrarsi cosi benevola con lui. Fioccano le prime denunce degli ambientalisti che lo accusano di inquinare con le sue fabbriche la provincia di Avellino. Oraziano riesce a cavarsela, ma la magistratura comincia ad interessarsi con inusitata costanza alle sue attività. Lui, come se nulla fosse, continua per la sua strada. Ad Avellino la gente lo adora, da quando nell'83 ha rilevato la squadra di calcio, fino ad allora «proprietà» dell'imprenditore in odor di camorra Antonio Sibilia. Avventura fallimentare, scandita da contratti miliardari stipulati con gioca¬ tori mediocri e da favolose trasferte miliardarie della squadra. n primo guaio serio di Elio Oraziano con la giustizia risale maggio dell'87, quando il sostituto procuratore della Repubblica di Salerno Michelangelo Russo emette contro di lui un ordine di cattura per truffa ai danni dello Stato. Un brutto affare: il giudice accusa Oraziano di avere chiesto e ottenuto risarcimenti per miliardi (diciassette, di cui sei già incassati) per danni in realtà mai causati dal terremoto alle sue fabbriche. Oraziano riesce a sapere per tempo dell'ordine di cattura e attua una fuga clamorosa: decolla con il suo elicottero dal tetto della villa salernitana. Non ricomparirà se non dopo mesi, quando cioè avrà avuto la garanzia degli arresti domiciliari. Continuerà a gestire le sue attività dalla splendida abitazione di Sala Abbagnano e tornerà libero, anche se in attesa di processo. Abbandonerà al suo destino l'amata-odiata squadra di calcio irpina, ma non le Ferrovie dello Stato. Quelle sono sempre state nel suo cuore. Fulvio Milone

Persone citate: Abbagnano, Antonio Sibilia, Elio Graziano, Elio Oraziano, Michelangelo Russo, Sala Abbagnano