L'inchiesta sulle cuccette d'oro cominciò nel '79 di Francesco Santini

L'inchiesta sulle cuccette d'oro ceminciò nel '79 L'inchiesta sulle cuccette d'oro ceminciò nel '79 ROMA — Cinquanta giornalisti nella sala del consiglio d'amministrazione dell'Ente Ferrovie e il presidente Lodovico Ligato, 49 anni, perde 10 smalto del manager che s'è costruito negli ultimi 34 mesi. Questa storia di lenzuola e di cuscini del vagoni letto a prezzi esorbitanti gli fanno dire con amarezza: «La mia nomina viene dall'esecutivo e quando il governo che mi ha investito di questa responsabilità mi facesse capire di causare un piccolo imbarazzo o una grande difficoltà non avrei alcun problema a considerarmi dimissionario. Quanto alla politica, si sa, è l'arte del compromesso e, su questo, io non ho nulla da aggiungere». C'è imbarazzo, sgomento. 011 domandano: «Afa è lei che ha convocato i giornalisti, è lei che deve parlare: Doppiopetto grigio, cravatta elegante, 'Lodovico il Caro» è in un momento delicatissimo della sua carriera. Ma è un uomo abituato a combattere, a difendersi, ad attaccare. Ancora ieri sera nessuno poteva scommetere sul suo futuro. Il partito socialista, da troppo tempo chiede la sua testa, ma lui, Ligato, il figlio di ferroviere, il giornalista, il parlamentare, l'uomo arrivato da una cittadina del profondo Sud ai vertici dei 220 mila uomini delle rotaie non si dà per vinto. A toglierlo dall'imbarazzo, c'è il suo capo ufficio stampa, Carlo Gregoretti, che subito interviene: «Vi abbiamo chiamati per distribuirvi la cronistoria della vicenda che ha portato il presidente alla comunicazione giudiziaria. Poiché il magistrato ha deciso di ascoltare il presidente, riteniamo che tutto sia coperto dal segreto istruttorio. Una comunicazione giudiziaria, null'altro, come l'ha ricevuta il direttore generale delle Ferrovie, Coletti». Coletti vuol intervenire, ha quasi un sussulto, ma Gregoretti si riprende: *Il direttore generale non ha avuto una comunicazione giudiziaria, ma immagino che possa arrivargli: Ligato mostra segni di insofferenza. Quindi decide, come sempre, il contrattacco: «Ho una comunicazione giudiziaria per truffa e se il mio amico Nuccio Fava, direttore del Telegiornale, ha aperto l'edizione delle 13,30 con una mia foto enorme, a mezzobusto, è bene precisare: io ho soltanto una comunicazione per truffa, un reato di competenza del pretore. Null'altro». Ligato sa che il Tgl è vicino alla democrazia cristiana, il suo partito da sempre, almeno dal 1970 quando a Reggio Calabria infuriava la rivolta dei «Boia chi molla» e lui, che attaccava manifesti contro il capopopolo missino Ciccio Franco, vide la propria automobile saltare in aria con una bomba Ligato, placata la rivolta di Reggio Calabria, prese il volo. Consigliere regionale eletto con 1 voti deU'allora sottosegretario al Trasporti Vincelli, subito seppe fare da solo. Ultimo degù eletti nel Settanta, diventa prima assessore agli Enti locali, poi al Bilancio. Ms. la Calabria è soltanto un primo passo. Lavora duro, lascia i fanfanlani, va con Andreottl e alla seconda legislazione regionale, nella de, è il primo degli eletti. La sua forza è sempre più grande, ma per le Ferrovie non esita a lasciare, con il Parlamento, l'immunità che gli veniva dal suo status, il cronista del Tg2 gli domanda: 'Presidente, lei ha mai conosciuto Elio Oraziano, l'ex presidente della squadra di calcio dell'Avellino?». Ligato risponde secco: 'No, mai conosciuto». Adesso si alza in piedi, cammina, toma a sedersi. Il direttore generale, Giovanni Coletti, su questa fornitura da 140 miliardi non ha difficoltà ad ammettere: 'Conosco Graziano, come conosco tutti i fornitori ufficiali delle Ferrovie dello Stato: sapevo che l'inchiesta si andava sviluppando da tempo ma non pensavo che andasse a finire così». Ai giornalisti viene offerta una cartellina che ricostruisce la storia dell'appalto del le lenzuola delle carrozze letto. Gli uomini di Ligato con¬ fermano: «£' una storia che viene da lontano, comincia nel 79». Il presidente Ligato non sa neppure che questa indagine della magistratura va avanti da 15 mesi. Tutto quello che sa lo dirà al giudice Calabria. Ha chiesto di essere subito ascoltato: meglio chiarire subito. Per 11 resto? Dal volto di Ligato non traspare nulla. C'è soltanto una certa stanchezza nello sguardo di un uomo molto potente. L'assalto al treno dalle lenzuola d'oro coinvolge personaggi di rango. Per Ligato una nuova battaglia. In piazza della Croce Rossa, sede dell'Ente Ferrovie, non si vive il clima dell'attacco alla diligenza. Il capo ufficio stampa di Ligato dice che ai vertici dell'Ente creato proprio per Ligato e scorporato dai Trasporti regna «Za tranquillità più totale: Una tranquillità suffragata, comunque, da una circostanza incontestabile: ogni commessa deliberata dal Consiglio d'amministrazione, oggi nella tempesta, è sempre sottoposta a verifiche rigorose. Dai vertici delle Ferrovie si ammette soltanto che dalla periferia possono sempre arrivare alcune irregolarità. Ligato dice di non sapere nulla sulla fornitura. Cammina nervosamente, ma sembra un uomo che ha ancora carte da giocare. Francesco Santini mimmi Roma. Il presidente delle Ferrovie, Lodovico Ligato (Tel.)

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