Lo Stato dell'Olp riavvicina Peres e Shamir

Lo Stato dell'Olp riavvicina Peres e Shamir Likud e laboristi discutono una nuova coalizione per fronteggiare la mossa di Arafat Lo Stato dell'Olp riavvicina Peres e Shamir Il premier, occorre l'unità per resistere alle pressioni internazionali • Questa volta non ci sarà alternanza per la carica di primo ministro - Dure resistenze all'interno dei due partiti • Le comunità americane: nessuna legge su chi è ebreo o sarà la frattura NOSTRO SERVIZIO TEL AVTV—Fino a tre settimane fa si accusavano di essere rispettivamente «l'assassino della pace» e •l'assassino della verità». Ora, a eledoni concluse, i leader dei due oloceni politici principali, il conservatore Yitzhak Shamir e il laborista Shimon Peres, cercano di dare vita a una nuova edizione del governo di unità nazionale. Sono probabilmente le nubi che si addensano sul futuro della nazione, all'indomani della dichiarazione di indipendenza palestinese, a riavvicinare i due maggiori protagonisti della politica israeliana. Sulla carta, il primo ministro incaricato Shamir potrebbe già formare un governo ristretto di estrema destra e con l'aiuto dei partiti ultraortodossi. «Afa sarebbe un governo precario — ha detto ieri il premier —. Per garantirne l'esistenza dovremmo ricorrere a continue manovre parlamentari. Adesso, invece, è necessaria l'unità della nazione per far fronte alle trame dell'Olp e alle possibili pressioni dell'opinione pubblica». L'opera di avvicinamento fra il Likud e il partito laborista è intralciata, tuttavia, da forti resistenze all'interno dei due. blocchi politici. Da destra il ministro dell'Industria Ariel Sharon incalza Shamir perché prenda senza indugi le redini del potere e cominci ad attuare una più decisa politica repressiva nei confronti delia direzione della rivela palestinese nei territori occupati. La sinistra vorrebbe Invece vedere i laboristf all'opposizione e sostiene eh-, aggregandosi a un governo di unità nazionale in posizione subordinata, essi non potrebbero ostacolare efficacemente la politica del Likud e costituirebbero soltanto una «foglia di fico» per Shamir. E' stata proprio la questione delle possibilità di veto che sarebbero concesse al partito di Shimon Peres l'argomento principale di un incontro segreto svoltosi ieri a Tel Aviv fra due alti esponenti del Likud e del laboristi. Shamir ha già chiarito a Peres che questa volta l'alternanza fra di loro all'incarico di primo ministro non ci sarà. I laboristi affermano di avere ingoiato la dolorosa rinuncia «per il bene della patria»: essi vedono come 'potenzialmente disastrosa per Israele» la politica di un go\ emo di estrema destra. Ma nel momento in cui la I claise politica israeliana cer¬ ca di valutare le effettive ripercussioni intemazionali della dichiarazione d'indipendenza palestinese (se cioè essa sia di tale portata da condurre lo Stato ebraico verso un duro confronto politico con la Comunità europea e forse anche con l'Amministrazione di George Bush), un'altra pesante nube si affaccia all'orizzonte, quella della spaccatura all'interno del mondo ebraico. E' stata la promessa, strappata dai partiti ultraortodossi a Shamir, di approvare già nelle prossime settimane un emendamento alla legge che stabilisce «chi è ebreo» a suscitare una sollevazione nell'ebraismo americano. In base ad esso, lo Stato d'Israele riconoscerebbe il primato assoluto della corrente ortodossa su quelle riformiste (molto forti negli Stati Uniti) ai fini della concessione dei privilegi previsti dalla «legge del ritorno» per gli ebrei che dalla diaspora emigrano in Israele. Mette in questione, cioè, il reale ebraismo di alcuni milioni di ebrei americani. In una burrascosa riunione tenuta giovedì a New Orleans, tremila delegati di 200 grosse comunità ebraiche del Nord America hanno deciso d'inviare una loro delegazione la settimana prossima in Israele, per spiegare ai principali leader politici che rischiano di provocare una grave frattura all'interno del mondo ebraico. Ieri Shamir ha detto di rendersi conto delle apprensioni degli ebrei americani: "Credo che, con un po' di buona volontà, riusciremo a trovare una soluzione soddisfacente per tutti». f.a.

Luoghi citati: Israele, New Orleans, Nord America, Stati Uniti, Tel Aviv