Perù:dai debiti alla fame

Perù: dai debiti alla fame Code nei negozi e scioperi contro l'austerity di Garda Perù: dai debiti alla fame L'azienda alimentare di Stato non distribuisce più rìso, le scorte sono ridotte al nummo - Con il presidente solo 16 cittadini su cento - L'ex sindaco di Lima: «La casa sta crollando, preoccupiamoci che il tetto non caschi in testa ai poveri» NOSTRO SERVIZIO LIMA—La capitale peruviana è alia paràlisi, strangolata dagli scioperi dell'ultimo mese, ma il presidente Garda — di cui si invocano le dimissioni — s'appresta a varare un secondo pacchetto di misure d'austerità. Domenica scorsa, Solidarietà e Democrazia (Sode), un partito di centro-destra fondato di recente, ha chiesto apertamente al Presidente di dimettersi. La lettera concludeva: 'Nella ferma convinzione che lei, signor Presidente, sia la causa principale del declino delia Repubblica e il principale ostacolo sulla strada della ripresa, la supplichiamo, nel rispetto delle procedure costituzionali, di andarsene». I sondaggi d'opinione hanno relegato la popolarità di Alan Garda a uno sconsolante 16%, ben sotto il 96 per cento di tre anni fa, quando il giovante, promettente Presidente, assunse l'incarico. Ma mentre il Sode può volere che Garcfa se ne vada, molti dei suol oppositori tifano perché il Presidente rimanga nel Palazzo sino al 1990, per timore di chi potrebbe rilevarlo. I peruviani stanno ancora riprendendosi dallo choc dell'ultimo pacchetto di misure economiche, annunciato il 6 settembre, che ha drasticamente ridotto il loro potere d'acquisto. Il malcontento popolare nei confronti delle misure si è riflesso nelle ondate di scioperi che hanno colpito il Paese nel corso delle ultime settimane: i minatori sono attualmente alla quinta settimana, e i tessili si astengono dal lavoro a tempo indefinito. I bancari, in sciopero lino a venerdì scorso, hanno momentaneamente sospeso l'agitazione, ma i dipen¬ denti pubblici stanno minacciando sciopero in questi giorni, e la Confederazione' nazionale dei lavoratori peruviani (Cgtp) minaccia di proclamarlo la prossima settimana. Anche 1 venditori dei biglietti della lotteria hanno incrociato le braccia. L'E casa, l'azienda alimentare di Stato, ha smesso di distribuire riso, la principale risorsa per milioni di peruviani. Sui mercati, continuano a trovarsi i prodotti di prima necessità, ma in quantità modeste. Le code sono divenute uno dei segni distintivi del governo dell'Alleanza popolar-rivoluzionaria americana (Apra). Acquirenti furibondi e frustrati si lamentano del fatto che per comprare riso, olio, zucchero o latte devono mettersi in coda ore e ore: Inoltre, 1 negozianti li obbligano a comprare merci cui non sono interessati per ogni acquisto di prodotti base. Una fra le maggiori cause dell'attuale conflittualità nell'industria è un decreto promulgato dal governo per limitare gli aumenti salariali a 40 mila inti, equivalenti a meno di cento dollari il trimestre al cambio corrente. Questo vorrebbe dire lasciare i salari inabissarsi sotto un costo della vita che sale alle stelle. Con un'inflazione annuale che supera ampiamente 11 mille per cento e imo sviluppo, già negativo, che quest'anno si prevede declinerà di un al' tro 6% sino a raggiungere il 9, il Perù sta infatti affrontandò uno dei momenti più difficili della sua storia repubblicana. Viene dato per imminente l'annuncio d'un nuovo piano di misure economiche: una squadra di 40 economisti éte^andOvAbeligaMnas, il ministro delle Finan¬ ze, a ideare un programma economico coerente per ti periodo 1988-1990; un'equipe del Fondo monetarlo intemazionale e della Banca Mondiale si trova inoltre a Lima per lavorare In stretto contatto con Salina» e Fedro Coronado, presidente della Banca centrale. Ci si aspetta Che il nuovo piano sia più rigido di tutti quelli passati. Un rappresentante della Banca mondiale ha détto ufficiosamente che il Perù dovrebbe considerare l'ipotesi di ripartire da zero con una svalutazione del 400 per cento. Tuttavia, alla vigilia del congresso dell'Apra, che si svolgerà dall'8 all'11 dicembre, le elezioni amministrative a One 1989 e la selezione del candidato presidenziale per il 1990, alcuni politici del partito preferirebbero ignorare i problemi economici e concentrarsi su obiettivi politici più a breve termine. n Fredemo, ! a coalizione Libertà e Democrazia formata dal Partito d'azione popolare di Belaunde Terry, dai Partito cristiano-popolare di Luis Bedoya e dal Movimento per la Libertà di Mario Vargas Los a, all'inizio di novembre ha già aperto la campagna elettorale a Trujillo: non è ancora chiaro, tuttavia, se 1 tre partiti si metteranno d'accordo per presentare un unico candidato presidenziale a marzo, quando annunceranno il loro programma di governo. Alfonso Barrantes, l'ex sindaco di Lima e leader della Sinistra Unita (Iu), si è spinto oltre le sue strette competenze in un'intervista televisiva rilasciata domenica scorsa. Ha riconosciuto l'urgente necessità di cercare aiuto nel mondo della finanza intemazionale, spiegando che 'la casa sta crollando: è dovere di.tulli accertarsi che il tettò non ca¬ da sulla testa dei poveri sottostanti». B congresso della Iu si terrà agli inizi di dicembre, in pieno clima di rissa interna'dopo che una coalizione di sinistra ha disertato a seguito d'una disputa ideologica. Barrantes, Che si descrive come leale militante di sinistra — e socialista — ha dichiarato: «Se non sarò convinto che un governo di sinistra contribuirà a consolidare la democrazia e servire la maggioranza, non accetterò di candidarmi: In un'intervista a un giornale spagnolo, Barrantes ha detto che se la Iu vincerà le elezioni del 1990, dichiarerebbe guerra aperta ai guerriglieri di Benderò Luminoso: «Se la gente votasse per un governo della Sinistra Unita, squalificherebbe Benderò Luminoso che per rappresaglia moltiplicherebbe gli attacchi. Stiamo discutendo la nostra politica nei confronti dei senderisti, che non dovrebbe essere solo repressiva e affidata unicamente alla polizia, ma arricchita con programmi politici, economici, sociali: Un nuovo film che sta per uscire in Perù potrebbe esacerbare una situazione politica già complessa. Là pellicola di Francisco Lombardi, «La Boca del Lobo», è un resoconto ben documentato degli avvenimenti svoltisi fra il 1980 e 11 1983, incluso il massacro avvenuto presso Huamanga. La prima del film, a fine mese, promette di essere l'evento culturale dell'anno, e la reazione del militari potrebbe cogliere di sorpresa la censura governativa, che ha deciso di autorizzarne la proiezione. Veronica Baruffati : ;C«(^te«5fl»d«'TlniesBnK1£ e per l'Italia «La Stampa».

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