Dall'Est qualcosa di nuovo

Dall'Est qualcosa di nuovo La diffusione della motorizzazione privata crescerà nei prossimi anni Dall'Est qualcosa di nuovo I sette Paesi del Comecon hanno costruito nell'87 circa 2 milioni e 200 mila vetture - In Urss una macchina ogni 25 abitanti Come va l'automobile. nei Paesi cosà detti dell'Est? Pino a pochi anni or sono la risposta sarebbe stata senza esitazioni questa: se si eccettuano l'Unione Sovietica e la Jugoslàvia, che pure ci sono arrivate con parecchio ritardo rispetto ài Paesi industrializzati dell'Occidente, la diffusione dell'auto privata è talmente ridotta da non entrare neppure nelle statistiche della motorizzazione mondiale, mentre uno spazio non trascurabile è lasciato alla costruzione e alla circolazione di mezzi pesanti per trasporto di merci e collettivo di persone. Oggi la situazione sta cambiando. E da quanto è emerso , recentemente a Mosca si modificherà ancora di più in futuro, anche se sarà ancora per mólto tempo difficile non considerare l'automobile come una vistosa discriminante fra proprietà privata e consumi collettivi. Ma esaminiamo le cifre, con l'avvertenza che è opportuno considerarle con molta cautela, perché le diverse fonti cui è dato attingere non sempre offrono dati omogenei Quelle che in questa nota riportiamo sono tratte dall'edizione 1988 dell'Annuario dell'industria automobilistica mondiale. . Troviamo, dunque, che nel 1987 la produzione globale del Comecon, cioè il blocco politico-economico che raggruppa Unione Sovietica, Jugoslavia, Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia, Romania, Repubblica Democratica Tedesca, è stata (o sarebbe stata) di circa 3.400.000 automezzi di cui poco più di 2.200.000 tra vetture, fuoristrada e veicoli commerciali. Sempre l'anno scorso la circolazione complessiva nei suddetti Paesi era prossima ai 28 milioni di autoveicoli, con densità (numero di abitanti per automezzo in circolazione) variante da un massimo di 55 persone/vettura in Romania a un minimo di 4,4 nella Germania orientale, in cui, quindi, la motorizzazione privata appare a un livello quasi occidentale. Nella sterminata Unione Sovietica la densità è di poco inferiore a un'auto ógni 25 abitanti e a un veicolo ogni 13 persone. La produzione è molto frammentata e in più di uri caso si avvale di supporti collaborativi di industrie occidentali. H caso più conosciuto, e anche di più vecchia data, è quello della fabbrica sovietica Vaz di Città Togliatti, dove si costruiscono le vetture Lada (dette, anche •Shigull»), di origine Fiat, e i veicoli «4x4 Ntva»; ancora con la collaborazione della Fiat produce la più importante industria Jugoslava (la Zastava di Kragujevac) e in Polonia vengono costruite su licenza di Miraflori la «126», la «FS0126 P» e la «Polonez». In Romania la «4 x 4 Aro» e la «Dacia» sono in buona parte basate su meccànica Renault. All'interno del Comecon, come è facilmente intuibile) si verifica un abbastanza vasto commercio di import-export, quest'ultimo assai vivace da parte delTUrss, che in particolare alimenta il mercato delle vetture là dove l'Industria produttrice è modestamente attrezzata 0 addirittura inesistènte. Per esempio l'Ungheria ha importato ranno scorso quasi 168.000 tra vetture (di fabbricazione sovietica) e autocarri fatti all'Est. Tuttavia, qualcosa va e viene anche con 1 Paesi occidentali. Nel 1986 (sono le cifre più recenti conosciute), la Polonia ha importato 7400 vetture, delle quali 5500 giapponesi e 685 italiane; l'Ungheria 1680, oltre la metà delle quali dalia Germania occidentale; la Cecoslovacchia 1130, e questa volta è l'Italia la principale fornitrice. La stessa Cecoslovacchia esporta in Occidente le sue ecònomiche vetture Skoda, così come Urss e Romania hanno un certo mercato europeo rispettivamente con le «Lada Niva» e «Aro» a trazione integrale. Per quanto riguarda 11 livello tècnico, salvo poche eccezioni, ci troviamo di fronte a costruzioni abbastanza superate se non addirittura obsolete, come le Wartburg e le Trabant. prodotte nella Repubblica Democratica Tedesca: linea a parte, sono vetturette azionate da motori a due tempi, su tre' 0 due cilindri, la cui origine risale alle utilitarie Dkw di anteguerra (eppure se ne vendono quasi 160.000 ogni anno). Ma esistono chiari segni che anche in questo campo si sta iniziando una svòlta: tanto per citare qualche caso di rinnovamento profondo, la sovietica Volga ha recentemente presentato un nuovo modello (per la prima volta a trazione anteriore) molto «occidentale» per linea e meccanica, e la jugoslava Zastava ha adesso in produzione la berilna «Yugo Florida» con carrozzeria a due volumi ideata dalla Italdesign. E altre novità sono attese nel prossimo futuro, coinvolgendo anche carrozzieri italiani. Ferruccio Bernabò »SUno dei primi prototipi della «city car» dèììa Fiat

Persone citate: Ferruccio Bernabò