Cassa Prato: le banche temono un conto salato di Valeria Sacchi

Cassa Prato: le banche temono un conto salato Perplessità sull'intervento dèi Fondo di garanzia Cassa Prato: le banche temono un conto salato Il salvataggio costerebbe 1100 miliardi, Fattivo sarebbe di appena 50 MILANO — I banchieri sono preoccupati: la decisione del Consiglio del Fondo interbancario di garanzia di accollarsi l'intero salvataggio della Cassa di Prato non li trova consenzienti. Mercoledì, In sede di comitato esecutivo Abi, le prese di posizione sono state numerose anche perché mancavano 1 dati sulle modalità dell'operazione. Che dovrebbe essere una specie di intervento ponte: il Fondo si accolla le sofferenze e la prima ricapitalizzazione per complessivi 1100 miliardi più qualcosa, poi cede la Cassa di Prato a qualcuno. Per calmare gli animi, il presidente dell'Abi, Pietro Barucci, ha assicurato che si procederà immediatamente ad una revisione dello statuto del Fondo. Infatti, per accedere al Fondo, che è nato circa un anno fa, bisogna inoltrare una richiesta che deve essere vagliata dal consiglio: come mai Prato è stata ammessa, dal momento che la sua crisi data da almeno due anni? In attesa della revisione dello statuto, bisognerà comunque procedere alla ricapitalizzazione: l'intervento promesso a Prato supera infatti la dotazione. Ha dichiarato ieri Nerio Nesi: «Per la Banca Nazionale del Lavoro il conto da pagare è salato. Con il primo piano dovevamo sborsare 31 miliardi, ora dovremo arrivare a SO. E' una soluzione tutta da verificare sul piano giuridico e che suscita inquietudine. Contrariamente a quanto è accaduto nel caso Ambrosiano, non è stato individuato il soggetto che si faccia carico dell 'operazione». E' certamente questa una delle incognite gravi: chi si accollerà Prato? A differenza del caso Ambrosiano dove, a fianco del passivo, esisteva un consistente attivo (basti pensare alla Toro, alla Cattolica del Veneto e al Varesino), nella Cassa di Prato sembrano esserci solo passivi. L'intervento del Fondo di garanzia sui depositi ha scongiurato dunque la liquidazione. Ora bisognerà arti¬ colare il piano nei dettagli, e non è detto che, a quel punto, anche questa soluzione si riveli, come la precedente, non percorribile. E' necessario individuare un gruppo bancario abbastanza grosso da poter prendere sulle proprie spalle la cassa pratese. I nomi non sono molti: Montepaschi o Cari pio. «Temo—ha dichiarato ieri Sergio Ammarinati, segretario generale della Fiba-Cisl — che, nonostante la decisione adottata dal Fondo, la vicenda Prato non sia ancora conclusa». Un altro aspetto non ancora emerso è quello delle responsabilità penali degli ex amministratori. Sèmpre ieri Franco Esposito,1 segretario generale della Falcri, ha dichiarato: 'Bisogna continuare ad indagare per determinare le responsabilità che hanno portato a questa situazione». Sulla stessa lunghezza d'onda anche il segretazio delle Uib-Uil, Elio Porino, che ha chiesto «regole certe per colpire ì responsabili». Valeria Sacchi

Persone citate: Elio Porino, Franco Esposito, Nerio Nesi, Pietro Barucci, Sergio Ammarinati

Luoghi citati: Fondo, Milano, Prato, Veneto