Sigilli all'altoforno di Lucchini di Susanna Marzolla
Sigilli all'altoforno di Lucchini Sigilli all'altoforno di Lucchini Decisione del pretore dopo un esposto Fiom - Sarebbero state violate norme su infortuni e inquinamento - Due stabilimenti rischiano di fermarsi • L'azienda impugnerà la decisione MILANO — Si profila la chiusura per due stabilimenti della Lucchini Siderurgica in provincia di Brescia. Ieri infatti sono stati messi i sigilli all'altoforno della fabbrica di Sarezzo. Immediatamente è stata sospesa la produzione nel reparto acciaieria. Tra pochi giorni, appena terminato il materiale, si fermerà anche il laminatoio, poi toccherà allo stabilimento di Casto, la cui produzione dipende direttamente da Sarezzo. La chiusura è stata decisa dal pretore di Gardone vai Trompia, Raffaele Toselli, al termine di un'Inchiesta scaturita da un esposto della Fiom: si accusava la Lucchini di non rispettare te norme antinfortunistiche. Il pretore, nella motivazione del provvedimento, fa riferimento alla violazione di 59 articoli di legge che riguardano le garanzie contro gii infortuni, nonché l'inquinamento da rumore, polvere e calore. n magistrato, accompagnato dagli ufficiali giudiziari, è arrivato ieri a mezzogiorno nella fabbrica Ha permesso di concludere 11 ciclo di lavorazione poi, alle due del pomeriggio, ha fatto mettere 1 sigilli. Sono stati subito «posti in libertà» 1 cento operai del reparto acciaierìa Tra breve lo stesso provvedimento toccherà ai loro colleghi: lo stabilimento di Sarezzo occupa in tutto circa 300 lavoratori, quello di Casto 150. La Lucchini, per li momento, ha emesso uno scarno comunicato in cui solleva forti perplessità sull'operato del pretore: «Il decreto di chiusura dell'acciaieria di Sarezzo — si legge — si basa sui risultati di una perizia che è stata messa a disposizione dei legali deU'azlenda solo due giorni fa. Questo quando i legali della Fiom ne sono in possesso da oltre un mese. La legge dà tempo cinque giorni per presentare le osservazioni: il pretore non ha atteso nemmeno questo termine". Le decisioni dell'azienda verranno prese dopo la lettura della perizia Fin d'ora comunque par di capire che 1 legali della Lucchini impugneranno il provvedimento Ari magistrato mentre non è ancora chiaro cosa Intenda fare la Lucchini rispetto ai dipendenti forzatamente senza lavoro. «Noi li mettiamo in liberta, non possiamo fare altro. E adesso vorremmo sapere dalla Fiom che prospettive possono esserci—dice polemicamente Ugo Calzoni, stretto collaboratore dell'ex presidente dalla Confindustria —, neppure la commissione paritetica azienda-sindacati sui problemi ambientali era stata informata sulla perizia del pretore». «Per quanto riguarda 1 lavoratori — ribatte Maurizio Zipponi, segretario della Fiom di Brescia — deve essere chiaro che a loro va garantito il salario o daU'azienda stessa o con la cassa integrazione. La decisione del pretore dimostra che avevamo ragione, che nella fabbrica le norme vengono costantemente violate. A luglio è stato fatto l'accordo aziendale, sottoscrìtto da Firn e Uilm. Vi si dice che sull'ambiente l'arienda opera con tempestività e professionalità. E anche per questo noi non l'abbiamo firmato». Nell'esposto, presentato dalla Fiom nel 1986, veniva segnala to un alto numero di infortuni ■ul lavoro: «752 negli ultimi otto anni—dice ancora Zlpponi — con una perdita di 18.300 giorni di lavoro». All'iniziativa sindacale erano seguiti un al tro esposto da parte del sindaco di Sarezzo, due ispezioni della Usi e infine la perizia disposta dal magistrato. Susanna Marzolla
Persone citate: Lucchini, Lucchini Decisione, Maurizio Zipponi, Raffaele Toselli, Ugo Calzoni
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