Riad minaccia l'Opec

Riad minaccia l'Opec Tensioni in vista della riunione di Vienna Riad minaccia l'Opec Se non si rispetteranno i «tetti», i sauditi aumenteranno le vendite per far crollare i prezzi - Oggi si producono 23 milioni di barili il giorno, ne basterebbero 18 ml mano coMHawNMmi. WASHINGTON — Traumatico colpo di scena alla riunione congiunta del Comitato Prezzi e del Comitato Strategia a Lungo Termine deU'Opec ieri a Vienna. L'Arabia Saudita ha minacciato di aumentare la produzione di petrolio da 8 milioni e mezzo a oltre 10 milioni di barili al giorno, vicino al massimo storico, cosa che potrebbe fare crollare il greggio a 5 dollari al barile dai 12 attuali L'ultimatum saudita è giunto a poche ore dall'inizio dei lavori, ha riferito il Wall Street Journal, quando è divenuto chiaro che difficilmente i due Comitati riusciranno a imporre ai 13 Paesi membri deU'Opec un limite alla produzione petrolifera nell'89, limite necessario per riportare gradatamente il greggio al livello considerato ottimale di 18 dollari al barile. Se la riunione non porterà ad accordi concreti, hanno ammonito 1 sauditi, «ci riterremo liberi di produrre tutto il petrolio che saremo in grado di vendere*; 'Non accetteremo più nessun tetto alla nostra produzione* ha dichiarato un funzionario. La rappresaglia saudita — se scattasse veramente—sarebbe foriera di gravi conseguenze per l'economia mondiale. D segretario generale deU'Opec, l'ex ministro del Petrolio indonesiano Subroto, ha affermato che «un au mento del 40 per cento della produzione dell'Arabia Saudita metterebbe in crisi i Paesi petroliferi più indebitati come il Messico e la Nigeria, manderebbe al tappeto le banche occidentali che li hanno finanziati o hanno finanziato il petrolio in genere e porrebbe fine alle ricerche di energie alternative'. Il greggio a 6 dollari al barile o poco più offrirebbe un so lo vantaggio: impedirebbe lo scoppio dell'inflazione (aiuterebbe Inoltre gli Stati Uniti che potrebbero deprezzare 11 dollaro senza esporsi a rischi eccessivi). ' Che cosa si nasconde dietro l'ultimatum dei sauditi all'Operi? La tesi prevalente è che essi vogliano uscire dalla spirale del loro deficit di bilancio. Nell'87, quando la loro produzione era di soli 4 milioni e 300 mila barili al giorno, ma U prezzo del barile di greggio si aggirava sui 18 dollari, i sauditi incassavano quotidianamente 77 milioni di dollari, oltre 100 miliardi di lire. Quest'anno, pur producendo più di 6 milioni e mezzo di barili, incassano solo 87 milioni di dollari, perché il prezzo è sceso intomo ai 10 dollari. Quel che è peggio, quasi nessun membro del cartello rispetta più i contingentamenti sulla produzione: gli Emirati Arabi 11 hanno denunciati cinque mesi fa, l'Iraq non li ha mal riconosciuti, insistendo sulla parità con l'Iran, altri li hanno ignorati. il Wall Street Journal ha intervistato il ministro del Petrolio saudita Nazer, il successore di Yamani, au questa guerra del greggio. Nazer ha rifiutato di confermare che aumenterà la produzióne a 10 milioni di barili al giorno. Ma ha asserito che •se essa salirà, sarà in reazione alle violazioni altrui degli accordi firmati in passato*. Nazer, che gode della piena fiducia di re Fahd, ha definito decisiva la Conferenza deU'Opec che si aprirà a Vienna tra quattro giorni. Sembra che abbia suggerito all'Opec un tetto di 17 milioni e mezzo di barili al giorno. Attualmente, il cartello produce intomo ai 23 milioni di barili di greggio, e il ministro saudita si accontenterebbe di un calo a 18 milioni e mezzo, 19 milioni di barili. Se l'Iran e l'Iraq scendessero ciascuno a 2 milioni di barili e mezzo, l'Arabia Saudita retrocederebbe a 4 e mezzo. ì : ~ ! * : . Ennio Carette

Persone citate: Ennio Carette, Lungo Termine, Yamani