Benazir guiderà il Pakistan di Tito Sansa

Benazir guiderà il Pakistan Alle elezioni la figlia di Ali Bhutto umilia il partito dell'ex dittatore Zia Benazir guiderà il Pakistan Il PPP conquista 92 seggi contro i 54 del movimento rivale - Non è la maggioranza assoluta, ma sarà focile trovare alleati - Il capo dello Stato: so bene che il Corano vieta la leadership di una donna, ma conosco anche le regole della democrazia DAL NOSTRO INVIATO KARACHI — Benazir Bhutto sarà quasi certamente 11 nuovo primo ministro del Pakistan. H suo partito, il PPP (Pakistan People's Party), che raccoglie, insieme con i poveri delle grandi città, le masse rurali e i progressisti occidentalizzati, ha vinto le prime elezioni veramente libere nella storia quarantennale del Paese. Quello di Benazir è stato un autentico trionfo, anche se il suo partito ha mancato la maggioranza assoluta dei 207 seggi nel Parlamento di Islamabad che erano in ballottaggio mercoledì. Per 11 Pakistan musulmano comincia una nuova era. Dal conteggio non ufficiale delle schede, che è stato lentissimo e ieri sera non era ancora terminato, risulta che il PPP ha conquistato 92 seggi, umiliando i più accaniti avversari della IDA (Alleanza democratica islamica) che ruota intorno alla Lega Musulmana, la quale ne ha ottenuti solo 54. Il rimanente è andato a partiti minori: tredici seggi ai Mojahir (immigrati) di origine indiana, a Karachi e dintorni; otto ai rappresentanti dell'area tribale ai confini con l'Afghanistan; tre ai filocomunisti; gli spiccioli ad alcune decine di indipendenti. Stanchi delle barbe bianchi dei mullah, delle prediche e dei programmi di islamizzazione, degli appelli alla guerra santa nell'Afghanistan e in Palestina, gli elettori hanno rifiutato i partiti conservatori eredi della dittatura militare di Zia che li aveva oppressi per 11 anni, votando per il rinnovamento. Benazir Bhutto, benché dorma (e for¬ se proprio perché donna), rappresenta soprattutto per i giovani la speranza in un futuro forse non migliore, ma certamente diverso. Si prevedeva alla viglila che tra il PPP, che fa l'occhiolino all'Occidente, e la IDA, ancorata alla tradizione islamica, ci sarebbe stata lotta testa a testa, ed era atteso un risultato di quasi parità che avrebbe reso difficile la formazione di un governo. Veniva data per favorita in questo caso la coalizione dei nove partiti raggruppati nella IDA, in quanto in grado di trovare alleati fra gli indipendenti. Con 11 ' sorprendente successo del PPP ora tutto diventa più facile. Una buona metà degli indipendenti dovrebbe schierarsi dalla parte vincente, e altrettanto faranno gli otto rappresentanti delle aree tribali che — dicono a Karachi — «da sempre vanno con chi vince, a loro interessa soltanto il denaro'. Per formare 11 governo a Benazir manca insomma solo una manciata di voti. Dovrebbero esser disponibili come alleati nella coalizione di governo i tredici seggi dei Mojahir di Karachi e di Hyderabad: Benazir, nella prima conferenza stampa tenuta ieri nella sua residenza di Larcana, 500 km a Nord di Karachi, ha detto di avere già preso contatti con alcuni partiti che si sono dichiarati disposti a collaborare. Spetta ora al capo dello Stato, il presidente provvisorio Ghulam Ishaq, di decide re a chi affidare l'incarico. Stando alla Costituzione egli non è obbligato a designare il capo del partito di maggioranza relativa, ma, data la situazione numerica, si dà per sicuro che sceglierà Benazir, anche se dagli sconfitti si levano voci di richiamo al Corano, il quale vieta esplicitamente che l'imam, la guida di un Paese musulmano, sia una donna. Interrogato in proposito, il presidente Ghulam Ishaq è stato esplicito. Ha detto di conoscere le regole del Corano, ma •altrettanto bene quelle della democrazia». Tre, qualche giorno, dunque, il capo dello Stato dovrebbe affidare alla signora Benazir l'Incarico di formare il nuovo governo. Sorprendendo il mondo intero, il Pakistan musulmano ha accolto in tranquillità la vittoria della signora Benazir, così come civilmente la popolazione era andata alle urne. Non ci sono stati i temuti incidenti, il governo ad interim di Islamabad si è compiaciuto del fatto che ♦non è sfato sparato neanche un colpo». E' un fatto insolito in quésto Paese rissoso, dove l'impiego delle armi è all'ordine del giorno nelle cronache. Si potrebbe anzi dire che in occasione delle elezioni il Pakistan è stato più calmo del consueto, e così come non ci sono state dimostrazioni di protesta non vi è stata neppure gioia sfrenata man mano che la televisione procedeva nell'annunciare i risultati. Domani i pachistani torneranno alle urne per eleggere i Parlamenti delle quattro regioni che formano il Paese. E' prevedibile una vittoria ancora più strepitosa del PPP è tradizione infatti in Pakistan che una parte dell'elettorato si schieri con il più forte. Domani la vittoria di Benazir potrebbe tramutarsi in un trionfo. Tito Sansa

Persone citate: Benazir Bhutto, Bhutto, Ishaq