Mosca all'Estonia: non potete farlo di Emanuele Novazio

Mosca all'Estonia: non potete farlo Immediata risposta alla «dichiarazione di sovranità» del Parlamento di Tallinn Mosca all'Estonia: non potete farlo Per il Cremlino la «discrezionalità» nell'applicazione delle leggi pansovietiche è in contrasto con la Costituzione federale - Il Presidium esaminerà la questione - Attese per oggi le decisioni della Lituania - Anche la Georgia contesta Gorbaciov DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — TJ Cremlino impugna le decisioni del Parlamento estone: l'emendamento alla Costituzione della Repubblica baltica e gli altri documenti approvati mercoledì sera a Tallinn per proclamare la 'sovranità dell'Estonia nell'ambito dell'Unione Sovietica», 'divergono dall'attuale Costituzione deU'Urss», dice un comunicato del Presidium del Soviet Supremo, 11 vertice dello Stato sovietico, letto al telegiornale di ieri sera. Le Commissioni legali del Soviet, dunque, ne esamineranno i termini e la sostanza, e presenteranno dettagliate conclusioni al Presidium, al quale spetta la decisione finale su un tema che riguarda «i principi della costruzione e dell'unità della Federazione socialista sovietica». Alla riunione, forse imminente nonostante l'assenza da Mosca di Mikhail Gorbaciov, parteciperanno rappresentanti della Repubblica estone, precisa il breve comunicato del Soviet Supremo: ieri sera, sono partiti per la capitale il presidente del Parlamento di Tallinn, Arnold Ruutel, il primo ministro Intrek Toome e Marju Lauristin, una delle principali animatrici del Fronte Popolare. La risposta di Gorbaciov alla sfida estone è stata, dunque, immediata. Per due ragioni, probabilmente: perché il Cremlino è seriamente allarmato dallo straordinario sussulto di indipendenza mostrato dalla Repubblica baltica, al quale hanno aderito anche la maggioranza assoluta dei parlamentari di origine russa, sorprendendo tutti. E perché da Mosca si è voluto lanciare un segnale al Parlamento lituano, riunito da ieri e impegnato, oggi, in un voto che potrebbe ripetere quello di Tallinn e a quello del Soviet lettone, convocato per la prossima settimana. Perché, dunque, si è voluto influenzare le decisioni delle altre due Repubbliche settentrionali, come l'Estonia avviate a una prova di forza con il Cremlino; far capire che i margini di manovra si sono esauriti. E tuttavia Gorbaciov ha evitato, ancora, una diretta dichiarazione di incostituzionalità, anche se la tendenza appare chiara in tal senso. La strada scelta non è quella dello scontro immediato e frontale; ma quella, più morbida, dell'esame, della discussione, del rinvio motivato: nella speranza, appunto, di poter arginare lituani e lettoni; e raggiungere un compromesso con Tallinn, probabilmente. La stessa strada, par di capire, scelta almeno a parole dai responsabili estoni. Mercoledì, molti deputati definivano il voto «un contributo all'affermarsi della perestrojka». Ieri, il segretario del partito locale, Vaino Valjas, assicurava che quello del Parlamento estone non è stato -un atto di ribellione contro il potere sovietico», ma Emanuele Novazio (Continua a pagina 2 In sesta colonna)

Persone citate: Arnold Ruutel, Gorbaciov, Intrek Toome, Marju Lauristin, Mikhail Gorbaciov, Vaino Valjas