Per l'equo canone tre tipi di contratto di Emilio Pucci

Per l'equo canone tre tipi di contratto Ferri presenta al governo il nuovo progetto Per l'equo canone tre tipi di contratto Due, quattro, otto anni • Affitti più bassi per la locazione breve ROMA — Tre tipi di contratto, con differenti livelli di affitto secondo la loro durata: è la maggiore novità del nuovo progetto di riforma dell'equo canone, così com'è stato presentato ieri da Enrico Ferri al Consiglio dei ministri. Nei giorni scorsi si era avanzata l'ipotesi di due tipi di contratto: uno di quattro anni, con scadenza fissa e affitto più contenuto; uno di lunga durata, almeno otto anni, e con un costo più alto. Adesso, la maggiore novità: un terzo contratto, di brevissima durata, appena due anni. Nell'ultima redazione del progetto il ministro dei Lavori Pubblici ha anche previsto — in certe situazioni — la possibilità di «patti in deroga», cioè al di fuori dell'equo canone. «Così — ha detto Ferri — sono diversificate le esigenze dei cittadini». Gli aumenti del canone sì realizzeranno in base alla nuova determinazione del costo base (calcolato in 325 mila il metro quadro nel Centro-Nord e in 300 mila il metro quadro nel Sud, per tutti gli immobili costruiti entro il 1977). L'ammontare complessivo del ritocco non potrà in ogni caso essere superiore al 25 per cento all'anno. La riforma prevede una graduale liberalizzazione del mercato degli affitti. Con l'entrata in vigore del nuovo regime, secondo Ferri, si renderebbe subito disponibile il 50 per cento del patrimonio immobiliare. Infatti, l'equo canone non si applicherà nei Comuni con meno di 20 mila abitanti, per le nuove costru¬ rioni, per le case ristrutturate e per gli appartamenti di lusso. Per la definitiva liberalizzazione si prevedono due fasi: a partire dal 1995 per gli immobili costruiti dal '77 all'88; a partire dal 1997 per gli alloggi realizzati entro il 1977. Su queste linee Ferri conta di ottenere al più presto il consenso della maggioranza; ma il cammino del progetto appare ancora piuttosto lungo. De Mita e gli altri ministri ieri si sono limitati ad ascoltare la sua relazione: la discussione (ed eventuale approvazione) è stata rinviata alla riunione di governo della prossima settimana. Ma non si esclude pure uno slittamento al 30 novembre. Troppo tardi, comunque, perché il Parlamento possa approvare il nuovo regime dei fitti entro la fine dell'anno. Sarà perciò inevitabile un'ulteriore proroga dei circa 600 mila sfratti in scadenza il 31 dicembre. Ferri ha sottolineato però che tale proroga dovrebbe essere tecnica e di breve durata. (A pag. 2 il servizio di Emilio Pucci).

Persone citate: De Mita, Enrico Ferri

Luoghi citati: Roma