Via Pizzinato, arriva Trentin di Gian Carlo Fossi

Via Pizzinato, arriva Trentin Il segretario della Cgil si è dimesso ièri a sorpresa Via Pizzinato, arriva Trentin «Si è rotta la solidarietà politica» - Respinta l'offerta di Occhetto che gli proponeva un incarico prestigioso - Del Turco: «Rimpasto? No, io resto, la frittata è comunista» ROMA — Antonio Piz rinato, leader della Cgil dal 4 marzo 1986, si è dimesso con. un anno e mezzo d'anticipo sulla normale scadenza congressuale. Sorprendendo tutti, a pochi giorni dal grosso successo ottenuto con la manifestazione di sabato sul fisco, ha comunicato ieri alla segreteria confederale la ferma decisione di «rimettere il mandato» al comitato direttivo. Venerdì, se verranno rispettate le tappe già delineate, il «parlamentino» eleggerà quasi certamente Bruno Trentin alla massima carica dell'organizzazione. In questo passaggio sarà coinvolta l'intera segreteria? Se ne andrà, cioè, solo Pizzinato o prevarrà la tesi di un «ampio rimpasto»? La questione è ancora incerta. -Tutta la segreteria deve dimettersi, compreso il segretario generale aggiunto, Del Turco; sostiene il segretario confederale comunista De Carlini. Del Turco replica, secco: «Questa è una frittata comunista e tale resta». Le dimissioni del segretario generale sono state accolte come un vero colpo di sce¬ na rispetto a quanto lo stesso Pizzinato aveva sostenuto con insistenza fino a mercoledì, a cominciare dalla clamorosa «rivolta dei quarantenni», esplosa all'esecutivo di fine ottobre: la verifica del gruppo dirigente avrebbe dovuto seguire, in ogni caso, la definizione delle scelte e dei contenuti di una nuova linea strategica della confederazione, e non viceversa. Mentre i ribelli avevano chiesto che le due operazioni avvenissero -contestualmente^, ora l'uscita improvvisa del segretario generale apre la discussione sul gruppo dirigente addirittura prima dell'avvio del dibattito sui programmi e gli obiettivi. Che cosa, nelle ultime quarantott'ore, ha fatto precipitare la situazione verso sbocchi imprevisti e assolutamente inediti per la Cgil (è la prima volta che un segretario generale interrompe 11 proprio mandato)? «Si è rotta la solidarietà politica nella segreterìa della Cgil», ha spiegato Pizzinato in un'affollata conferenza stampa. Pizzinato non lo ha detto, ma si sa che in due incontri, avvenuti tra mercoledì e ieri mattina, con i rappresentanti delle componenti comunista e socialista, egli ha registrato l'allargarsi del dissenso in entrambi gli schieramenti, tanto da far temere un -illogico isolamento». Ma è anche trapelata la notizia di una brusca telefonata tra Pizzinato e il segretario del pei Occhetto, che gli avrebbe offerto un incarico di prestigio per indurlo ad accelerare il passaggio delle consegne a Trentin. -La Cgil è la mia casa dal 1947— avrebbe obiettato il leader dimissionario— e io posso tornare sempre in fabbrica. Tu, invece, no, perché non ci sei mai stato!». Però, ufficialmente, Pizzinato se ne va per non essere riuscito a mettere pace nello staff dirigente. «La battaglia politica — ha detto — è un dovere, ma non può non avere un rapporto di equilibrio con il ruolo che un dirigente ha nella Cgil Occorre battersi per diventare maggioranza, ma poi rimanere fedeli servitori dell'organizzazione. Non si assolve al ruolo, cui si è chiamati, e non si agisce correttamente quando si vendono pettegolezzi al mercato nero». Di fronte a condizioni di ingovernabilità «è doveroso compiere un atto che metta gli organismi dirigenti nella condizione di decidere in piena autonomia e libertà, al di fuori dei modi sguaiati e scomposti che si sono registrati dopo la riunione dell'ultimo esecutivo». Perché non ha dato le dimissioni prima? »Per non far venire meno la direzione della Cgil in battaglie decisive, come quelle del fisco, delle, pensioni e dei contratti diformazione-lavoro. Non si dovevano lasciare spazi a pericolosi sbandamenti». E' amareggiato, si sente tradito? *Sono sereno, convinto di aver fatto il possibile e forse di più. Non ho risentimenti, ma ritengo che la battaglia deve essere leale. Sono solo preoccupato che questo avvenimento può essere traumatico e non compreso dai 5 milioni di iscritti alla Cgil Non bisogna mai dimenticare che sono loro i sovrani della confederazione». Quale peso ha l'ingerenza del pei e del psi sulla sua determinazione? Li ha informati direttamente? «£' un "no" ad ambedue le domande». Che cosa le rimproverano 1 ribelli? 'Nonio so. Nessuno mi ha detto niente di concreto. Forse la mia propensione all'unità d'azione con Osi e UH intesa come vincolo strategico. Sarebbe, però, profondamente sbagliato andare in senso contrario». -Lei che farebbe, se il direttivo respingesse le sue dimissioni? 'Aspettiamo di vedere che cosa succede. E' certo, .comunque, che al direttivo esporrò compiutamente le motivazioni politiche della mia decisione e una valutazione circa le scelte, i risultati e l'opera di direzione realizzati dall'll" congresso ad oggi, sia da parte mia che dell'intero gruppo dirigente, e ciò per avviare una puntuale verifica». Lei designerà il suo successore, come ha fatto Lama? 'Lama lo indicò al termine di un serrato dibattito al congresso. Ora le condizioni sono ben diverse». Gian Carlo Fossi (Altro servizio a pagina 2)

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