Il made in Italy non entra nel mito di Susanna Marzolla

Il made in Italy non entra nel mito Più delusioni che gioie dalla classifica dei marchi più famosi nel mondo Il made in Italy non entra nel mito Tremila interviste in Usa, Giappone ed Europa: il simbolo della nostra epoca è la Coca-Cola - Gli italiani «innamorati» delle auto: al primo posto la Ferrari, al secondo la Fiat - Dimenticati i grandi stilisti della moda MILANO — Se ai posteri dovessimo lasciare un prodotto-simbolo della nostra epoca, che cosa sceglieremmo? Secondo una classifica sui marchi più famosi nel mondo compilata dalla «Landor», società specializzata nel curare l'immagine delle aziende, non ci sono dubbi: la Coca-Cola. La bevanda inventata da un farmacista di Atlanta si trova al primo posto assoluto negli Stati Uniti, al secondo in Giappone e al settimo in Europa. Come è stata compilata questa classifica? 'Abbiamo svolto tremila interviste — spiega Claudio Vittembeschi della Landor — mille in Giappone, mille negli Usa e altrettante in otto paesi europei (Italia, Germania, Francia, Belgio, Inghilterra, Olanda, Spagna e Svezia) a consumatori maggiorenni equamente divisi tra uomini e donne. Un campione casuale comprendente tutti gli strati sociali: l'obiettivo era infatti vedere il grado di conoscenza e di stima di varie marche presso la gente co¬ mune'. Agli intervistati veniva posta per prima la domanda: conosce 11 dato prodotto? (poteva rispondere: no, poco, molto, moltissimo). E poi: che stima ne ha? (anche in questo caso: niente, poca, molta). Tutte le risposte so-1 no state quindi immesse in un computer che ha bilanciato la notorietà e la stima di cui godevano I vari marchi (solo per l'Europa l'attenzione si è concentrata su 1200 prodotti) e ha compilato la classifica. I risultati, Coca-Cola a parte, sono piuttosto sorprendenti. Per esempio il tanto decantato «made in Italy» fatto di vestiti, scarpe, borsette e profumi ne esce con le ossa rotte. In Italia troviamo Armani, ma solo al ventinovesimo posto e preceduto da Chanel e Christian Dior. In Europa, tra I primi cento, parecchi francesi ma nessun italiano, il «made in Italy» è totalmente assente anche nella classifica americana e ricompare solo in quella giapponese con Oucci intor¬ no al sessantesimo posto. Cosa conoscono e stimano allora gli italiani? Le auto. Al primo posto c'è la Ferrari, che ben pochi si possono permettere ma che batte nei nostri cuori. Seconda la Fiat e poi, siccome siamo esterofili (e sognatori, si direbbe) compaiono Mercedes, RollsRoyce, Maserati e Porsche: un elenco di marche automobilistiche interrotto solo (al quinto posto) dall'Olivetti. Questo amore per le vetture, e sopratutto per le vetture prestigiose, è comune a tutta l'Europa. Domina la Mercedes, seguita da Volkswagen, Rolls-Royce, Porsche, Ferrari e Bmw. La Fiat, che pure è certo più venduta di una «Te starossa», è solo al ventunesimo posto: ma la classifica si occupa di immagine e l'auto di lusso, per fama e prestigio, appare imbattibile. Questo almeno in Europa perché negli Stati Uniti 1 consumatori sembrano molto diversi, li dominano i marchi legati al cibo: dopo la Coca c'è la Campbell's (zuppe in scatola) seguita a ruota dalla Pepsi-Cola e dalla McDonald's (hamburger). Tra le prime venti marche nessuna è di auto: in compenso ci sono carte di credito, una televisione, e la «AT&T», tradizionale compagnia telefonica. Tra le banche una delle più note è stimate è la «Wells Fargo»: non è grande, ma chi non ricorda l'epopea del pionieri? Appassionati di cibi e bevande, tradizionalisti: cosi dalla classifica appaiono gli americani. E nazionalisti: bisogna andare ben in giù nella classifica per trovare prodotti non «made in USA». In questo sono simili ai giapponesi. Anche qui marchi locali, tranne l'onnipresente Coca. Al primo posto la Takashimaya, catena di grandi magazzini, poi un'azienda di prodotti per la casa e la Sony. Oli europei sono diversi. In alcuni paesi dominano i marchi locali: in Francia, ad esempio, che mette al primo posto l'Air France, la compagnia di bandiera (l'Alitalia da noi è solo quindicesima); in Inghilterra (numero uno i grandi magazzini Marks e Spencer) e in Germania (la Mercedes innanzitutto). Altri sono totalmente esterofili: è il caso della Spagna. Nella classifica compaiono anche marchi-istituzioni. Le compagnie aeree di bandiera: oltre alla Francia il primo posto lo detiene, in Olanda, la Kkn mentre la Lufthansa, in Germania, è quinta. Le aziènde telefoniche: oltre a quella americana, la Ntt in Giappone, la Telefonia in Spagna. Reti televisive: negli Stati Uniti, in Giappone e la Bbc inglese che è l'unica televisione di Stato ad essere citata. Non è capitato alla Rai e neppure alla Sip: non è che in Italia non siano conosciute, ma il loro livello di «stima» (o meglio disistima) è tale da farle piombare nei posti più bassi della classifica. In compenso da noi viene citata la Banca d'Italia. E' ventesima: preceduta dai lussuosi (e stranieri) orologi Rolex, supera per un punto — piccolo orgoglio nazionale—la «mitica» Coca-Cola. Susanna Marzolla

Persone citate: Armani, Christian Dior, Claudio Vittembeschi, Fargo, Marks, Maserati, Rolls-royce, Wells