«Abbiamo sempre fatto il nostro dovere »

«Abbiamo sempre fatto il nostro dovere » «Abbiamo sempre fatto il nostro dovere » La reazione del prefetto di Trapani: «Non si tiene conto dei limiti che la legge ci impone» - «I colleghi di tutta Italia hanno più poteri di noi» - «Non ho mai nascosto la carenza degli organici in Sicilia» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PALERMO — 'Ho fatto tutto quanto dovevo». Così Vittorio Piraneo, il prefetto di Trapani che con i colleghi di Agrigento, Vincenzo Tarsia, e Caltanissetta, Sebastiano Porracciolo, si è sentito accusato di scarsa efficienza dopo una riunione della commissione parlamentare antimafia, ribatte alle contestazioni 'senza voler polemizzare». 'Ho chiesto il potenziamento degli organici — aggiunge — non ho minimizzato nulla, né ho negato che Trapani sia ad alto rischio mafioso, perché lo è. Semmai ho sempre detto che c'è da temere una recrudescenza e ho tenuto per questo riunioni contro la droga, le estorsioni, le devianze minorili», n prefetto Piraneo (una carriera cominciata nel 1955 nella prefettura di Torino, dal 10 gennaio del 1987 a Trapani, la città dove non a caso fu girata per la tv la prima serie della «Piovra») afferma comunque di aver 'fiducia negli organi superiori che penso sapranno valutare il nostro operaio e soprattutto sapranno dire se quanto ci si attribuisce corrisponda o meno a un'esatta valutazione, tenuto conto anche dei poteri effettivi che abbiamo». In Sicilia i prefetti hanno poteri inferiori a quelli dei loro colleghi che hanno sede negli altri capoluoghi di provincia d'Italia: per esempio non esercitano controlli di natura economica e amministrativa sugli enti locali territoriali, come i Comuni e le Province. Ad Agrigento il capo di Gabinetto fa sapere che 'il prefetto non intende esprimersi». E il funzionario aggiunge: «La questione degli organici è stata sempre evidenziata»: della scarsa presenza delle forze di polizia nell'Agrigentino, dopo la strage di Porto Empedocle (due anni fa con cinque morti e due feriti), si occupò anche la commissione antimafia che pose inquietanti interrogativi anche sul fatto che registrazioni delle telefonate su potenti boss come Pa¬ squale Caruana e Paul Violi per cinque anni rimasero in un cassetto della questura Tace anche Sebastiano Porracciolo a Caltanissetta: «Non vuol fare alcun commento» dice un suo collaboratore. Tre prefetture inefficienti? E l'Alto commissariato per la lotta alla mafia? E' stato lo stesso Domenico Sica a dire che non può limitarsi a distribuire i certificati antimafia. Intanto i carabinieri non perlustrano più le campagne dove l'Arma ha smobilitato le casermette rurali, fondamentali per il controllo del territorio, e nelle città le forze di polizia sono ridotte all'osso dalla necessità di assicurare le scorte: più di 700 a Palermo sono i militari addetti ai servizi di vigilanza di magistrati, politici, e di altre personalità. Il Siulp (sindacato di polizia) ha denunciato che in certe ore in tutta Palermo (un milione di abitanti) circolano appena sette autoradio della questura. a.rav.

Persone citate: Caruana, Domenico Sica, Paul Violi, Piraneo, Sebastiano Porracciolo, Vincenzo Tarsia, Vittorio Piraneo