Due morti nell'orgia satanica di Angelo Conti

Due morti nell'orgia satanica Droga, sangue e follia; è massacro in un appartamento di Santa Rita Due morti nell'orgia satanica Una giovane schiacciata e finita a calci «per esorcizzare il diavolo», il suo fidanzato muore dopo che il fratello ha tentato di evirarlo La caccia a Satana finisce nel dramma: ima ragazza di 23 anni muore seminuda con il torace sfondato, il suo convivente si accascia senza vita dopo aver mozzato con i denti un pezzo di lingua al fratello che continua a biascicare: «Cacciate il diavolo che è in me». Non è la scena finale di un film dell'orrore, ma l'epilogo di un assurdo esorcismo, svoltosi l'altra notte in un monolocale di via Gradisca 84 a Santa Rita. Protagonisti, una studentessa, Fosca Setteducati, 24 anni, e due fratelli catanesi (entrambi sposati con figli e separati) titolari di una ditta per il recupero di crediti, Giuseppe Gullo, 29 anni, convivente di Fosca, e Gaspare Gullo, 31 anni. Tutti hanno precedenti: reati in materia di stupefacenti, truffa, estorsione. Il massacro al termine di un'agghiacciante messinscena che ha accomunato il rito satanico ad atteggiamenti giustificabili solo con l'assunzione di allucinogeni. E che la droga non abbia parte marginale nella vicenda è spiegato dai 30 grammi di eroina trovati nell'appartamento insieme a due bilancini di precisione (uno elettronico) ed a sostanze da taglio. L'allarme alle 4,42 di ieri mattina. Alla centrale del 112, squilla il telefono. Il maresciallo di turno ascolta una voce di donna, molto seccata: -La nostra vicina fa un gran chiasso, forse sta litigando con l'amico, e non ci lascia dormire. Si chiama Setteducati. Abitiamo in via Gradisca 84. Potete fare qualcosa?'. Via radio è dirottato un equipaggio del Nucleo radiomobile. Le strade sono deserte: per raggiungere la casa bastano pochissimi minuti. Il capopattuglia, un brigadiere, scende: in quel momento sembra tutto tranquillo. Sale i pochi gradini verso il piano rialzato poi, al di là della porta, sente qualche rumore. Bussa. Ha già pronto il solito fervorino recitato mille volte: •Andate a letto. Non disturbate i uictni: è gente che lavora». Non si aspetta certo di vedere un energumeno scatenato che spalanca l'uscio stringendo in pugno un crocifisso: «Qui c'è il Diavolo. Cosa volete da noi?». E' un attimo, la porta viene richiusa con violenza. Il militare ha avuto, per un attimo, la visione di due persone sul pavimento. Comprende che è qualcosa di più grave d'una lite fra innamorati e chiama un collega di rinforzo. Insieme suonano di nuovo, ma non ottengono risposta. Decidono di abbattere la porta a spallate. All'interno trovano una donna seminuda (indossa maglietta e collant) riversa sul pavimento: ha la lingua violacea e gli occhi spalancati. Sopra di lei, a ca- ' valcioni, c'è un uomo che la tiene per la gola, accanto un altro uomo con un crocefisso in mano. Tutt'intorno seggiole sfasciate e cocci di bottiglia, nell'aria un forte odore di incenso. I militari liberano subito Fosca Setteducati, ma si accorgono che per lei non c'è più nulla da fare. Probabilmente è morta da parecchi minuti: forse per soffocamento, forse per sfondamento del torace. Cercano, comunque, di rianimarla e chiamano un'ambulanza. I due uomini, con gli occhi sbarrati, intanto sono abbracciati, quasi terrorizzati. Poi, proprio mentre i militari aiutano i barellieri a caricare il corpo della giovane, Giuseppe e Gaspare si baciano sulla bocca: il primo mozza un pezzo di lingua al fratello, il secondo cerca di strappargli i testicoli con le mani. I carabinieri intervengono, i due cominciano a sputare contro i militari: sulle divise finisce sangue ed anche un pezzo di lingua. Gaspare Gullo viene inviato all'ospedale. In ambulanza continua a ripetere: -Cacciate il diavolo che è in me, vi supplico. Mio fratello è Dio: voglio che mi aiuti". Nell'alloggio resta l'ultimo dei protagonisti: Giuseppe Gullo. Si accuccia a terra, lentamente, poi resta immobile. Sembra aver superato la crisi isterica, invece è morto. Anche per lui la corsa verso le Molinette si rivela inutile. Infarto? Emorragia cerebrale provocata dai colpi subiti? Intanto i medici tentano inutilmente di riattaccare a Gaspare il frammento di lingua asportato con un morso. Alla fine il pezzetto di carne, lungo quasi tre centimetri, viene messo sotto alcol e consegnato ai carabinieri della S. Carlo che conduce le indagini con il nucleo operativo. Nonostante la mutilazione, Gaspare (che'guarirà in 10 giorni) racconta ai carabinieri una storia incredibile: «Mio fratello era indemoniato. Ho vinto uscire un serpentello dai suoi pantaloni ed infilarsi nel collant di Fosca. Abbiamo capito che era il diavolo ed abbiamo cercato di cacciarlo anche da lei, premendole il torace e la pancia, lei era d'accordo, non si è opposta, sapeva che lo facevamo per il suo bene. Quando è morta il diavolo è uscito, ma è venuto dentro di me. Mio fratello mi ha morso la lingua per farlo uscire». La perquisizione del locale porta, intanto, alla scoperta dell'eroina, ma ci sono altri elementi interessanti. Agendine, chiavi, un registiatore con1 una cassetta: «Le voci dell'Aldilà». Suoni gutturali registrati dal Gruppo psicofònico di Grosseto e regalati insieme ad una rivista di astrologia. Sono stati la colonna sonora di questa notte dell'orrore. Angelo Conti Via Gradisca 84: la stanza del massacro è al piano rialzato, a sinistra dell'ingresso principale

Persone citate: Fosca Setteducati, Gaspare Gullo, Giuseppe Gullo, Setteducati

Luoghi citati: Grosseto