«L'Italia nella morsa dei Tir» di Bruno Gianotti

« L'Italia nella morsa dei Tir» Uno studio durato 4 anni del premio Nobel Leontief sui nostri trasporti « L'Italia nella morsa dei Tir» «Autostrade intasate dai mezzi pesanti, ferrovie troppo poco utilizzate» - «Con l'integrazione Cee del '93 si rischia il collasso» - «Spostare servizi e produzione al Sud» ROMA — L'economia italiana corre il rischio di essere strozzata da un sistema di trasporti insufficiente, 'Obsoleto, con costi ben superiori a quelli degli altri Paesi europei, ma con efficienza inferiore». Siamo impreparati: per evitare il collasso, l'Italia dovrebbe ripartire diversamente il traffico che si svolge principalmente sulla strada, «ma un riequilibrio incisivo si potrebbe ottenere con incrementi delle Ferrovie e del sistema marittimo ben superiori a quelli ritenuti possibili: La sentenza è del prof. Wasslly Leontief, premio Nobel per l'Economia, incaricato 4 anni fa dal ministro Signorile di preparare uno studio su 'Trasporto delle merci ed economia italiana al 2000 ed al 2015»: Leontief, 82 anni, russo di Leningrado, laureato a Berlino, consulènte del governo cinese, professore a Harvard dal 1932 al '78, oggi consulen¬ te delle Nazioni Unite, ha lavorato con un'equipe italiana e ieri ha presentato al ministro Santuz un quadro allarmante della situazione. Il sistema italiano è arcaico: 'Sarà necessaria una vera e propria ricostruzione del sistema, se questo Paese vorrà avere vantaggi dall'integrazione europea del 1992». In altre parole: le autostrade sono intasate dai mezzi pesanti, le Ferrovie trasportano poco (il 10% della quota nazionale), tutto il grande traffico e concentrato al Nord. I primi provvedimenti da adottare sono evidenti: -Riequilìbrio intermodale a favore della ferrovia e geografico verso altre regioni». Bisogna quindi trasferire subito merci sui carri ferroviari e spostare servizi e produzione al Sud. Ma il rimedio è parziale: nel Duemila sarà insufficiente. Leontief prevede, alla fine del secolo, un aumento di do¬ manda sul 63%, pur partendo da ipotesi non eccezionali. Quindici anni dopo, nel 2015, la domanda sarà cresciuta del 130%. Scendendo nei dettagli, la previsione diventa ancor più allarmante: aumenterà la richiesta di trasporto-merci a lunga distanza, sia nei collegamenti interni che nei collegamenti con l'estero. L'export-import attraverso 1 valichi stradali alpini, il movimento intemo sulle strettoie dell'Appennino è destinato a crescere paurosamente: 100% al Duemila e 200% al 2015. E qui si parla di un «salto» altissimo in quantità: il raddoppio del 123 miliardi di tonnellate/chilometro totalizzati nel 1982, con tutte le conseguenze in tema di inquinamento ambientale, di lievitazione dei costi e di intasamento delle strade. Anche le Ferrovie raddoppieranno la loro quota percentuale, ma il discorso è, purtroppo, molto diverso: i 17 miliardi di tonnellate/chilometro dell'82 potranno diventare 34 nel 2000 e 64 nel 2015, erodendo solo in minima parte la quota dei trasporti su strada. Inevitabile, quindi, il ricorso ad una nuova politica territoriale: lo spostamento al Sud di una consistente quota di produzione per ridurre la necessità di trasporto a lungo raggio. Una rivoluzione dei trasporti, insomma, che potrebbe condizionare il livello dell'economia e la qualità della vita italiana. Per avviarla, raccomanda Leontief, è però necessaria una forte pressione dell'opinione pubblica sui polìtici. Perché l'Italia dei trasporti è ancora nettamente separata dal resto dell'Europa e non ha ancora sviluppato un valido sistema di «intermodaHtà», di scambio fra i diversi modi di far viaggiare le merci. Bruno Gianotti

Persone citate: Leontief, Santuz

Luoghi citati: Berlino, Europa, Italia, Leningrado, Roma