Decano dei germanisti di Piero Bianucci
Decano dei germanisti E' MORTO A 96 ANNI G. V. AMORETTI Decano dei germanisti TORINO — Giovanni Vittorio Amoretti, decano dei germanisti italiani, si è spento ieri all'età di 96 anni nella sua abitazione torinese Originario di Imperia, lascia più di seicento pubblicazioni. Italianista in Germania e germanista in Italia, Giovanni Vittorio Amoretti durante i suoiscttant'anni di attività universitaria, editoriale e giornalistica è stato essenzialmente un grande mediatore tra la cultura italiana e la cultura tedesca. Nato a Porto Maurizio il 1° maggio 1892, si era laureato a Torino, alla scuola di Arturo Farinelli, nel 1917, in tempo per combattere sul fronte della prima guerra mondiale come ufficiale degli alpini. Ferito e decorato al valore, dopo la vittoria tornò a Torino, dove fu in contatto con gli ambienti gobettiani. Tra il 1920 e il 1925 insegnò lingua e letteratura italiana nelle università di Bonn e di Colonia. Dal 1926 passò all'università di Pisa, divenendo professore ordinario di lingua e letteratura tedesca nel 1932, cattedra che tenne fino al 1962, quando per limiti di età lasciò l'insegnamento. Agli anni di Bonn e di Colonia risalgono saggi su Alfieri, Fogazzaro e Boine, mentre sul versante della germanistica rimane fondamentale uno studio su Schlegel che in j realtà, per l'ampiezza di respiro, è una vera e ! propria introduzione ai maggiori problemi -del romanticismo tedesco. L'attenzione di Amoretti si rivolse poi a Hólderlin, Buchner ed ileinse. L'interesse più continuo è stato però focalizzato su Goethe, dal saggio di in ^quadramento critico generale del 1932 agli studi più specialistici sulle Affinità elettive (1956), sul Faust (1959), su / dolori del giovane Werther (1961), sul Viaggio in Italia (1965) e sul Teatro (1967). Da. buon divulgatore, Amoretti aspirava anche alle grandi sintesi, concepite per un pubblico più vasto di quello delle aule universitarie. La sua Stona della letteratura tedesca, pubblicata nel 1936, ha conosciuto undici edizioni e si ristampa ancora, integrata da un altro saggio panoramico, Cultura tedesca, un ampio-affresco non soltanto letterario uscito nel 1971. Interessi ancora più vasti sono dimostrati dalla prestigiosa collana «Grandi scrittori stranieri» diretta per la Utet: decine e decine di titoli scelti tra il meglio delle letterature europee, in mólti casi autentiche rivelazioni per una cultura italiana resa provinciale dalle barriere sciovinistc innalzate dal fascismo (va ricordata, a questo proposito, la partecipazione di Amoretti alla lotta partigiana in Valle d'Aosta). Editoria e insegnamento non hanno impedito ad Amoretti di trovare tempo anche per una ininterrotta attività giornalistica sulla terza pagina e nel Diorama letterario della Gazzetta del Popolo dal '50 al 1981 e, fino all'ultimo, sulla Gazzetta di Parma. Insignito di molti riconoscimenti, dalla Gran Croce della Repubblica Federale Tedesca al Sigillo d'Argento della Città di Torino, Amoretti ha pub blicato, ancora pochi mesi fa, un suo dramma teatrale e due lunghi racconti scritti negli Anni 30, significativi per l'equilibrio tra valori estetici e impegno civile. Piero Bianucci
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