Soave fritto di calamaretti al Don Alfonso di Sant'Agata

Soave fritto di calamaretti al Don Alfonso di Sant'Agata Soave fritto di calamaretti al Don Alfonso di Sant'Agata Sant'Agata sui Due Golfi (Napoli) DON ALFONSO 1890 Corso Sant'Agata 11 Tel. (081) 878.00.26 Chiuso domenica sera e lunedi Voto: 15/20 Sani di, ant 'Agata, nell'orgia i cemento, sopravvive come un balcone sulla bellezza». Sono sacrosante le parole che Pietro Gargano ha scritto sul «Mattino», il quotidiano di Napoli: che meraviglia, soprattutto in una bella giornata fuori dall'altissima sta¬ gione, arrivare qua, a metà strada tra Sorrento e Positano, in un angolo magari non celeberrimo come la meravigliosa Positano e l'anonima Sorrento, per godere di panorami, silenzi, tranquillità e felicità gastronomica. Certo, perché qui, in questo angolino di verde tra i due mari (da cui il nome del paese) trovate il miglior ristorante di tutto il Sud d'Italia. Datemi retta: arrivate a Napoli in treno (o al massimo in aereo), prendete l'aliscafo a Mergellina (dalla stazione sono due minuti a piedi) e poi filate lisci lisci fino a Sorrento. Se avrete avuto l'accortezza di preno¬ tare, la meravigliosa famiglia Iaccarino (papà, mamma, due figli giovanotti) che manda avanti questa gemma, vi verrà a prendere con l'auto e voi eviterete di perdere tempo e nervi nell'attraversare quel vergognoso budello che è Castellammare di Stabia. Traffico o no, comunque, poi sarà una gioia, attraversato il cortiletto fiorito all'entrata del ristorante, sedervi in questa grande sala dal tetto singolare (metà piatto, metà a spioventi, con tronchi di legno), dalle suppellettili eleganti e di gran tono (posate e sottopiatti d'argento, bicchieri Riedel, centrini ricamati, fiori) messi con gusto. Accanto alle calle, un angolo libreria, qualche schioppo alla parete, poche cose rustiche messe, comunque, con buon gusto: unici particolari, semmai, da aggiustare, l'assenza dei tavoli rotondi (che darebbero ulteriore tono) e l'a¬ bitudine di mettere il tovagliolo di servìzio nella tasca interna della giacca (che è l'equivalente, quasi, di metterselo sotto le ascelle...). Ma che meraviglia la ricchezza della carta dei vini (e ve ne accorgerete visitando la cantina, fantastica non solo per le bottiglie italiane, francesi e anche di altre nazioni ma, pure, per la sua fiabesca struttura fisica), che bello il servizio, svolto da genitori e figli con correttezza, precisione, passione, entusiasmo, bravura. Sorseggiando una flute di spumante dell'isola d'Ischia e spalmando un filo del meraviglioso burro locale sopra del pane da re, eccovi il fiore di zucchina farcito di mandorle e pane, il piatto crudo di ostriche e gamberi, l'astice agli agrumi, gli involtini di dentice con rucola e semi di finocchio, le tagliatelle al ragù di scorfano e peperoni, il soufflé di mozzarella e pomodoro, il succulento sartù di riso alle melanzane, lo spezzatino di cernia, il soave fritto di calamaretti e gamberetti. Dopo un assaggio di formaggi (locali e no), lasciate spazio ai dolci ed alla deliziosa piccola pasticceria fatta in casa. Pranzo medio completo dall'antipasto al dolce con 70 mila lire. (Provaio il 4-6-1988) Edoardo Raspelli ;• ..-4©. »»•- "Don Alfonso" - 5, I • = 1027 . o 9 o • 15;. / 1.;:: is / kfil 52 •oooo.. 5_Jf5«a . 8SQO0- . . 1/04/;;

Persone citate: Alfonso Di Sant'agata, Edoardo Raspelli, Iaccarino, Pietro Gargano, Riedel