Troppo clamore non giova all'autore di Livio Zanetti

Troppo clamore non giova all'autore Parliamone Troppo clamore non giova all'autore PER la maggior parte dei managers editoriali — a quel che è dato vedere — il lancio di un libro è veramente perfetto solo se si verificano questi cinque eventi preliminari: a) indiscrezioni più o meno vaghe sul plot del medesimo (generalmente è un romanzo), riportate da qualche quotidiano o periodico di importanza nazionale; b) anticipazione di uh capitolo sempre su un quotidiano o periodico a tiratura medio-alta; c) interviste con l'autore sul tema «il mio nuovo libro», non soltanto in quotidiani e periodici ma anche alla radio, alla televisione e al festival dell'Unità; d) colloquio con qualche familiare o amico intimo dell'autore circa gli umori, le preoccupazioni, i dubbi e i ripensamenti che hanno accompagnato la fattura dell'opera; e) presentazione-dibattito del libro in presenza di personaggi autorevoli e pubblico selezionato, in modo che l'avvenimento venga ripreso dai giornali dell'indomani («ieri nella saletta del... davanti al... con gli esponenti di... ecc. ecc.»). Una volta soddisfatte le condizioni suddette, al libro in questione sarebbe garantito un baldanzoso decollo verso i cieli della classifica-vendite. Ma non c'è il caso che accada proprio il contrario? Potrebbe per esempio succedere che il potenziale acquirente, informato in anticipo circa il concepimento, la gesta¬ zione, la nascita e il battesimo del libro, decida di non comprarlo per una delle seguenti ragioni: a) perché ha l'impressione di averlo già letto da qualche parte; b) perché tutte quelle confidenze sul work in progress da parte dell'autore e dei suoi congiunti lo hanno intimidito se non proprio spaventato; c) perché essendo l'autore scarsamente telegenico, la sua faccia sul video non gli è piaciuta; d) perché intanto sta leggendo un altro libro, molto avvincente, di cui non gli aveva mai parlato nessuno; e) perché c'è un limite alla petulanza, avvertibile anche \. dai consumatori più ricettivi. A farla breve: il «lancio», se troppo impetuosamente lanciato, può diventare un «boomerang», e invece di far esplodere un successo può provocare una ricaduta di noia preventiva. Naturalmente tutto questo non accade se il libro ha un suo fascino immediatamente intuibile e l'autore un suo appeal personale collaudato. Un romanzo di Eco o di Fruttero-Lucentini commentato da Eco e Fruttero-Lucentini, sarà sempre una doppia chicca. Ma trattasi di fenomeni rari, quasi irripetibili. Per la maggior parte degli altri casi, il boomerang è in agguato. Forse i capi-ufficio vendite di casa editrice potrebbero cominciare a pensarci su, e qualcuno probabilmente lo ha già fatto, se non si vedono più tanti scrittori come una volta col loro libro nella manina sui palcoscenici di «Domenica in». Ma come andrà a finire? Ne sentiremo discutere, sicuramente, in una delle prossime cinquecento presentazioni di libri dai teleschermi di Rete 1. P.S. Resta inteso che l'eventuale domanda: «verrebbe per favore a presentare il suo libro alla Tv?», mi metterebbe in difficoltà. Livio Zanetti \.

Persone citate: Eco, Fruttero, Fruttero-lucentini, Lucentini