Bagni e Ferrario, ancora di domenica
Bagni e Ferrarlo, ancora di domenica Bagni e Ferrarlo, ancora di domenica «Io e l'Avellino, in serie B, siamo solo di passaggio», annuncia il centrocampista AVELLINO —Il guerriero» è tornato in campo, con l'umiltà del campione. Per Salvatore Bagni è stata la prima gara in assoluto nel campionato cadetto. -Io e l'Avellino, pero, in scric B siaìno so/o di passaggio. Ho visto una squadra determinata e utilitaristica: quello che ci vuole per essere promossi-. Poco dopo il fischio d'inizio, il primo fallo di Bagni. -Quando l'arbitro mi ha fischialo il fallo, ho capito che ero tornato ad essere quello di sempre-. Pier Paolo Marino è riuscito a strapparlo alla concorrenza di almeno due squadre di serie A, anche in forza dell'amicizia nata durante l'anno dello scudetto napoletano. -La squadra — dice Bagni — e stata costruita bene ed ora dobbiamo batterci al massimo, ma ce la faremo». Era preventivata anche la sostituzione. -Non credevo, però, di tenere il rampo cosi a lungo. Non giocavo una gara ufficiale da tanto tempo-. In campo si è visto il solito Bagni grintoso, con una fasciatura al ginocchio e tanta voglia di battersi. -Ho subito anche dei falli, imo dei quali in area, ma non c'era rigore. Sono ancora al 30 per cento, ma certamente le cose andranno meglio domenica prossima». Con Salvatore Bagni ha fatto il suo debutto un altro ex napoletano dell'anno dello scudetto, Costanzo Celestini. -Il loro — dice Pier Paolo Marino — è stato un debutto largamente positivo. Sono molto soddisfatto». Enzo Ferrari giudica eccellente la prova di Bagni, specie per quel che attiene la sagacia tattica e il senso della posizione. A Celestini ha affidato compiti diversi in due fasi della gara. Per Bagni c'erano già i primi striscioni: -Bentornato Guerriero-. -Benvenuto campione-. C'era anche il presidente del Consiglio Ciriaco De Mita, in tribuna. Ha apprezzato il gioco dei due ex napoletani, ma non ha potuto vedere il gol. Era già salito sull'auto blindata. g-P- Felice in giallorosso, lo stopper rimpiange: «Che triste epilogo a Napoli» ROMA — Dei quattro capri espiatori dell'ormai tristemente famoso Maggio Napoletano, Ferrario è forse quello cui il destino ha riservato Ir sistemazione migliore. Garella ha dovuto accettare il confino in serie B imitato in extremis da Bagni, e Giordano ha dovuto penare a lungo prima di poter vestire il bianconero ascolano. Moreno Ferrario ha trovato dimora a Roma, alla corte di Dino Viola. -Mi sono sistemato benissimo — afferma il difensore —, ma non come speravo io. Per venire a Roma ho avuto bisogno di carte bollate, telegrammi, sono dovuto arrivare alle vie legali. Una maniera assurda per chiudere uno splendido rapporto durato 11 anni con il Napoli. E' questo che mi dispiace. E ' un epilogo che mi intristisce enormemente e sinceramente». Un capitolo chiuso bruscamente ed in maniera squallida. Dagli ex compagni non una telefonata, nemmeno nel momento più duro. Un -tradimento», l'ennesimo, dopo il dietro-front successivo all'emissione del noto comunicato. -Dal mio ultimo giorno ufficiale a Napoli, non ho più sentito nessun collega. Qualche volta ho parlato con Giordano, spesso mi sento con Bagni, ma il mio rapporto con Salvatore va al di là dell'ambilo lavorativo. Una telefonata potevano anche farmela, non sarebbe costato nulla ed a me avrebbe fatto piacere. Così, invece, mi hanno fatto solo ulteriormente male». Tre giorni fa ha ricevuto il secondo battesimo del pallone. «Ho sceHo Roma perché sapevo della stima che nutrivano nei miei confronti Viola, Liedholm e gli stessi tifosi. Domenica ero emozionato come un bambino. Nei primi 20'non capivo nulla, sei mesi lontano dal calcio domenicale ti fanno dimenticare anche le misure del campo». m. m.
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