Sono in 23, tra gli 8 e i 15 anni gli alunni alla scuola del circo

Sono in 23, tra gli 8 e i 15 anni gli alunni alla scuola del circo A Verona, in un capannone, si studia per diventare acrobati e clown Sono in 23, tra gli 8 e i 15 anni gli alunni alla scuola del circo Il direttore Egidio Palmiri: «Il mio sogno è di vederli presto sotto il tendone» DAL NOSTRO INVIATO VERONA — Devis Dell'Acqua, 10 anni, ha gli occhi neri e un papà domatore di elefanti che gli ha «regalato» quel nome degno di un eroe di Salgari. Da grande non sogna di fare •l'ingegnere o il capostazione, ma di diventare un equilibrista negli esercizi di verticali». Elisabetta Aiello, invece, ha 11 anni, un padre falegname e una madre maestra. Non si dispera per i pomeriggi con tanta palestra e pochi giochi: vuol studiare da •donna volante: lassù, sul trapezio illuminato dai riflettori». I due bambini parlano nel capannone industriale trasformato in una piccola pista e lui, Egidio Palmiri, una delle «leggende» del circo italiano ed europeo, se li mangia con gli occhi. Perché anche il «signor direttore» ha un sogno: •Vederli presto sotto i tendoni e fra il pubblico, nuovi personaggi di quest'arte circense italiana che sta morendo. Sì, i russi; comandano i russi- loro hanno quattro scuole di Stato e sfornano i migliori artisti del mondo. Ma 20 anni fa non era così, eravamo noi italiani i più bravi». Già, e la speranza di riacchiappare quel primato è affidata tutta, adesso, a Devis, a Elisabetta e ai loro 21 compagni: età fra gli 8 e i 15 anni, molti «figli del circo», ma anche otto di loro arrivati dalla Toscana, da Napoli e dalla Romagna per diventare domatori, clown, giocolieri e acrobati, nonostante i loro genitori siano artigiani, contadini, impiegati. •Avevano letto il nostro bando di concorso — spiega ancora Palmiri —. Era aperto a tutti, dagli 8 ai 20 anni. Unica eccezione, quella per gli aspiranti clown: si può cominciare anche a 40-50 anni. Non si deve cadere in inganno: quello è il numero che richiede maggior esperienza e spesso conclude una carriera». Lui, invece, la carriera l'ha fermata 21 anni fa, quando ha sciolto il suo circo e si è dedicato anima e corpo alla carica che aveva assunto nel 1955: presidente dell'Ente nazionale Circhi. Casa a Genova, ufficio a Rimini su un grande carrozzone (come potrebbe essere altrimenti?) e, ora, tutti ì weekend passati a Verona, nel capannone industriale alle spalle della Fiera. Dal 10 ottobre scorso, 23 ragazzi frequentano il primo corso della prima «Accademia di arte circense» italiana. Ma lui spera in tanti proseliti: •Almeno 100 entro 3 anni». Insomma, una «scuola» che insegna a diventare artisti del «più bel spettacolo del mondo». E' una «creatura» tutta di Palmiri, vaggheggiata 20 anni fa (•Ecco, vede? questo è un articolo del Secolo XIX del 1968, il primo in cui si parlasse della scuola»), inseguita lungo i ripidi sentieri della burocrazia statale e delle carenze di fondi, e adesso finalmente realizzata. •Anche se devono arrivare in fretta i contributi dal ministro dello Spettacolo Carrara — si affretta a precisare il "papà del circo italiano" —. / soldi per questo primo corso li hanno anticipati le banche e le grandi famiglie: gli Orfei, ì Togni. Ma se non interviene lo Stato, ogni cosa si fermerà». Palmiri racconta, mentre i bambini eseguono gli esercizi sotto gli occhi vigili dei tre istruttori: Lucio Nicolodi, emiliano, discendente di una grande famiglia di acrobati, già insegnante alla scuola di Parigi; Rony Jarz, di origine slava, ex «uomo volante», per anni «maestro» a Madrid; e Paolo Codanti, «gipnglatore» superbo, figlio di' un russo, abilissimo a far «danzare» le clave. Fuori, il sole d'autunno fa rilucere la plastica del grande tendone, affittato dal «Circo Medini»: intomo, una grande roulotte funge da mensa, accanto a due prefabbricati grigi. -Sono le camere da letto dei bambini — dice Palmiri —. Il nostro è un vero e proprio convitto. Ci sono due assistenti sociali, tre inservienti, due cuoche e una maestra. Al mattino i ragazzi frequentano la scuola elementare pluriclasse parificata o vanno alle medie. Dalle 13,30 alle 15 ricreazione; dopo arriva la palestra». LI primo anno prevede i fondamentali: danza acrobatica e ginnastica. Poi i tre anni successivi, in cui ogni allievo sceglierà la sua specialità (trapezista, giocoliere, ammaestratore, clown) e affinerà i numeri individuali o di gruppo. Nel 1993 — Palmiri incrocia le dita — ci saranno i primi «laureati» del circo italiano, pronti a rispondere alle continue richieste dei 130 spettacoli sotto la tenda del nostro Paese, ma anche alle proposte di lavoro che arrivano dai circhi europei. Ettore BofTano

Luoghi citati: Genova, Madrid, Napoli, Parigi, Rimini, Romagna, Toscana, Verona