«Pensavo a Il'effetto-droga invece stavo per partorire» di Guido Coppini

«Pensavo a Il'effetto-droga invece stavo per partorire» Parla la ragazza genovese che ha dato alla luce un bimbo tossicodipendente «Pensavo a Il'effetto-droga invece stavo per partorire» «Il padre è un poco di buono» - La donna rifiuta il figlio che è stato ricoverato al Gaslini GENOVA — Si Inietta una dose di eroina e poco dopo accusa un forte malessere. Ma Carmela Domenica Facciolo, 23 anni, non ci fa molto caso. Non sa di essere al termine di una gravidanza della quale — dice—non si era mai accorta, -perché avevo attribuito l'interruzione del ciclo mestruale a disfunzioni abituali in noi tossicodipendenti'. E' in casa di un amico quando si rende conto che non di effetti di droga si tratta, ma di doglie. Cerca di spiegare: 'Avevo una gran confusione in testa, non sapevo dove mi facesse male». L'amico intuisce il dramma, chiama un taxi che si dirige all'ospedale di Sestri Ponente. Sono le cinque del mattino. Carmela Domenica non fa a tempo ad essere trasportata in maternità; il bambino nasce nel piazzale davanti all'ospedale, prima ancora che gli infermieri possano intervenire. La mamma grida: 'Non lo sento mio, non lo voglio', così il neonato viene trasferito all'Istituto pediatrico «Giannina Oaslini» di Genova Quarto: è in gravi condizioni, cuore e polmoni hanno risentito dell'eroina che la madre non aveva smesso di assumere per tutto il periodo della gravidanza. L'ultimo buco era praticamente coinciso con le doglie. Carmela Domenica, che si irrita alla vista di un fotografo, è disponibile a raccontare il suo dramma, in una cameretta al secondo piano dell'ospedale. Mamma senza saperlo, mamma che rifiuta di esserlo. E' di origine meridionale, bruna, magrissima, il volto segnato dalla droga. Ammette di aver fatto qualche piccola truffa, qualche furtarello. «Afa non mi sono mai prostituita-, afferma con un certo orgoglio. Si inietta eroina da un anno e mezzo, sempre in dosi più micidiali. Racconta: 'Questo bambino non lo aspettavo. Non mi ero mai accorta d'essere incinta. Indossavo jeans strettissimi, sempre della stessa misura; non ero cresciuta di peso, né avevao mai sentito scalciare dentro di me la creatura, come mi dicono che avvenga. L'altra mattina alle cinque i dolori al ventre e ai reni. Ho pensato: "troppi buchi". Ho svegliato l'amico che dormiva con me, gli ho chiesto di aiutarmi. Solo nel taxi ho capito che l'utero si stava dilatando, che ero vicinissima a' parto». La storia di Domenica Carmela è quella di tante altre ragazze coinvolte nel giro della droga, anche se ha avuto un finale altamente drammatico e si è conclusa con la respinta del figlio non voluto. E i genitori? «Ancora due anni fa in famiglia andava tutto bene, lavoravo, poi certi amici mi hanno iniziato al buco. Non posso dirlo ai miei genitori: mi caccerebbero, come già fecero quando mi scoprirono con una siringa». E il padre del bambino? «E' un poco di buono, con lui mio figlio non avrebbe alcun futuro; preferisco che ne sìa lontano, desidero che il piccolo sìa affidato ad una famiglia che abbia cura di lui. Io non posso tenerlo, non ho più un lavoro e non potrò probabilmente tornare più a casa. Ormai la mia famiglia sono i tossicodipendenti ai quali mi sono legata e dove vale la regola che se capita il guaio una deve arrangiarsi da sola». Ieri Carmela Domenica Facciolo è stata ricoverata nel reparto psichiatrico dell'ospedale di Sestri Ponente. Solo i medici possono avvicinarla. Guido Coppini

Persone citate: Carmela Domenica, Carmela Domenica Facciolo, Domenica Carmela, Gaslini

Luoghi citati: Genova