Per capire se è equo tassar l'auto in uso di Maurizio Lupo

Per capire se è equo tassar l'auto in uso I tributarìsti Anti discutono sui «fringe benefìts» Per capire se è equo tassar l'auto in uso Diversi e controversi i punti oscuri della legge in materia TORINO — Li chiamano «fringe benefìts». Sono 1 benefici accessori che molte aziende concedono al dipendenti come incentivi, quali auto in uso, casa gratis o viaggi premio. Il fisco vuol tassarli, ma 1 contribuenti e soprattutto le imprese che li concedono chiedono più chiarezza, per capire meglio come pagare i tributi, secondo metodi di determinazione di valori che devono essere identici in tutta Italia. Così, per puntualizzare la questione, oggi alle 9,30, al Centro incontri della Cassa di Risparmio di Torino si riunisce la sezione piemontese dell'Associazione Nazionale Tributarìsti Italiani (Anti), con una giornata di studi in memoria di Giuseppe Drammi, apprezzato studioso. L'appuntamento, patrocinato dal Collegio dei Ragionieri dell'Ordine dei Dottori Commercialisti, dalla Banca Subalpina e dalla Società Reale Mutua Assicurazione, costituisce un forum di rile¬ vanza nazionale per chiarire gli interrogativi irrisolti su «Fringe benefìts, rimborsi spese e costi promozionali». Giuseppe De Angelis, presidente nazionale Anti, farà il punto sulla situazione. Quindi Ignazio Manzoni parlerà sui «Rimborsi spese per dipendenti o lavoratori autonomi». Fulvio Dezzani fornirà invece una panoramica sulla quantificazione, contabilizzazione ed imputazione a bilancio dei benefìci accessori. Poi Sergio Chiaberto, vice direttore generale della Società Reale Mutua Assicurazioni, tratterà della casistica dei benefìts di natura assicurativa. Seguiranno le relazioni dì Giancarlo Croxatto e Ivo Caraccioli, che spiegheranno le normative Cee e i problemi di carattere penale che incidono sulla materia. Mario Boidi, presidente dell' Anti piemontese, chiuderà i lavori nel pomeriggio. I tributarìsti vogliono rilevare eventuali punti oscuri nelle norme fiscali che discl- plinano la materia, il cui contenuto è stato modificato dal testo unico sulle imposte dei redditi (legge 917 del 22 dicembre 1986), entrato in vigore il 1° gennaio 1988. All'articolo 48 precisa che «i compensi in natura, compresi i beni ceduti e i servizi prestati al coniuge del dipendente a familiari a suo carico concorrono a formare il reddito in misura pari al costo specifico sostenuto dal datore di lavoro». E' così palese la possibile discriminazione: se non esiste un costo specifico per il datore di lavoro, il compenso non costituisce reddito per il dipendente; se invece, per concedere questi benefici l'azienda sopporta dei costi, il benefit deve essere considerato una vera forma di retribuzione da sottoporre alla conseguente tassazione. Anche in questo secondo caso la procedura appare semplice solo in teoria: «Si tratta infatti di quantificare questi benefici accessori e di accertarne il costo sema però tassare un reddito inesistente», spiega Ernesto Ramojno, coordinatore del convegno. 'Infatti — prosegue Ramojno — se per esempio un'azienda concede in uso gratuito un appartamento a un dipendente, il costo sostenuto dal datore di lavoro potrebbe essere maggiore rispetto all'equo canone che il dipendente avrebbe pagato». Lo stesso ministro del Tesoro Giuliano Amato, in passato, ha riconosciuto che i fringe benefìts 'sono di difficile determinazione e di difficile accertamento». Le aziende pertanto chiedono chiarezza: non possono continuare a regolarsi secondo soggettivi metodi prudenziali. Né soddisfa il discorso di chi propone tributi forfetizzati sui benefici accessori. «Se si continua a forfetizzare o la detraibilità della spesa o la sua entità — ammonisce Mario Boidi—ci si allontana in modo vistoso da quei principi fondamentali della riforma tributaria che impongono il confronto fra costi e ricavi analiticamente documentati. E' un principio che abbiamo sostenuto anche per definire le Spese di rappresentanza deducibili. Esistono infatti interpretazioni ministeriali derivanti da casi specifici che hanno applicazione diversificata da parte degli uffici periferici: Maurizio Lupo

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