Così vissero Fenici e contenti

Così vissero Fenici e contenti IL NUOVO LIBRO DI PATRONI, GIOCOLIERE DEL LINGUAGGIO Così vissero Fenici e contenti Nel piccolo circo l'intelligenza fa spettacolo. Minuscola la pista, minuto il tendone, un unico protagonista: un arlecchino del linguaggio che fa capitombolare l'ovvio e ne scombina i significati, un clown dello humor che dissolve ogni logica nella trappola del gioco e ne ricompone le parti in soluzioni bizzarre. Un saltimbanco del grottesco, un prestigiatore di parole che in brevi, folgoranti epigrammi, strappa risate al pubblico e rende meno pesante la noia del vivere. Una definizione della routine: «Come va, tranviere?I "R solito tram-tram": Un consiglio paterno: «Sii parco, figliolo/ E avrai tanti alberi». Una precisazione: «TI barlume! non è un bari fiocamente illuminato». Un curriculum: «Nacque/ piacque/ nocquel spiacque/ tacque! giacque». Nelle prime pagine del nuovo libro di Gino Patroni (La vita è bella e scarso è l'avvenir, Longanesi), una precisazione di Mark Twain: «E'perfettamente inutile prendere sul serio l'esistenza: tanto non se ne esce vivi». Meglio il saltimbanco dell'uomo serio. Dietro la maschera dell'uomo serio si nasconde l'inquietudine della ragione e l'angoscia dell'essere soggetto al tempo. Solo il clown sa ridere del tempo, perché nell'attimo della risata ne frantuma la fatica Nel circo di Patroni una galleria di personaggi. Detto di re Salomone: «Con le buone miniere/ si ottiene tutto». Priamo: «Prolifico re di Troia. Aveva cinquanta figli e cinquanta figlie! L'erario del suo regno si rovinò per pagargli gli assegni familiari». Una definizione di Cicerone: «Avvocato romano che alternava l'attività forense/alla guida di comitive turistiche». E di Nettuno: «Dio dei fondi marini/ Una volta emerse in superfìcie schiumando e urlando! Cercatemi un dentista! Mi fa male il Tridente!». Ecco il senso delle invasioni barbariche: «Dopo gli Unni! vennero gli Alltri». Ed ecco un tipico atteggiamento di incredulità davanti alla Storia: «Oggi ci sembra impossibile! che nella Roma dei Cesari/ anche gli analfabeti/ parlassero latino». Infine un matrimonio a Cartagine: «E vissero/ Fenici e contenti...». H pubblico applaude, il clown allarga le braccia fa un inchino e ricomincia Ecco la storia., di un'inclinazione. «Nacque sciancato, aveva una gamba più corta dell'altra/ Vocazione e talento lo portarono alle scene del teatro! ma sul palcoscenico camminava inclinato! Così lo chiamarono! L'attore di Pisa». Auguri a Bilbao: «Salute! e figli Baschi». L'ultimo desiderio: «Messo al muro da fucilieri nazisti/ il famoso direttore d'orchestra disse/ Mi raccomando, una buona esecuzione...». Pinochet: «Non risponde al vero che Pinochet sia figlio! d'un falegname chiamato Geppettet». Trapianti d'organo. «Cardiopatico sottoposto al trapianto d'un cuore di gorilla! sopravvive ma rifiuta di scendere dall'albero». Un amante troppo esuberante: 'Il giorno della cilecca». Patroni vive a La Spezia. Ha 69 anni e chi lo conosce dice che è un uomo semplice, che nasconde dietro al ghigno feroce un'anima malata di malinconia. Le smorfie del clown fanno divertire, i capitomboli incantano i bambini, ma dietro la maschera il pubblico non vede che una lacrima inumidisce il trucco. Signori, lo spettacolo continua Detto di boxeur cattolico: «Nella vita è meglio dare che ricevere». Lamento di anello nuziale: «Mi hanno messo all'indice». E di uno scheletro: «Ho un terribile mal di teschio». Un ricordo datato 1945: «Ancora oggi a Milano! quando i miei passi mi portano a transitare per piazzale Loreto! penso a tutto fuorché ai pappagalli». Mauro Anselmo

Luoghi citati: Bilbao, La Spezia, Milano