Addio a don Meotto, l'editore

Addio a don Meotto, l'editore E* MORTO IL SALESIANO CHE HA FATTO GRANDE LA «SEI» Addio a don Meotto, l'editore TORINO — E' morto Don Francesco Meotto, aveva sessantasette anni. Salesiano, era dal 1966 direttore editoriale della Sei, la Società Editrice Internazionale fondata ottant'anni fa. frutto dei progetti di divulgazione culturale di Don Bosco. Ne aveva fatto una fra le più grandi editrici scolastiche d'Italia, prima di riuscire a varare il suo progetto più ambizioso, quello di un'editrice parallela, la VariaSei, nata pochi anni fa per soddisfare ambizioni editoriali più ampie e libere. Era nato a Torino nel marzo del 1921, padre tassista, madre casalinga. Laureato in lettere nel 1946, un anno più tardi aveva preso gli ordini andando a insegnare italiano all'oratorio di Foglizzo. Chiamato a Roma al San Callisto, dove ha insegnato dal '52 al '66, è tornato a Torino per prendere le redini della Sei, piccolissima editri- ce, erede della «Salesiana-, la tipografia editrice di San Giovanni Bosco. La Sei stampava libri scolastici, aveva conosciuto periodi di gloria, ma in quegli anni i passati splendori si erano un po' oscurati. Meotto ha chiesto piena libertà, l'ha ottenuta e l'ha usata per ristrutturare la casa e lanciarla a livello nazionale. Un lavoro paziente, mai troppo rapido, a volte contrastato, come quando decideva di sopprimere libri che il mercato sembrava accogliere bene, considerandoli vecchi e superati. Manager molto sui generis, ricordava l'obiettivo di Don Bosco: dar cultura al popolo, e rispettava le esigenze economiche dell'azienda consolidandola di anno in anno. Lo hanno fatto presidente dell'Ueci. l'Unione degli editori cattolici italiani, ma i superiori hanno voluto affidargli anche un compito più ambizioso: quello di provvedere alla supervisione di tutte le iniziative mondiali salesiane editoriali e radiofoniche. Coltivava un sogno: quello della casa editrice non confessionale. Ricordava ancora: dar cultura al popolo, e faceva intendere che lo si può fare ancor meglio senza condizionamenti. Accanto all'editoria scolastica seguiva la grande editoria, quella di Ipotesi su Gesù di Messori, titolo da un milione e quattrocentomila copie che dovette combattere per pubblicare, quella di Testimone del tempo di Biagi, che ha vinto il Bancarella nel '73, o di Viaggio intomo all'uomo di Sergio Zavoli. Il sogno di una casa totalmente libera lo ha realizzato nell'82, fondando la VariaSei e chiamando a collaborarvi le voci più diverse, da Diego Novelli a Corrado Guerzoni, a Maria Fida Moro, Alberto Bevilacqua, Giovanni Arpino. Tilde Giani Gallino. Monsignor Bettazzi, che delle voci cattoliche non è certo la più ufficiale. Gian Nicola Pivano. amministratore delegato della Sei, ha incominciato la carriera insieme con Meotto, nel '66 nella casa editrice ancora da rifondare. Lo ricorda: -Cecamente un uomo capace, intelligente, abilissimo. Ma per tne soprattutto un amico e un uomo col dono dell'allegria. E questa allegria la regalava a tutti». Abbiamo discusso con lui la pubblicazione di un libro. Da parte nostra c'era qualche timore per un editore che in fondo vestiva il clergyman e un testo che da qualche parte poteva urtare la suscettibilità scudocrociata. Andò cosi: -Lei insomma parla male dei democristiani?-. »Si potrebbe dire di si-. Ma abbastanza male?-. •Fra le righe, si capisce...». Rise: -Bene, cosi magari si farà un po'di bel rumore. Dimentichi da parte nostra qualsiasi genere di pressione in questo seriso. Chi scrive deve essere libero di scrivere-. Con la malattia che lo ha ucciso, un tumore, ha incominciato a combattere due anni fa. Una cura in un ospedale di Boston sembrava aver risolto tutto, ma dopo pochi mesi un secondo tumore si era mostrato invincibile. Ha chiesto di morire «a casa», nelle stanze del centro salesiano Valdocco in cui ha abitato per anni. Mercoledì mattina si svolgeranno i funerali. Stefano Pettinati

Luoghi citati: Foglizzo, Italia, Roma, Torino