In corsa anche una «castrista»

In corsa anche una «castrista» In corsa anche una «castrista» WASHINGTON — Se la spunterà per un soffio, con un vantaggio tra i cento e duecentomila voti, George Bush dovrà forse la vittoria a un alleato piuttosto improbabile: una psicologa di colore con un seguito tra negri radicali, omosessuali e lesbiche, militanti di estrema sinistra. La psicologa "alleata- con il vicepresidente si chiama Lenora Fulani, ha 38 anni e due figli, è di New York e si è proposta una «missione» in questa tornata elettorale: vuole "punire- Michael Dukakis per non aver voluto accanto a sé il reverendo negro Jesse Jackson come candidato alla vicepresidenza nella corsa alla Casa Bianca. Grazie alla raccolta di un milione e mezzo di firme, la dottoressa — portavoce della contestazione più radicale — ha realizzato un'impresa che non era mai riuscita prima a una donna: si è messa in lizza per la presidenza in tutti i cinquanta Stati e a Washington, che fa •distretto» a sé. Candidata del "Partito della nuova alleanza», legata a Louis Farrakhan — controverso leader dei "musulmani neri» ancora presenti fra la comunità negra degli Stati Uniti, seppure meno attivi che in un recente passato — Lenora Fulani ha messo in piedi un sottile piano di vendetta. Vorrebbe infatti strappare al governatore del Massachusetts almeno centomila voti, e si augura che siano quelli che facciano pendere definitivamente l'ago della bilancia dalla parte del candidato repubblicano. Peraltro, la psicologa di New York non si è limitata ad avanzare la propria candidatura; ma ha anche articolato una propria "piattaforma presidenziale» dalla caratteristiche estremamente radicali. Ha idee "Castriste» in tema di riforma dello Stato: • Dovremmo prendere esempio dal popolo cubano e defenestrare dal governo tutti i maschi ricchi bianchi-. Non solo. E' in perenne polemica contro quella che definisce V-isteria statunitense- nei confronti dell'Urss: -Dovremmo dirigere questa isteria — afferma — contro il grande capitale-. Si è dichiarata esplicitamente per il disarmo totale, per l'espansione delle spese civili a scapito di quelle militari. E dice di Israele: -E' un Paese fascista, un insulto a tutti gli ebrei morti nell'Olocausto-. La dottoressa di New York è stata oggetto soltanto di qualche notizia di sfuggita o di colore da parte dei mass-media americani. E la stessa sorte è toccata all'unico altro candidato nazionale minore: Ron Paul, de) •Partito libertario», che si presenta in 46 Stati e a Washington. Paul e un ostetrico texano di 53 anni. Alle spalle ha ben quattro elezioni quale deputato nelle liste repubblicane. Ma improvvisamente, un anno fa. ha abbandonato il reaganismo e si e convertito a un'ideologia che il Wall Street Journal ha definito •anarchismo delle buone maniere-. Se diventasse presidente — e si tratta di un'ipotesi assolutamente irreale — Ron Paul intende chiudere tutte le basi militari Usa all' estero e tutte le scuole pubbliche. Promette di ridurre le tasse a un massimo di cento dollari all'anno per contribuente e va dicendo che i poveri non possono pretendere nulla dallo Stato e devono aiutarsi da soli: -Non hanno il diritto di rubare e nemmeno il diritto di chiedere al Congresso di rubare per loro-. Paul stigmatizza le crociate contro spacciatori e consumatori di stupefacenti: -Si tratta di scelte individuali — e la sua posizione —. Siamo ossessionati dalla droga e cosi gettiamo alle ortiche la Costituzione-. Oltre a Lenora Fulani e e | a Ron Paul, nel calderone elettorale ci sono molti altri ••personaggi" in gara per la presidenza in questo o quello Stato. Si tratta quasi sempre di fenomeni -pittoreschi», forse con una sola eccezione: Eugene McCarthy. uno dei grandi dell'ala -liberal- del partito democratico. Settantadue anni, ex se; natore. protagonista di epii che sfide politiche nell' • America degli Anni Sessan! ta e Settanta, il progressista I McCarthy si presenta come i candidato in quattro Stati j (Pennsylvania. New Jersey, j Michigan e Minnesota i per | conto del minuscolo -Partito del consumatore-. Tuona contro la burocrazia ("tirannia democratica che la maggioranza impone a se stessa-) e anche lui ha un sogno: contribuire al superamento del sistema bipartitico, che a suo avviso schematizza e impoverisce la vita politica americana. Washington. Lenora Fulani, candidata dei «musulmani neri»