Gli enzimi cambiano l'industria del bianco

Gli enzimi cambiano l'industria del bianco I produttori scommettono sui detersivi biologici per conquistare un mercato mondiale da 300-500 milioni di dollari Gli enzimi cambiano l'industria del bianco < FINANCIAL TIMES LONDRA — Secondo le aziende produttrici di enzimi l'ingegneria genetica sta per rivoluzionare il mercato dei detersivi per uso domestico. Gli enzimi hanno proprietà catalitiche che permettono al detersivo di trattare certi tipi di sporco. La proteasi, per esempio, disgrega le proteine contenute in alcune macchie, coinè quelle di uovo, erba, sangue, mentre l'amilasi agisce sugli amidi che si trovano nelle macchie di cacao e sugo. Il mercato dei detergenti a base di enzimi è stato fino ad oggi pigro. Quando vennero lanciati, negli Anni Settanta, non ebbero successo sui consumatori, preoccupati per le conseguenze sulla pelle. Nell'83 la Unilever introdusse enzimi nel suo principale prodotto chiamandolo New System Persil Automatic, ma nel giro di un anno fu costret¬ ta a tornare al vecchio Persil non biologico per rispondere alla domanda dei consumatori. Ma oggi l'utilizzo degli enzimi nelle polveri e nei liquidi per lavare è in forte aumento a causa del cambiamento dei mercato. Causa prima è stata la diminuzione della temperatura di lavaggio, per risparmiare energia e per rispettare gli indumenti delicati. In Europa la temperatura media delle lavatrici è scesa negli ultimi anni da 60 a 40 gradì, n calore favorisce le reazioni chimiche presenti nel processo di pulizia, perciò i vecchi detersivi sono meno efficaci a basse temperature. I produttori hanno quindi cercato altre strade per combattere lo sporco in acqua fredda. Risolvere il problema aumentando la percentuale di fosforo nei detersivi non è più possibile. La legge ha imposto di ridurre la percentuale di fosfati poiché essi favoriscono l'aumento di alghe nelle acque. Cosi gli sforzi per avere un bucato pulito si sono ora rivolti all'ingegneria genetica dei nuovi enzimi. La danese Novo Industri, una delle più importanti produttrici mondiali di enzimi industriali, ne ha lanciato un nuovo tipo in grado di sciogliere i grassi, chiamato Lipolase. Esso dissolve a basse temperature le macchie di cosmetici, di sugo e di alcuni grassi commestibili come il burro. Il Lipolase è già stato impiegato in Giappone dalla Lion Corporation. Secondo la Novo il nuovo enzima ha permesso alla Lion di riguadagnare una cospicua quota di mercato. Dal febbraio di quest'anno il nuovo detergente liquido altamente concentrato, Attack, ha conquistato il 30% del mercato giapponese, che vale 1,3 miliardi di dollari. Steen Riisgaard, vicepresidente della divisione enzimi per detergenti della Novo, dice che l'ingegneria genetica è usata sia per creare nuovi enzimi sia per produrli su larga scala. In passato, gli enzimi erano sviluppati secondo metodi biologici tradizionali, provocando cioè mutazioni in micro-organismi. La struttura del loro geni era modificata attraverso agenti mutageni come i raggi ultravioletti. Il processo era ripetuto migliaia dì volte finché, per caso, si scopriva un enzima che soddisfaceva la specifica richiesta. Per Riisgaard la tecnica era noiosa ma efficace, «il problema è che gli enzimi esistenti sono stati ottimizzati dalla natura. Ma la natura non li ha resi il più efficaci possibile per le lavatrice del ventesimo secolo; osserva Oiiver Midler, direttore commerciale per l'Europa della Genencor, l'industria produttrice di enzimi che ha sede a San Francisco. Midler spiega che oggi è possibile operare interventi di ingegneria molecolare modificando la catena di aminoacidi delle proteine. Questo permette di creare particolari caratteristiche che derterminano le proprietà catalitiche dell'enzima. Eliminare la casualità contribuisce ad abbassare i costi di sviluppo. Con l'ingegneria molecolare le industrie possono creare nuovi enzimi e brevettarli. La Genencor ne ha già brevettato uno, una proteasi chiamata Suetilisin. Secondo Hans Van Suyan, direttore strategico della Internationa! Bio-Synthetics, un'industria produttrice di enzimi di proprietà comune della Shell, la multinazionale petrolifera, e della Gist-Brocades, una compagnia chimica olandese, i detersivi a base di enzimi artificiali potranno essere commercializzati entro un anno. Comunque, egli ammette che l'approvazione da parte degli organi di con¬ trollo, come l'americana Federai Drugs Administration, potrebbe far ritardare il loro impiego. Un altro ramo ben sviluppato dell'ingegneria genetica è indirizzato allo studio della produzione industriale di enzimi. Leo Hepner, amministratore delegato della Hepner & Associates, la società di consulenza in biotecnologia con sede a Londra, spiega che molti degli organismi che creano enzimi devono essere adattati alla produzione su vasta scala. Nel caso del Lipolase, l'organismo naturale produttore dell'enzima si riproduce molto lentamente. La Novo è riuscita ad isolare il gene responsabile della creazione del Lipolase e ad introdurlo tramite un vettore in un organismo ospite, un fungo inferiore, l'Aspergiilus Oryzae, che si propaga velocemente. Durame il processo produttivo l'organismo ospite è posto in un fermentatolo e alimentato con gli amidi dei semi di soia e delle patate. Gli enzimi sono poi estratti e cristallizzati mescola ridoli a sostanze come sali e fibre cellulose. La Novo sottolinea che lo sviluppo è costoso e lungo. Ci sono voluti molti anni per scoprire il Lipolase e altrettanti anni di studio per introdurlo nell'organismo ospite. Ma sono bastati quattro mesi per passare da una sola provetta alle 20 tonnellate necessarie per dare il via ad una produzione di massa. Riisgaard della Novo spera che, attraverso l'ingegneria genetica e i brevetti, i detersivi a base di enzimi decollino. Il mercato mondiale per gli enzimi è stimato tra i 300 e i 500 milioni di dollari. Ma non tutti gli analisti sono convinti che i nuovi enzimi saranno utilizzati. I mercati americano e europeo, sottolineano, sono meno propensi ad accettare le novità di quello giaponese. Paul Abrahams

Luoghi citati: Europa, Giappone, Londra, San Francisco