Tripoli libera oggi gli 11 marinai
Tripoli libera oggi gli 11 marinai Condannati per uno sconfinamento ai lavori forzati e poi graziati Tripoli libera oggi gli 11 marinai SIRACUSA — Ormai è questiono di ore. Entro oggi dovrebbe avere fine la lunga attesa dei familiari di 11 pescatori siciliani fermati il 21 agosto da motovedette libiche mentre calavano le loro reti nel Canale di Sicilia, n colonnello Gheddafi ha concesso la grazia. Dopo 82 giorni di carcere e una condanna a due anni e mezzo di lavori forzati, i pescatori potranno tornare a casa. Arriveranno all'aeroporto catanese di Fontanarossa stasera o al massimo domani a bordo di un aereo noleggiato dalla Regione siciliana. Con loro una delegazione capeggiata dal presidente della Regione, Rino Nicolosi, che da domenica si trova a Tripoli per perfezionare le fasi del rilascio. La decisione di liberare gli 11 pescatori è già stata presa. Ci sono da risolvere soltanto alcuni problemi burocratici. Ieri pomeriggio, nel deserto fra Tripoli e Bengasi, il leader libico ha ricevuto nella sua tenda Nicolosi; erano presenti all'incontro alcuni giornalisti al seguito della delegazione siciliana. Nicolosi, che qualche mese fa aveva compiuto un'altra visita in Libia, suscitando non poche polemiche, aveva al proprio fianco l'ambasciatore italiano a Tripoli Reitano. Il presidente della Regione siciliana, nel proprio indirizzo di saluto, ha detto: «Sono tornato nella tenda dell'amicizia». E anche Gheddafi ha parlato di amicizia tra il popolo libico e quello siciliano. Ma si è detto dispiaciuto per quelli che lui considera sconfinamenti nelle acque territoriali del suo Paese. Sconfinamenti, c'è da dire, che però sono ancora tutti da definire dato che derivano dalla decisione, presa in ma¬ niera unilaterale qualche tempo fa dal governo di Tripoli, di considerare «interno» il mare del Golfo della Sirte. L'attesa dei familiari dura ormai da domenica sera La missione in Libia della delegazione siciliana doveva esaurirsi nella giornata di domenica. Da allora, invece, si sono susseguiti i rinvìi. Da 48 ore parenti e amici degli 11 pescatori, catturati mentre erano a bordo dei motopescherecci «Brivido», «Antonio Velia» e «Francesco n», stazionano dinanzi all'aeroporto di Fontanarossa con gli occhi rivolti al tabellone degli arrivi. Ieri, infatti, per buona parte della giornata, dalla Libia non sono arrivate notizie. Sono stati i momenti peggiori. La speranza, nata all'improvviso con la notizia che il presidente della Regione partiva per la Libia per riportare a casa i pescatori, sembrava lasciare il passo allo sconforto. Sconforto che ieri mattina si leggeva sui visi di tutti. Frutto di giorni e giorni di angoscia: 'In poco meno di tre mesi abbiamo potuto parlare un paio di volte coi nostri familiari. Solo il tempo di sentire i loro singhiozzi. L'appello disperato ad aiutarli». Ma ieri sera è tornato l'ottimismo. D'altra parte, nell'intera marineria di Siracusa la tensione è al massimo, n sequestro dei tre pescherecci e l'arresto degli equipaggi ripropone in maniera drammatica il problema della regolamentazione della pesca nel Canale di Sicilia. Ormai gli incidenti sono quasi settimanali. Il pesce sottocosta è poco, le motobarche sono costrette a spingersi sempre più al largo e i pescatori a rischiare l'arresto. Nino Amante
Persone citate: Gheddafi, Nicolosi, Nino Amante, Rino Nicolosi, Tripoli Reitano
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