Ritorna il mago dei computer

Ritorna il mago dei computer A SAN FRANCISCO CON UN RITO CARICO DI «SUSPENSE » Ritorna il mago dei computer E' l'ex fanciullo prodigio Steve Jobs, che guadagnò milioni di dollari con il calcolatore «Apple» - Ma poi fu estromesso dalla società che aveva creato - Sembrava fuori gioco, ora ricompare con un altro geniale apparecchio, il «Next», che accetta il dialogo a voce - Solo i giornalisti ammessi alla presentazione, prezzi da bagarini per gli inviti SAN FRANCISCO—Sì immagini un ventenne con le tasche vuote, ma con un'intelligenza geniale, mille idee in testa e il pallino dell'elettronica; si aggiunga una volontà dì emergere che non dà respiro e le qualità innate di un capitano d'industria; si ponga questo miscuglio nell'eccitante ambiente di Silicon Volley: ecco Steve Jobs, il mago dei calcolatori che undici anni fa iniziò la creazione e la diffusione dei personal computers; il creatore della Apple; ecco il ragazzo che ha cambiato il nostro modo, di lavorare negli uffici e nelle fabbriche e che ci ha imposto l'attuale modo di imparare e di comunicare. Ma questa è preistoria. Undici anni nel mondò dell'elettronica sono più lunghi di un'era geologica. Perché dunque si torna a parlare di Jobs, la cui figura leggendaria nella stampa americana ha trovato paragone solo nell'iniziatore del mondo delle automobili, Henry Ford? Il motivo è semplice. Nei giorni scorsi alla Davies Hall di San Francisco, Jobs, circondato dai suoi più fedeli tecnologi e in un'atmosfera di attesa e di mistero preparata con un'accuratissima regia, ha presentato alla stampa la sua ulti' ma creatura. A detta dello stesso Jobs, dei suoi collaboratori e di molti esperti è un marchingegno — e to vedremo tra poco — destinato a creare una grossa rivoluzione nel mondo dei personal computer, sia per quanto riguarda la struttura fisica delle macchine e della loro strumentazione (cioè ttiardware), sia soprattutto per i sistemi operativi e i programmi, ovvero i software. Non a caso infatti un colosso come l'Ibm si è assicurato (si dice al prezzo di dieci milioni di dollari) la licenza della nuova «graphic Interface» di Jobs, per l'impiego nelle sue future macchine. Ma la storia merita di essere riassunta dal principio. Negli Anni Settanta Jobs e un suo amico, Steve Wozniak (la somma delle loro età non superava i quarantanni ) misero su'il primo personal computer alla portata di tutti per costo e maneggevolezza. Così nacque la Apple Computer, che le grandi compagnie del settore, a cominciare dalla Ibm, giudicarono «roba da ragazzi». Ma furono costrette a ricredersi: la Apple era diventata una grande azienda, con oltre mille dipendenti, produceva centinaia di migliaia di pezzi con una tecnologia sempre più raffinata. La grossa invenzione nel campo del software era la possibilità di lavorare con le window e con il mouse, cioè con le finestrelle che appaiono nello schermo del computer e con il "topolino» elettronico che — fatto scorrere su un piano — fa muovere la freccia che sullo schermo indica il programma che si vuole usare. Il sistema era molto più semplice di quello dei Dos della Ibm. L'idillio con la Apple finì tre anni fa, anni dopo che l'azienda era diventata pubblica, ovvero le sue azioni erano state ammesse a Wall Street. Jobs e gli altri iniziatori della società si erano messi in tasca unbel gruzzolo di milioni di dollari, ma il controllo della compagnia passò agli azionisti. Nel 1985 la battaglia decisiva fra Jobs e Sculey, un manager arrivato alla Apple dalla Pepsì Cola, fu vinto da quest'ultimo e il mago, con amarezza, anche se con un centinaio di milioni di dollari al sicuro, lasciò la sua creatura. Riapparve poco dopo per fondare una nuova società, per la quale scelse un nome estremamente significativo: Next, il prossimo, il futuro. Impegnò nove milioni di tasca propria e ottenne il resto da un finanziere plurimiliardario ben noto in California, H. Ross Perot. Ma non molti lo presero sul serio, anche perché, come aveva scritto Scott Fitzgerald, «non ci sono secondi atti nelle vite americane». Invece la tela sul secondo atto di Jobs si è alzata ora. 4 Una resurrezione preparata con cura meticolosa e sicuramente con lo zampino del re dei pubblicitari di Silicon Volley Regia MacKenna, che proprio Jobs aveva utilizzato e lanciato alla fondazione della Apple. Gli inviti sono stati riservati rigorosamente alla stampa e rifiutati ai marketing men e agli executive delle ditte potenzialmente concorrenti. Qualche collega giornalista si è visto offrire 500 dollari per il proprio biglietto. Il motivo di tante precauzioni era duplice: evitare qualche "donatore' magari giapponese e soprattutto aumentare la suspense per un mistero che da oltre un anno invano concorrenti, giornalisti, amici e nemici avevano cercato in qualche modo di penetrare. L'azienda conta oggi 150 dipendenti e poiché sono in larga parte azionisti tutto possono fare fuorché non rispettare le regole del loro convento. Ma che cos'è il rivoluzionario computer di Jobs? E in che cosa consistono le sue novità? Senza scendere in particolari difficili si dirà che la nuova macchina, per ora orientata all'educazione (scientifica e no) di livello universitario, vanta numerose novità nélVhardware e nel software. Si comincia dal colore (nero antraiite) e dal materiale e dalla forma della struttura esterna (lega speciale anziché alluminio, un cubo invece che la tradizionale forma rettangolare) per l'unità centrale di calcolo. Il design non ha confronti. Nel settore dello hardware le grandi novità del Next computer sono l'abbandono dei floppy disc e dello hard disc magnetico; al loro posto dischi ottici riusabili a piacere, derivati dai compact disc dei sistemi HiFi per la grande musica. Ciò comporta capacità di memoria da sei a dieci volte superiore ai sistemi magnetici delle più cospicue macchine in uso e che costano almeno tre volte di più. Lo schermo — per ora solo monocromatico — consente una nitidezza di immagini impressionante. Ma la novità assoluta è l'impiego di un -chip» Dsp (Digital Signal Processing) che è il più veloce e più versatile dispositivo per il "processamento» dei segnali sonori. Nel Next c;mputer questo microprocessore viene utilizzato per riprodurre ogni tipo di segnale sonoro, dalla voce umana al concerto di un'orchestra; e può servire per registrare messaggi vocali e ritrasmetterli scritti a qualunque altro terminale a mezzo modem. E' il passo fondamentale per arrivare in breve tempo al dialogo uomomacchina per mezzo della voce naturale. Lo stesso Jobs ha fatto capire che nel giro di un anno la sua macchina avrà la piena capacità della "speech recognition». Ma ciò che assicurerà alla Next — questo è il parere degli esperti — una buona fetta del cosiddetto mercato dell'educazione previsto in due miliardi di dollari è il nuovo software, così come del resto avvenne per i computer Apple. Quest'ultima azienda copre ora il 35,3% di questo mercato; la Ibm il 21,6%; la Zenit il 10,4%; la Hewlett Packard il 3,3%; tutti gli altri produttori il restante 24,3%. Il nuovo software ha all'interno della macchina il controllo delle stampanti a laser, per cui le stampanti Next arriveranno sul mercato a metà prezzo rispetto alla altre. La base di questo sofware è una derivazione del sistema operativo Unix, il che rende il computer compatibile per le telecomunicazioni con i più diffusi network che usano appunto l'Unix. La "graphics interface», cui abbiamo accennato, consente l'uso delle finestre sul monitor in maniera molto più facile di quanto (ed è già semplicissimo) permette il Mackintosh della Apple. Un'altra porzione del software, chiamato Object Oriented Tecniques, permette al Next strumenti di programmazio¬ ne d'impiego versatile e sicuro soprattutto per chi non ha alcuna conoscenza in materia. E' la macchina che guida l'operatore insegnandogli passo passo quello che egli deve fare per realizzare i propri programmi. Nel campo educativo si presenta come uno strumento formidabile poiché può simulare alla perfezione esperimenti di fisica, di chimica e di biologia, disegnando sullo schermo e producendo sulla stampante modelli di molecole e di cellule anche nel rapido evolversi dei fattori metabolici o delle reazioni chimiche. In altri termini, qualsiasi studente con questa macchina può ripetere non pochi dei più complessi e costosi esperimenti come se fosse in un laboratorio. Oltre a ciò, il nuovo computer può fare tutto quello che i calcolatori desk top sono in grado di fare: dal word processing, alle telecomunicazioni, ai telefax, eccetera. H suo primo computer Jobs l'ha già venduto nientemeno che al re di Spagna. Quando Juan Carlos tre mesi fa venne in visita a San Francisco, incontrò anche Jobs: il mago uscì dal colloquio sventolando un pezzo di carta firmato dal re: «Gli ho venduto un computer», annunciò. Per i comuni mortali, i suoi calcolatori saranno sul mercato dalla metà dell'anno prossimo. Giancarlo Mas ini San Francisco. Steve Jobs, pioniere dei personal computer, presenta il suo ultimo modello, Next

Luoghi citati: California, San Francisco, Spagna