Nel consiglio San Paolo entrano Hambros e Suez di Gianni Zandano

Nel consiglio San Paolo entrano Hambros e Suez Charles Hambro e Renaud de la Genière ai vertici dell'azienda di credito Nel consiglio San Paolo entrano Hambros e Suez Formeranno il «nucleo duro» dell'azionariato • Le alleanze in vista dell'apertura ai privati TORINO — L'Istituto Bancario San Paolo di Torino si sta preparando per la privatizzazione e la quotazione in Borsa. L'operazione richiederà tempi lunghi, ma ieri è stata fatta una mossa importante: il consiglio d'amministrazione ha cooptato tra i suoi componenti Charles Hambro e Renaud de la Genière, rispettivamente presidenti del gruppo Hambros e della Compagnie Financière de Suez. Resteranno in carica dal 1° gennaio '89 sino alla scadenza del mandato quadriennale 1988-91. Saranno queste due società le prime a partecipare alla formazione del futuro «nocciolo duro» del San Paolo aperto ai privati, accanto ai fondi patrimoniali dell'Istituto. Per arrivare a questo sarà però necessario aspettare che diventi legge il progetto Amato sull'apertura delle banche pubbliche ai privati. Il San Paolo nel giugno '87 aveva approvato un nuovo statuto che prevedeva la ripartizione del capitale sociale in tre distinte -fasce": il capitale di fondazione formato dai fondi patrimoniali del San Paolo che a quella data ammontavano a circa duemila miliardi, quello di partecipazione che non poteva superare i nove decimi di quello di fondazione, e quello di ri sparmio che a sua volta non poteva eccedere la somma dei capitali di fondazione e di partecipazione. Secondo calcoli teorici il capitale San Paolo, dopo la totale apertura ai privati, po trebbe raggiungere i 7600 miliardi, aumentando in maniera consistente la patrimonializzazìone dell'istituto. E' da notare che la capitalizzazione potrà crescere portando gli utili ad incremento del l'ammontare del capitale di fondazione (il che di riflesso permetterà di aumentare an che le altre quote). Questo piano, come accennato, ì però condizionato dall'ap provazione della legge Ama to, che potrebbe richiedere aggiustamenti dello statuto. Le quote detenute da Hambros e Compagnie Flnancière de Suez saranno del secondo tipo, quelle cioè di partecipazione, che contribuiscono a formare la maggioranza assoluta del capitale. Il San Paolo, cooptando nel consiglio i due presidenti, non ha fatto però altro che sancire una strategia varata da anni: infatti nell'86 ha acquisito una partecipazione nel gruppo londinese che ha permesso alla banca italiana di allargare la propria attività nella City ed in mercati extraeuropei tradizionalmente legati all'economia britannica. Ha inoltre assunto una partecipazione nella Suez che ha permesso l'acquisizione della Banque Vernes di Parigi e l'ampliamento della collaborazione con la Banque Indosuez, una delle banche d'affari più attive sui mercati dei capitali. Non solo, ma tramite Hambros si stabilisce un rapporto con le Generali, in cui la compagnia londinese detiene una quota. Per i vertici dell'Istituto si tratta di carte importanti, ma le novità non si fermano qui: ieri sui tavoli del presidente Zandano e del suo vice Salza c'era anche la questione delle acquisizioni nel settore del credito speciale, che è stata affrontata pure in consiglio. Sembra quasi certo che la scelta sia tra Imi e Crediop (per il quale è necessario l'ok del Tesoro), mentre l'acquisizione di Efibanca lascerebbe tutti dubbiosi. In ogni caso per il San Paolo si tratterebbe di un esborso importante, che richiederebbe contropartite nel consiglio di amministrazione dell'istituto di cui verrà acquistata una quota. Ieri infine la Moody's ha assegnato il rating AA1 ai certificati di deposito in yen del San Paolo. Paolo Giovanelli Gianni Zandano, presidente dell'Istituto San Paolo

Persone citate: Charles Hambro, Paolo Giovanelli, Salza, Zandano