Nelson cultore del Marsala

Nelson, cultore del Marsala L'ammiraglio inglese apprezzava il vino più «in» del Settecento Nelson, cultore del Marsala La mossa vincente di Ingham e Woudhouse (ancora prima della grande avventura dei Florio) quando decisero di spedirlo ai più remoti governatori del Commonwealth L'estrema vitalità e ricchezza dei vini siciliani consente di offrire ai consumatori, abituali o potenziali, un ampio arco di possibilità un po' per ogni gusto. Ad esempio, non tutti generalmente parlano di vini da dessert, limitandosi a concentrare la loro attenzione su quelli da pasto. Ma questo è un errore per almeno due ragioni: la prima è che c'è chi sta abbandonando i liquori per scartare le elevate gradazioni alcoliche: la seconda è che spesso le circostanze suggeriscono il ricorso a bevande da intrattenimento particolarmente indicate per dopo pasto o per accompagnare il gelato, un dolce, persino il tè. I detrattori del whisky o degli altri liquori -forti» magnificano un buon Porto o un non meno buon Marsala, ma a questo punto insorgono i sostenitori dei vini — quelli più esperti — e giù a parlare di quel che può far sognare un bicchiere di Moscato o un po' di Passito. Siamo, ovviamente, sulla stessa lunghezza d'onda degli intenditori più sofisticati e, al tempo stesso, dei bevitori più «popolari» visto che si tratta di vini alla portata di tutti perché, oltretutto, costano veramente pochissimo. I Moscati sono tutti gialli dorati, tendenti all'ambra ed è decisamente interessante lo spumante di Noto, Avola, Pachino e Rosolini che gli esperti consigliano per accompagnare le torte di crema e in genere la pasticceria. Il Marsala è il più aristocratico con la sua ascendenza da quattro quarti e gli oltre due secoli di fama. Ingham e Woudhouse, i due commercianti britannici che si arricchirono esportandolo già prima dei Florio, avevano colpito il centro del bersaglio quando decisero di mandarlo ai più remoti governatori del Commonwealth. Mentre battagliava con Napoleone, Orazio Nelson faceva scorpacciate di Marsala e probabilmente in poche altre occasioni la storia è andata a braccetto con un vino. Roba da spot miliardario: un Nelson che, prima della battaglia, porta alla bocca un bicchierino di Marsala, mormorando un convinto «Questa è vita-. Ben tappato nelle botti di rovere, stivato nei velieri siciliani che solcavano i mari al pari di quelli veneziani, geno¬ vesi e triestini, il Marsala raggiungeva le mense più «in» sin da fine Settecento e fu il «liquore» più classico in tutte le dimore principesche come nelle povere case dei pescatori e dei braccianti esattamente come, in Sicilia, lo è ancora oggi. I barmen più esperti a New York come a Bombay, Londra come a Città del Capo e così via non immaginano neanche lontanamente di mancare di tenere a portata di mano un vero Marsala. La lunga cavalcata dei Fiorio, nell'intramontabile avventura del Marsala, ha lasciato tracce indelebili. Ma sarebbe illusorio e fallace vivere di memorie e, allora, si deve tener conto del fatto che le «linee» del Marsala nei grandi stabilimenti, in riva al Canale di Sicilia, a due passi dal porto nel quale Garibaldi sbarco alla testa dei mille per l'epopea delle camicie rosse, producono etichette che fanno il giro del mondo. L'establishment enologico di Marsala è tra i più quotati. Vi sono manager che non hanno nulla da temere, alcuni dei quali, a dire il vero nei momenti più felici, hanno anche pensato alia quotazione in Borsa. Ma ancora più importante è che molto è stato fatto per difendere le prerogative di questi vini lodevoli: un merito va ascritto alla Regione e al Parlamento, se è stato sbarrato il passo a deviazioni, derivati, brutte copie. E per riuscirvi c'è stato bisogno di leggi e decreti. L'obiettivo, che è stato raggiunto in pieno, era di preservare l'immagine complessiva del Marsala, distinguendola nettamente da altri prodotti somiglianti come lo Sherry e il Porto. Il 28 novembre del 1084 è stato un giorno storico, indimenticabile per il Marsala. Infatti è quella la data d'approvazione della n. 851 che ha ridefinito, ricollocato, difeso il Marsala, mettendo alla porta una volta per tutte i vari aromatizzati che a poco a poco stavano incominciando a imbastardirlo. La legge parla chiaro: i vini Marsala sono ambra e rubino per quel che riguarda il colore, e dolci, secchi e semisecchi per quanto si riferisce al contenuto zuccherino; ovviamente l'imbottigliamento è obbligatorio nella stessa zona e altrettanto obbligatorio è l'uso del nome «Marsala».

Persone citate: Avola, Fiorio, Florio, Moscati, Moscato, Orazio Nelson

Luoghi citati: Città Del Capo, Londra, Marsala, New York, Rosolini, Sicilia