Rapito fratello di un sindaco

Rapito fratello di un sindaco Rapito fratello di un sindaco A Melicucco (Reggio Calabria): è proprietario terriero - Ora sono quattro i prigionieri dell'anonima sequestri locale CATANZARO — Torna in azione l'anonima sequestri calabrese. Questa volta, nel mirino delle bande, Ottavio Pronestì, 30 anni, un possidente figlio dell'ex sindaco del comune di Melicucco (nella piana di Gioia Tauro) e fratello di quello attuale, entrambi democristiani. Teatro del sequestro un podere al confine tra i comuni di Stefanacomi e Soriano. Poco dopo le 17 di ieri, mentre Pronestì stava parlando con uno dei suoi coloni. Rocco Luzza, nel podere hanno fatto irruzione quattro persone, tutte mascherate, che hanno immobilizzato idue. Mentre Luzza veniva legato ed imbavagliato, Pronestì, che ha tentato disperatamente di resistere, è stato caricato a forza sulla sua stessa Alfetta che è poi ripartita a tutta velocità verso le Serre, l'altopiano che fa da cerniera tra l'Aspromonte e la Sila Piccola. Solo dopo un'ora Luzza è riuscito a liberarsi e a raggiungere la caserma dei carabinieri per dare l'allarme. Quell'ora di ritardo però ha consentito ai banditi di allontanarsi e di rendere inutile il dispositivo antisequestri che è stato fatto scattare da polizia e carabinieri. Quella dei Pronestì è una famiglia molto nota nella zona delle Serre. Da sempre impegnati politicamente, i Pronestì sono proprietari di vasti appezzamenti di terreno dei quali il rapito si occupava direttamente, passandovi buona parte delle sue giornate. Con Ottavio Pronestì salgono a due i calabresi sequestrati. Da oltre un mese, infatti, è nelle mani dei banditi la professoressa Maria Belca- stro, 46 anni, moglie del dottor Michele Mammola, direttore del poliambulatorio dell'Usi di Taurianova. Ma, secondo gli investigatori, sono quattro in totale gli ostaggi sequestrati in Calabria. Con Pronestì e la Belcastro anche Cesare Casella e Carlo Celadon, entrambi diciottenni, rapiti rispettivamente a Pavia ed Arzlgnano (Vicenza), sarebbero ora «gestiti» da elementi di cosche mafiose del Reggino, nonostante che — gli inquirenti ne sono certi — le loro famiglie abbiano già pagato il riscatto. La zona del Vibonese non è nuova a sequestri di persona. L'ultima vittima fu Enza Rita Stramandinoli, la studentessa di Dasà rapita la sera del 15 dicembre del 1984 e liberata un anno dopo, dietro il pagamento di un riscatto elevatissimo. d. in.

Luoghi citati: Calabria, Catanzaro, Dasà, Gioia Tauro, Melicucco, Pavia, Reggio Calabria, Taurianova, Vicenza