Tutti voglione azioni Enimont

Tutti voglione azioni Enimont Richiesto oltre il 20% del capitale per un valore di 800 miliardi Tutti voglione azioni Enimont MILANO — Anche se non è ancora stato ufficialmente firmato il contratto per la costituzione di Enimont, si può già registrare la piena disponibilità di primarie istituzioni finanziarie, italiane e straniere, a sottoscrivere quote di capitale della joint venture chimica. I contatti avuti nelle ultime settimane da Lorenzo Necci e Sergio Cragnotti, destinati ad assumere rispettivamente le cariche di presidente e di amministratore delegato di Enimont, con banche d'affari europee e statunitensi si sono conclusi con una significativa adesione degli investitori stranieri al progetto della nuova società. Tanto che le richieste di sottoscrizione delle azioni Enimont hanno superato la soglia del 20%, inizialmente indicata come la quota di capitale destinata al mercato. La Morgan Stanley e la Goldman Sachs, la due banche d'affari che da tempo affiancano Montedison ed Eni nel progetto Enimont, sono disponibili a sottoscrivere il 4% ciascuna. La statunitense Prudential Bache ha richiesto una quota del 3%. In Italia, Mediobanca, Imi e Crediop hanno garantito complessivamente la sottoscrizione del 10% del capitale della joint venture. Quindi, alla luce di questi impegni, potrebbe essere collocato sul mercato più del 20% di Enimont, mentre il resto sarà diviso in parti uguali tra le holding di Raul Gardini e Franco Reviglio. La joint venture dovrebbe incassare, attraverso questo "private placement', oltre 800 miliardi di lire. Ma quando sarà firmato il contratto costitutivo di Enimont? Prima bisogna attendere la soluzione del nodo fiscale. La richiesta della Montedison di sospensione di imposta sulle plusvalenze derivanti dal conferimento delle attività industriali a Enimont è stata di fatto accolta dal governo che dovrebbe adottare un provvedimento nella prossima riunione, forse mercoledì prossimo. Una volta risolto il problema fiscale (ci sono in ballo ben 1500 miliardi) il testo del contratto, già definito in ogni dettaglio, sarà esaminato dalla giunta dell'Eni, dal consiglio di amministrazione di Foro Buonaparte e, infine, dal ministro delle Partecipazioni Statali, Carlo Fracanzani. Quindi, se non ci saranno sorprese al momento imprevedibili, Gardini e Reviglio firmeranno l'atto costitutivo di Enimont. Ma l'adesione del governo alla richiesta di Gardini per gli sgravi fiscali è oggetto di polemiche politiche. Vincenzo Visco della Sinistra indipendente ha dichiarato che 'l'agevolazione fiscale per la Montedison ormai è cosa fatta: si tratta di un nuovo scambio politico con il risultato di agevolare un solo contribuente, e il segnale è grave'. Per il parlamentare era preferibile accordare alla Montedison le agevolazioni previste nel ddl Amato per le fusioni tra banche pubbliche. Nel frattempo sono stati resi noti i dati definitivi del collocamento Ferruzzi Finanziaria, guidato da Mediobanca. Su 365.123.835 azioni Ferfin offerte, ne sono state collocate 363.932.240, pari al 99,674% del totale. A carico del consorzio è rimasto lo 0,326%, per un controvalore di circa 3 miliardi. Con questa operazione Foro Buonaparte ha incassato poco meno di 1000 miliardi. Rinaldo Gianola • OLIVETTI — L'Olivetti da ieri è presente anche in Turchia con una nuova filiale commerciale. La società, con sede ad Istanbul, si chiama «Olivetti sanay ve ticaret a.s.-. La nuova consociata distribuirà su tutto il territorio turco computers e prodotti per l'automazione d'ufficio. La «Olivetti sanay ve ticaret a.s.» è stata costituita in associazione con il «Gruppo Profilo-, uno dei più importanti complessi industriali del Paese.

Luoghi citati: Istanbul, Italia, Milano, Turchia