Sull'urbanistica lotta in Regione

Sull'urbanistica lotta in Regione Chiesta la revisione della legge Sull'urbanistica lotta in Regione Anche dalla maggioranza critiche alla giunta Una giornata di dibattito sulla legge 56 che è lo strumento, l'ossatura, insomma, dell'urbanistica regionale: l'insieme delle norme alle quali tutti i Comuni devono attenersi quando prendono decisioni che riguardano le modifiche del patrimonio urbanistico esistente o incidere con nuovi piani nel territorio di loro competenza. Norme valide per Torino come per il più piccolo centro e che costituiscono una «gabbia» rigida e anacronistica. Varata nel '77 dalla giunta di sinistra che era in carica da due anni, sottoposta a limature negli anni successivi, resta pur sempre nella sua «filosofiauno strumento che ha messo ordine in una materia complessa e per lungo tempo gestita non sempre in maniera corretta. Ha permesso la formazione di circa mille piani regolatori anche se nell'elenco mancano, tanto per citare, quelli di Torino e Alessandria. Ma ha bisogno di un buon maquillage: occorre snellire le procedure, ridurre i tempi di approvazione, farne uno strumento più flessibile e dinamico. La necessità di avviare la revisione della legge è stata espressa dalla giunta di pentapartito fin dalle prime battute di governo e il ritornello a più riprese è stato ribadito, ma sempre a parole: un mare di parole e neppure una iniziativa. Quindi hanno avuto buon gioco un po' tutti a sottolineare le carenze della giunta su questo versante e a definire il dibattito di ieri •vano ed astratto» (Bontempi, pei) o la relazione dell'assessore Genovese •sovrabbondante di buoni propositi senza un impegno preciso» (Pezzana, verde civico). Gli stessi capigruppo di maggioranza hanno sollecitato il governo attuale a darsi da fare a rendere operativa entro questa legislatura la promessa di due anni fa (Carletto, de: "Invitiamo l'assessore a definire una proposta nell'arco di tre, quattro mesi». Ferrara, pri: «Se viene meno questo impegno si determineranno fortissime tensio¬ ni all'interno della maggioranza»). Marchina, sottolinea con durezza la mancata risposta del governo regionale, e della de in particolare, alle iniziative degli assessori all'urbanistica del Comune di Torino: «Il dibattilo che la maggioranza ha avviato sul centro fieristico non può non registrare le riserve espresse dalla de in Consiglio comunale sul progetto-Lingotto. Le stesse riserve esprimo per altri atteggiamenti sulle iniziative del pli. Debbo contestare ad esempio gli argomenti addotti dall'or.. Bonsignore per giustificare la mancala partecipazione al recente incontro di maggioranza e cioè di non aver potuto esaminare in tempo la bozza di lavoro, ossìa la delibera programmatica e il piano pluriennale d'attuazione». Proposta pei — Su come debbano essere impiegati i 15 miliardi del fondo per l'innovazione tecnologica, il pei ha depositato una proposta di legge chiedendo un immediato dibattito perché c'è il rischio che, se non assegnati entro l'anno, questi soldi finiscano nel conto residuo. Da qui l'iniziativa che indica 5 capitoli prioritari di intervento, tecnologie per l'ambiente, masters formativi per dirigenti della pubblica amministrazione, creazione di una rete telematica regionale, centro di calcolo da realizzare presso il Csi. Nuovo consigliere — Ieri ha preso posto in aula il neo consigliere Ferruccio Dardanello, primo escluso del pli ne! collegio di Mondovì. Subentra al defunto assessore Antonio Turbiglio. Ma non siederà sui banchi del gruppo liberale perché nel frattempo ha dato le dimissioni dal partito. Farà gruppo a sé come aveva fatto nel luglio scorso a Mondovi dov'è consigliere comunale. Il pli perde un rappresentante passando a due consiglieri, Marchini e Santoni, uno dei quali assumerà l'assessorato al Commercio che ricopriva Turbigli. p.p.b.

Persone citate: Antonio Turbiglio, Bonsignore, Ferruccio Dardanello, Marchina, Marchini, Santoni

Luoghi citati: Alessandria, Comune Di Torino, Ferrara, Mondovì, Torino